di
Lucia Russo
02-09-2011
L'Europa ha previsto investimenti di circa 11 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per il progetto comunitario che incentiva le Smart city, città di medie dimensioni capaci di coniugare città sostenibili e competitività.
Le città consumano il 70% dell’energia dell'UE. Su questo enorme potenziale di risparmio energetico le istituzioni europee fanno leva per ridurre del 20% le emissioni entro il 2020 e al contempo sviluppare un'economia low carbon entro il 2050. La formula individuata associa l’utilizzo più razionale delle risorse all’integrazione delle tecnologie pulite.
L’Europa incoraggia quindi le comunità 'intelligenti' – come le ha definite il Commissario per l’energia Günther Oettinger alla presentazione dello scorso luglio – che vadano verso soluzioni “integrate e sostenibili in grado di offrire energia pulita e sicura a prezzi accessibili ai cittadini, ridurre i consumi e creare nuovi mercati in Europa e altrove”. In particolare, la sfida è rivolta alle realtà urbane di medie dimensioni, che uno studio condotto nel 2007 dal Politecnico di Vienna, l’Università di Lubiana e il Politecnico di Delft, stima in circa 600 (ospitando quasi il 40 % di tutta la popolazione europea urbana).
A dispetto dell’enorme potenziale, queste città sono spesso oscurate delle grandi metropoli. Individuate tra le comunità con un numero di abitanti tra 100.000 e 500.000, un bacino d’utenza inferiore a 1,5 milioni di persone e almeno un’università, troverebbero proprio nella ridotta estensione territoriale il loro punto di forza. È la flessibilità che ne deriva, secondo gli studiosi, a renderle 'smart', in altre parole brave, intelligenti, dinamiche. Il termine 'smart' l’UE lo riferisce, in particolare, a quelle città capaci di incidere positivamente sulla qualità urbana secondo una valutazione basata sui parametri economico, sociale, culturale, ambientale, abitativo e gestionale.
Il progetto Smart City fa parte del Piano strategico per le Tecnologie Energetiche (Set), nel cui ambito l’Unione europea prevede la creazione di una rete di trenta smart cities da selezionare entro il 2020. Una sorta di modello prototipale dell’efficienza energetica da avviare a un percorso di sviluppo economico e urbano dai bassi costi e dal ridotto impatto ambientale. Auto elettriche ricaricabili con l’energia prodotta negli edifici, zone low-carbon e messa in rete dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, sono alcuni esempi delle tecnologie suggerite per un diverso sistema edilizio e di mobilità urbana.
Il primo bando di Smart City è di circa 70-80 milioni per progetti di ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato e delle reti energetiche. Con l’apertura della call del 7° programma quadro lanciata lo scorso 19 luglio, le città e i partner industriali potranno richiedere finanziamenti UE nei settori della gestione integrativa di energia urbana tra cui soluzioni per la mobilità sostenibile, le acque e i rifiuti.
Il tema sarà affrontato prossimamente al convegno della Fondazione Univerde a ZeroEmission Rome 2011, in programma a Roma venerdì 16 settembre, dal titolo Le città solari: rinnovabili, bioedilizia e smart cities, la sfida della nuova economia.
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