La ditta USA Cyagen, che produce topi transgenici, cellule staminali, terreni di coltura per cellule ed altri prodotti invia a un gran numero di ricercatori, senza che gli stessi l’abbiano chiesto, un messaggio email nel quale offre un compenso di 100 dollari, moltiplicati per l’impact factor della rivista, se questi la citano nei loro articoli. Se la rivista è il New England Journal of Medicine, che ha un impact factor di 56, i dollari diventano 5600; povero il ricercatore che pubblica sul BMJ, riceverebbe solo 1700 dollari. E non riguarda solo i ricercatori che hanno ricevuto l’email; dal sito della ditta sembra di capire che il misfatto andasse avanti da tempo. Erano infatti 164 gli articoli che avevano già beneficiato di questo favore. Il tutto senza che questo evidente conflitto d’interesse fosse dichiarato dai beneficiari del compenso, cioè dagli autori degli articoli. Questo tipo di conflitto d’interessi non rientra infatti nella lista dei conflitti d’interesse che le maggiori riviste scientifiche esigono siano dichiarati.
In realtà, i beneficiari non ricevevano un assegno, ma vouchers dello stesso valore per acquisire prodotti Cyagen. Ma, secondo Goldacre, si tratta pur sempre di un finanziamento e di un conflitto d’interessi, e andrebbe perciò dichiarato, come qualsiasi altri finanziamento ricevuto per realizzare una ricerca. Goldacre aggiunge anche che non intende accusare i ricercatori; potrebbero aver citato la ditta perché andava citata e potrebbero aver rifiutato il compenso in vouchers. Quello che è chiaro è che la Cyagen era ben consapevole dei conflitti d’interesse che stava creando e che almeno una parte dei ricercatori contattati aveva accettato il compenso. Se no, perché mai la ditta avrebbe rilanciato spedendo l’email ad altri ricercatori? Spetterebbe ora alle riviste scientifiche aggiornare i loro criteri per la dichiarazione di conflitto d’interessi, aggiungendo questa nuova modalità.
Si ringrazia l'associazione NoGraziePagoIo
Riassunto e traduzione di Adriano Cattaneo