di
Jonas Di Gregorio
21-07-2011
Situato nel sud dell'India l'ecovillaggio di Auroville rappresenta un grande progetto di vita comunitaria, in cui le persone coltivano in modo complementare sia la dimensione sociale che quella spirituale.
Tra gli ecovillaggi che ho visitato, Auroville è uno di quelli che mi hanno colpito di più. Auroville è situata nel sud dell'India, nella regione del Tamil Nadu. È un progetto nato negli anni '60, che oggi coinvolge più di 2000 persone, raggruppate in tante piccole comunità. Venni a conoscenza di questo posto nel 2003, leggendo un libro sugli ecovillaggi pubblicato dal Global Ecovillage Network. Ne rimasi immediatamente incuriosito. Quando l'anno successivo mia madre mi regalò un viaggio in India, pensai subito che sarebbe stata l'occasione perfetta per visitare Auroville.
Appena arrivato venni ricevuto nel Visitor Centre, l'edificio dove i visitatori possono ricevere informazioni. Mi venne data una guida delle guest house, a cui mi potevo rivolgere per chiedere ospitalità. Complessivamente sono rimasto ad Auroville 2 settimane.
La maggior parte del tempo l'ho trascorsa con dei ragazzi tedeschi che stavano svolgendo da alcuni mesi delle attività di volontariato. Da quello che mi hanno raccontato, ho capito che stavano facendo l'equivalente di quello che noi chiamiamo Servizio Civile Internazionale. Alcuni di loro lavoravano nella scuola elementare con i bambini mentre altri lavoravano negli orti.
Quando invece non ero con loro, andavo in giro per conto mio con una motocicletta che avevo noleggiato, esplorando le tante aree di Auroville, come ad esempio la biblioteca, il teatro, la spiaggia, le fattorie, i negozi o il Matrimandir ovvero la grande sfera monumentale al centro di Auroville.
Per mangiare andavo quasi sempre alla Solar Kitchen, ovvero la grande mensa di Auroville alimentata a energia solare. In queste 2 settimane che ho trascorso lì, ho avuto l'impressione di essere testimone di un grande progetto di vita comunitaria, in cui le persone coltivano in modo complementare sia la dimensione sociale che quella spirituale. Rispetto a quest'ultimo punto in particolare ho avuto l'impressione di essere in un contesto molto aperto e per niente dogmatico. La meditazione ad esempio è praticata in modo del tutto individuale e il Matrimandir, al cui interno c'è un'enorme sala, è concepito non come luogo dove svolgere cerimonie o rituali specifici, ma come un luogo in cui ogni abitante può ritirarsi in silenzio per meditare.
Dal punto di vista economico, non sono in grado di dire esattamente come sono organizzati. So però che una parte delle entrate proviene dalla vendita di prodotti di artigianato (incensi, candele, vestiti, etc..), mentre un'altra parte proviene dal contributo dei visitatori e da alcuni finanziamenti che ricevono dal governo indiano.
Infine, dal punto di vista ambientale, grande attenzione viene data all'uso di fonti rinnovabili, attraverso pannelli fotovoltaici e turbine eoliche, e all'autoproduzione alimentare, attraverso tante piccole fattorie. Quello che però mi ha colpito di più è stato vedere le foto di quel territorio negli anni '60: una distesa arida e quasi completamente desertificata. Oggi, dopo un'opera enorme di riforestazione e di piantumazione, Auroville è immersa nel verde, circondata da alberi bellissimi e da una vegetazione rigogliosa.
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