Tutti i nodi stanno venendo al pettine, tutti i dati che riguardano effetto serra e cambiamenti climatici si stanno dimostrando per quello che sono, cioè catastrofici. Si pensava che occuparsi di ambiente, della salvaguardia del territorio, di come produrre energia in modo meno impattante possibile, fosse una questione per gente che aveva tempo da perdere. Che fosse una pratica naif che nulla aveva a che vedere con i veri e importanti problemi che ci sono da affrontare. La politica, gli uomini d’affari, gli economisti, gli “esperti”, avevano ben altre cose a cui pensare che non all’ambiente. Loro sì che la sapevano lunga e con i loro curriculum, gli studi in scuole prestigiose, le loro ridicole carriere, ci dicevano che avrebbero pensato a tutto, che avrebbero risolto ogni problema e dato un futuro pieno di benessere e ricchezza.
Invece assai drammaticamente ci si sta accorgendo che non solo questa gente ha mentito spudoratamente ma che quegli ambientalisti, quelle persone che hanno preso sul serio le problematiche che regolano l’esistenza di tutti, compresi gli stessi manager, uomini d’affari e politici, erano coloro che affrontavano i veri problemi e si preoccupavano seriamente del futuro. E mentre politici e uomini d’affari continuavano ad aumentare il loro potere e incassare soldi, la terra aumentava la sua febbre e con lei tutti noi.
Arrivati a questo punto non si può contare sulla politica e su chi contro ogni evidenza ancora dice che bisogna crescere, continuando a farci sommergere di immondizia. Non si può contare su chi ha inquinato l’impossibile e ora vorrebbe pure presentarsi come amico dell’ambiente, perché il lupo può anche perdere il pelo ma il vizio ce l’avrà sempre. Si deve contare su se stessi e sul ritrovato senso di comunità inteso come la creazione di spazi liberati e di cultura della vita e non della morte.
La società della crescita, cioè della competizione e spreco, ci vuole soli, in lotta con tutti e consumatori continui; per questo motivo il gesto più efficace è quello di uscire da questa situazione e iniziare a creare lavoro e una società con altri parametri e valori. Conta molto di più e ha un peso estremamente grande cambiare il proprio lavoro, il proprio stile di vita, piuttosto che votare qualcuno o fare il volontario ambientale una volta ogni tanto e poi fare un lavoro o una vita in totale contraddizione con l’opera di volontariato che si fa.
Ma soprattutto, non c’è più tempo da perdere, non c’è nessuna paura che tenga perché il futuro non è affatto roseo e se si agisce ora, può darsi che ci siano possibilità di sopravvivere ed avere una vita dignitosa.
Se si aspetta ancora, pensando che qualcuno o qualcosa verrà a salvarci, si rischia di rimanere intrappolati in una situazione senza uscita e senza prospettive, altro che fare carriera o trovarsi il posto di lavoro sicuro; se non ci saranno cambiamenti radicali, tra un po’ trovare il posto sicuro significherà solo avere un pezzo di terra qualsiasi che ci possa dare da mangiare.
Bisogna smettere di giocare con falsi e irrisori problemi, pensando che lo scopo della vita sia accumulare prodotti e soldi, perché con i prodotti e con i soldi non ci si fa nulla se non abbiamo più acqua, aria, cibo sano, in un mondo dal clima fuori controllo.
Bisogna ascoltare chi ci dà vere prospettive e abbandonare le sirene di chi ancora ci vuole abbindolare con la società del successo, dove sei solo se hai, non importa i danni che produci a te stesso e agli altri.
Non ci sono più scuse, non c’è più tempo da perdere, bisogna prendere in mano il proprio destino ed agire, nessuno lo farà al nostro posto, nessuno ci salverà se non noi stessi e chi con noi condivide i valori della vita.
Il 19 e 20 ottobre puoi cogliere l'opportunità di acquisire gli strumenti giusti per agire!
"Istruzioni per cambiare vita" è il 40° incontro al PeR per il ciclo “Cambiare Vita e Lavoro”