Proprio nei giorni in cui l'apposita commissione della rivista scientifica Lancet rilancia i dati OMS del 2015, affermando che l'inquinamento ha ucciso in quell'anno 9 milioni di persone prematuramente (più di Aids, tubercolosi e malaria messi insieme), ecco che il New York Times ci informa di un altro dato che avremmo dovuto già sapere, se non almeno immaginare: non esistono livelli "sicuri" di inquinamento. Si muore comunque! Il New York Times ha riassunto i risultati di un grosso studio che, come ha spiegato anche Nadia Simonini per Isde, ha potuto esaminare più di 60 milioni di persone assistite tramite “Medicare” registrando nel periodo sotto studio 22.567.924 morti. Nello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine sono stati utilizzati dati satellitari, metereologici ecc. e anche dati raccolti da 3805 stazioni di monitoraggio dell’EPA che hanno permesso ai ricercatori di stimare in modo accurato i livelli di inquinamento dell’aria giornalieri in tutti gli Stati Uniti. Per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di PM 2,5 hanno trovato un aumento di 7,3% nella mortalità. Nel periodo studiato il PM 2,5 medio è variato tra 6,21 fino a 15,65. Viene considerato tollerabile un livello di 12. Per ogni aumento di 10 parti per miliardo di ozono hanno trovato un aumento dell’ 1,1% nella mortalità, le concentrazioni di ozono sono variate tra 36,27 e 55,86, il livello considerato sicuro è di 70.
Ecco l'articolo del New York Times