Nelle classifiche della ricchezza, le città del nord Italia normalmente sono ai primi posti. Addirittura poi in queste classifiche si mischia la ricchezza con la qualità della vita e quindi dove c’è ricchezza monetaria si presume che ci sia anche un’alta qualità della vita. Ma è davvero così?
Ai nostri corsi su Cambiare vita e lavoro dell’Ufficio di scollocamento vengono molte persone che aspirano ad una ricchezza e qualità della vita un po’ diversa da quella dei parametri nazionali. Una qualità della vita che ha a che fare più con una vita sana, la relazione con la natura e gli altri, piuttosto che con grossi stipendi. E’ importante vivere dignitosamente, certo, ma poi quello che spesso cerca chi si scolloca non è guadagnare sempre di più ma una vita e un lavoro fatti di aspetti autentici, vicini alle proprie aspirazioni con ritmi diversi da quelli della frenesia o della competizione costante che si vive spesso in molte città “ricche”.
Città ricche che hanno anche costi alti e quindi di conseguenza bisogna guadagnare tanto per poterci vivere. Se infatti invece di stare in posti “ricchi” dove si deve guadagnare tanto, si andasse in posti cosiddetti “poveri” dove per vivere bisogna spendere molto meno, non sarebbe meglio? Posti che poi sono tutt’altro che poveri, anzi sono più ricchi di una ricchezza che non rientra nelle classifiche, ricchi di fertilità della terra, di bellezze naturali e di vera qualità della vita.
Un partecipante dei nostri corsi di Cambiare vita e lavoro, Alessandro Borzaga (chi volesse contattarlo può scrivergli all'indirizzo mail: alessandro.borzaga@gmail.com) è andato via da Bolzano per andare a vivere a Noto in Sicilia e intraprendere un interessante progetto (QUI i dettagli). Ci ha inviato una classifica sul perché secondo lui a Noto si vive meglio piuttosto che a Bolzano. E’ una classifica divertente ma che fa riflettere molto.
Sembrerebbe che la qualità della vita, i bassi costi e la natura pendano tutti dalla parte di Noto, facente parte della “povera” Sicilia. Ma siamo sicuri che Noto non è nelle prime posizioni nelle graduatorie della ricchezza monetaria, cioè quella che conta ufficialmente. E la cosa molto interessante è che l’Italia è strapiena da nord a sud di posti “poveri” semi abbandonati spettacolari e a basso costo e ad alta qualità, che non aspettano altro che nuova vita.
Forse è il caso di ridiscutere i parametri che indicano ricchezza e povertà, aggiornandoli su basi più reali. Forse è il caso di vedere le cose da prospettive diverse e la propria vita potrebbe sorprenderci nella sua ricchezza e varietà, sostituendo lo stress, il grigiore e la monotonia.