Turismo: quando è veramente sostenibile?

L’Onu ha dichiarato il 2017 l’Anno Internazionale del turismo sostenibile, puntando l’attenzione non solo sull’impatto che la presenza di turisti comporta sull’ambiente, ma anche sull’importanza del turismo sostenibile come veicolo per “diffondere consapevolezza del grande patrimonio delle varie civiltà” e apprezzare “i valori intrinsechi delle diverse culture, contribuendo così al rafforzamento della pace nel mondo”.

Turismo: quando è veramente sostenibile?

Basterà l'anno internazionale del turismo per invertire una tendenza alla voracità dei consumi anche in questo campo?

Per turismo sostenibile si indica un modo di viaggiare rispettoso del pianeta, che non altera l’ambiente – naturale, sociale e artistico – e non ostacola lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. Si tratta di un turismo non distruttivo, con un impatto ambientale basso e che punta a favorire le economie più in difficoltà.

La definizione si oppone a quella di turismo di massa, che non tiene conto delle specificità dei territori, è invasivo e spesso non favorisce lo sviluppo economico, sociale e ambientale a livello locale.

Nel 2016, il giro economico legato al turismo ha sfiorato, a livello internazionale, i 1.260 miliardi di dollari, con circa un miliardo e 200 mila viaggiatori. Ma come si traduce la filosofia che sottende al turismo sostenibile in comportamenti concreti?  Ecco alcuni suggerimenti:

  • non scegliere alberghi ad elevato impatto ambientale
  • preferire alberghi, b&b, agriturismi, ostelli, case vacanza, residence, villaggi turistici con certificazioni ambientali che attestino l’adozione di misure di trattamento dei rifiuti, riciclo raccolta differenziata dei materiali e dispongano di sistemi ad alta efficienza energetica, come fonti di energia rinnovabili, e, se possibile, anche realizzate con criteri di bioedilizia
  • optare per ristoranti con menù bio e/o con prodotti a km zero
  • non acquistare specie a rischio d’estinzione
  • evitare l’aereo se non strettamente indispensabile
  • preferire se possibile il treno e la nave all’aereo
  • sostituire l’auto con la bicicletta o con i mezzi pubblici
  • sperimentare viaggi a piedi o in bici
  • non disturbare gli animali
  • non accendere il fuoco se c’è pericolo di incendi e assicurarsi di spegnerlo attentamente con terra o acqua prima di andare via
  • contribuire alla protezione delle specie marine acquistando con attenzione il pesce, escludendo le specie in via di estinzione
  • non dimenticare, in vacanza, di differenziare i rifiuti
  • non lasciare rifiuti per le strade, nei boschi, sulle spiagge, portare via con sé tutto ciò che non si consuma
  • evitare l’acqua minerale in bottiglie di plastica, se possibile, portare una borraccia e riempirla alle fontanelle
  • evitare, in ogni caso, di utilizzare prodotti usa e getta.

Nel 2015, gli italiani che hanno dichiarato di fare turismo sostenibile sono stati il 16%, come riporta il sesto rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo”, a cura di Ipr Marketing e Fondazione Univerde, mettendo in evidenza come il 44% del campione affermi di essere disposto a pagare di più (tra il 10 e il 20%) la vacanza pur di avere accesso a servizi sostenibili, mentre 41% del campione dichiara di informarsi sulla sostenibilità delle strutture ospitanti.

Non tutto è lasciato alla sensibilità del singolo, anche le Amministrazioni locali cominciano a porsi il tema degli impatti del turismo sui propri territori, anche se, a dire il vero, molto timidamente e con risultati al momento non palpabili!

A livello nazionale, esistono alcuni progetti pilota sostenuti anche dal Ministero dell’Ambiente; di recente, a metà maggio 2017, è stata presentata la Carta di Cervia-Milano Marittima che si ispira, nella sue motivazioni di fondo, alla carta di Cortina, anch’essa voluta e sostenuta dal Ministero dell’Ambiente.

Lo scopo è quello di rinnovare il modello di sviluppo, coniugando buona offerta turistica con qualità ambientale, valori identitari e culturali del territorio. In quest’ottica una particolare attenzione andrebbe rivolta sempre più alle energie rinnovabili, all’efficientamento energetico degli immobili, agli adattamenti ai cambiamenti climatici, alla raccolta differenziata, alla mobilità dolce e sostenibile, alla lotta agli sprechi e al degrado urbano.

Prendiamo tutti l'impegno: facciamo in modo di attraversare leggeri il mondo che ci circonda!

 

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