La onlus romana O Viveiro dal 2006 riesce a svolgere un grande lavoro con successo in una delle aree più depresse e disagiate del travagliato Paese africano. L'idea del film documentario, per la regia di Monica Mazzitelli, è nata dalla società civile, per iniziativa di un gruppo di libere professioniste provenienti dalle realtà più diverse che, dando ognuna un contributo, sono riuscite a dare vita in pochi anni a un’attività di formazione a cui fanno ormai regolarmente riferimento più di 300 ragazzi.
Il documentario spiega come nel Centro le ragazze imparino concretamente a svolgere una professione vera (dalla sartoria all’agricoltura, dalla lavorazione di vimini al servizio in un ristorante) e quindi a sviluppare una propria vocazione autonoma che gli consentirà poi di essere più pronte – e tendenzialmente anche autosufficienti – per affrontare un futuro che altrimenti non gli offrirebbe granché in una regione in cui la piaga delle spese bambine è ancora una tristissima realtà. Al centro sottolineano l’importanza primaria dell’istruzione e della lotta contro l’analfabetismo come primo passo della formazione umana integrale delle bambine e da qui anche il motto significativo del progetto: “Educare una bambina per educare un popolo”. Le fondatrici dell’associazione sono convinte che la consapevolezza della propria dignità di persona e di (futura) donna si acquisisca in primis fornendo alle bambine un solido bagaglio culturale e valoriale che possa aiutarle a comprendere quanto valgono.
«Le ragazze che crescono lì costruiscono la propria vita un millimetro al giorno - spiega la regista - Orfane o disagiate, o entrambe le cose, hanno la possibilità di investire su se stesse, apprendere saperi o professioni, rieducarsi all’affetto mai ricevuto, saldare le fratture di ciò che le esperienze hanno frantumato. Non tutte ci riescono. Dignity racconta senza retorica la storia di queste bambine e ragazze, la loro epica, la loro poesia, le loro cadute, i loro traguardi. Ma soprattutto il loro splendore. Immagini cinematografiche che vogliono essere eleganti e potenti, cercano di restituire – attraverso la bellezza formale – quella interiore delle ragazze. La loro capacità di crescere con forza dal nulla, nel nulla, come fiori nel deserto; narrata prevalentemente attraverso le loro parole, il loro bisogno di tramandare la narrazione di se stesse, creare la propria mitopoiesi. Un documentario che parla della possibilità di una dignità per la donna, per tutte le donne, in Africa e ovunque».