L’idea è venuta ad un giovane agronomo novarese, Marco Tacconi, che già durante gli anni della formazione universitaria a Milano si era dedicato al recupero di un terreno incolto. «All’epoca, insieme a un gruppo di altri ragazzi, partecipando all'associazione universitaria abbiamo riutilizzato un terreno incolto trasformandolo in un orto didattico in cui abbiamo deciso di ospitare piante aromatiche e officinali di montagna. In quel contesto capii che molti altri terreni abbandonati avrebbero potuto essere riqualificati tramite orti o altre attività agricole» spiega Marco.
Nasce così l’idea che poi, affinata e sviluppata, ha portato a TerraXchange. «L’interno era proprio quello di creare uno strumento capace di unire proprietari di terreni non in grado di dedicarsi all’agricoltura o non interessati all'attività agricola e persone o gruppi che invece volevano sporcarsi le mani coltivando buoni ortaggi tramite una sana attività adatta a tutti e all'aria aperta» spiega ancora Marco.
Ma attenzione: TerraXchange non vuole essere un'agenzia immobiliare. «I terreni non vengono venduti – ci tiene a sottolineare l’ideatore - ma prestati o regalati in cambio di parte del prodotto coltivato».
TerraXchange funge da piazza virtuale per fare in modo che la terra sia sempre messa a frutto. Il portale è online dall’1 novembre 2013 con una versione superbeta autofinanziata dallo stesso Tacconi, «poichè volevo concretamente mostrare a tutti come questo sistema potesse funzionare». L'interesse non ha tardato ad arrivare. «Lo dimostrano i contatti che sono stati attivati in questi anni e l’attenzione e l’entusiasmo di cui il progetto è stato circondato».
«Il crescente interesse ci ha portati alla ribalta e ci ha consentito di vincere un bando che ci permetterà, a breve, di lanciare online un portale completamente nuovo e con moltissime altre funzioni tutte incentrate alla protezione e riqualificazione territoriale» aggiunge Marco. «Già comunque con la versione attuale abbiamo avuto grandi soddisfazioni nate da incontri tra proprietari e potenziali gestori orticoltori. Un proprietario che voleva regalare i suoi terreni incolti e abbandonati da anni ha finalmente trovato grazie a TerraXchange la persona interessata che su quei terreni ha intenzione di creare un'attività agrituristica. Per noi è stato davvero emozionante cominciare a vedere i risultati nati dal nostro progetto».
«Oggi abbiamo più di 1600 utenti unici al mese, quasi 3000 "mi piace" su facebook che rappresentano persone che si sono avvicinate di proposito a questa nostra idea. Abbiamo aperto un gruppo sempre sullo stesso social che oggi conta più di 400 iscritti. Lo abbiamo creato perchè altra nostra idea è quella di creare uno strumento che sia il più condivisibile e open possibile. Siamo convinti che sia realmente possibile fare molto di più. Abbiamo l'ambizione di coltivare ogni singolo metro quadro abbandonato e per arrivare a questo risultato dovremo portare TerraXchange un pò ovunque ed in ogni famiglia. Il territorio è di tutti e per questo tutti devono poter avere a disposizione uno strumento che possano facilmente utilizzare per salvaguardarlo. TerraXchange vuole diventare punto di riferimento per il mondo orticolo e sociale».