di
Paolo Ermani
17-10-2011
È così difficile costruire una società diversa iniziando da ognuno di noi? Se lo chiede Paolo Ermani, Presidente dell'Associazione PAEA, in una riflessione sulla manifestazione degli "indignati" del 15 ottobre a Roma, degenerata nella violenza. Quella che per alcuni ha rappresentato l'ultimo atto di un teatrino prevedibile e che per altri invece apre spazio a nuove urgenze.
Ricordo Beppe Grillo che prima del G8 di Genova disse che contro le mega corazzate dell'esercito imperiale bastava mandarci Alex Zanotelli in sandali. Solo lui. Anche simbolicamente sarebbe stato bellissimo. La forza morale di uno di noi vale più di tutti i vostri eserciti.
L'ironia a volte ha in sé una grande intelligenza.
Peccato che Grillo non sia stato ascoltato e poi è successo quello che è successo. Come se non fosse stato assolutamente chiaro cosa si stava preparando e come si fregavano le mani coloro che non aspettavano altro. Ma ugualmente bisognava urlare il proprio 'no' ai potenti, i quali hanno ascoltato e hanno prontamente cambiato il mondo, difatti oggi abbiamo una situazione nettamente migliore rispetto a quella del 2001.
Manifestazioni su manifestazioni, dinamiche sempre uguali che si ripetono all'infinito:
coloro che pensano che la guerriglia sia la soluzione, poi immancabili gli infiltrati, la repressione, gli indignati che si indignano, la condanna unanime dell'arco costituzionale, il PIL che aumenta grazie alle devastazioni, i partiti della sicurezza (cioè della paura) che aumentano il loro consenso e così via, un teatrino in cui non cambia mai nulla, nè personaggi, nè copione, nè finale.
Ma andiamo ai fatti concreti.
Una manifestazione contro le banche, contro la finanza internazionale, contro chi ci vuole affamare?
Quante persone hanno sfilato per le strade di Roma l'altroieri? Duecentomila, trecentomila, cinquecentomila? Quante di queste persone hanno un conto corrente bancario nel circuito tradizionale? Quante lo hanno invece in Banca Etica, nel circuito delle MAG o almeno in un istituto del credito cooperativo locale? Anche solo centomila persone che domani mattina trasferiscono i loro risparmi, pochi o tanti che siano, in una di queste tre opzioni, fanno o no un gesto incisivo per togliere realmente potere a coloro che si ritengono i responsabili della situazione attuale?
Quante di queste persone che hanno manifestato fanno un lavoro che non sia propedeutico a quel sistema che dicono sia artefice di tutti i mali? Quante di queste persone sono maniacalmente attente ad ogni minimo spreco che sia alimentare, energetico, monetario nella loro vita quotidiana?
Ci sono vari dati ed elementi per i quali c'è una netta discordanza fra la percezione di essere quasi alla fame e uno spreco e disattenzione diffusa in ogni campo e in ogni fascia sociale.
Non sarà che bisogna iniziare a cambiare radicalmente qualcosa di se stessi e forse si indebolirà il 'sistema' più di una vetrina in frantumi o dell'ennesima passeggiata oceanica?
Se tutti quelli che pensano che il sistema ci affossa iniziassero a togliergli la terra sotto i piedi, non sarebbe estremamente più efficace? Senza tirare alcuna pietra ma 'solo' costruendo una società diversa ad iniziare da noi. È così difficile da fare?
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