di
Andrea Degl'Innocenti
08-05-2012
La tornata elettorale appena conclusasi ha segnato una netta sconfitta per gran parte dei partiti maggiori nazionali. Ad avvantaggiarsene è stato soprattutto il Movimento 5 Stelle, che in molti comuni è il secondo partito ed ha eletto il suo primo sindaco nel vicentino. I media gridano alla vittoria dell'antipolitica. Ma se fosse la politica ad essersi trasformata nel suo opposto?
Mentre in Grecia si fanno ogni ora più probabili delle nuove elezioni, dopo che Antonis Samaras, leader del partito conservatore Nea Dimokratia, ha preso atto dell'impossibilità di creare un governo di unità nazionale, in Italia si commentano a caldo i risultati delle elezioni amministrative. Le tendenze non sono difformi da quelle evidenziate nel resto d'Europa (calo o crollo dei partiti maggiori, aumento dell'astensionismo, avanzamento dei partiti più radicali), con un'eccezione non da poco: da noi l'estrema destra – complici anche gli scandali che hanno affossato la Lega – non ha ricevuto piogge di consensi come altrove.
Brevemente sulla Grecia. Il primo tentativo di formare un governo di alleanza fra Nea Dimokratia e Pasok, i due partiti ellenici storicamente maggioritari, bastonati alle ultime elezioni per via del loro appoggio ai piani di salvataggio europei, è fallito miseramente per mancanza della maggioranza parlamentare.
Saramas ha allora cercato l'unica alleanza capace di fornire una maggioranza stabile, quella della sinistra radicale di Syriza, secondo partito ellenico col 17 per cento delle preferenze; ma anche il secondo tentativo è morto sul nascere: Alexis Tsipras, leader di Syriza, si è opposto ad un governo di unità nazionale assieme ai conservatori. Proprio quest'ultimo ha dichiarato oggi che cercherà di formare un governo di coalizione, ma pare sempre più probabile una nuova votazione il mese prossimo.
Ma veniamo all'Italia. Le elezioni amministrative conclusesi ieri pomeriggio hanno segnato il crollo dei partiti dell'attuale maggioranza, fatta esclusione del Pd, che ha tenuto il colpo, ma non ha approfittato della debacle degli storici avversari. Il Pdl in particolare ha accusato praticamente ovunque sconfitte pesantissime, attestandosi spesso sotto al 10 per cento.
Anche la Lega, ex compagna di maggioranza del Pdl ai tempi del governo Berlusconi, ha risentito parecchio dei recenti scandali legati alla corruzione. Sintomatico che il carroccio abbia perso anche nel comune che ha dato i natali a Umberto Bossi, Cassano Magnago, dove governava da quattro mandati e a questa tornata non ha raggiunto neppure i ballottaggi.
Vero trionfatore di questa tornata elettorale è stato indubbiamente il Movimento 5 Stelle, che si è fatto portavoce di alcune istanze avvertite come sempre più necessarie dalla popolazione: dalla pretesa di una maggiore onestà e sobrietà della classe politica, alla maggior attenzione per l'ambiente e la mobilità sostenibile, alla regolazione della finanza, alla riappropriazione di aziende e servizi fondamentali da parte dello stato.
Il movimento fondato da Grillo ha ottenuto il suo primo sindaco, a Sarego in provincia di Vicenza. Ma risultati sorprendenti sono arrivati anche nei centri più grandi: il 19,6 per cento a Parma per il candidato Federico Pizzarotti, il 14 a Genova per Paolo Putti. E a Budrio, roccaforte del movimento, si andrà al ballottaggio perché Antonio Giacon ha raggiunto il 21 per cento delle preferenze, contro il 45,5 di Giulio Perini, candidato del centrosinistra.
I media hanno subito assemblato il boom dei grillini con l'alto tasso di astensionismo e gridato alla vittoria dell'antipolitica. Ma a ben vedere è la politica stessa ad essersi trasformata nel suo contrario, essendosi distaccata dal suo fine originario, quello di governare facendo l'interesse della cittadinanza, per vendersi ai poteri forti della finanza internazionale, diventandone così il maggiordomo ricco, corrotto e viziato.
I due dati dunque possono essere benissimo sintomo di una rinata voglia di fare politica. Che si concretizza ora in un voto a chi propone nuove strade percorribili, ora in un distaccamento dalla politica dei partiti per – chissà – intraprendere nuove strade di impegno sociale e cambiamento individuale.
Commenti