di
Alessandra Profilio
19-06-2013
250 Mila brasiliani indignati hanno manifestato nei giorni scorsi contro il caro trasporti e contro le spese folli per i mondiali di calcio del 2014, inaccettabili in un Paese in cui persistono forti disuguaglianze sociali e i servizi sociali sono carenti.
È stato l'aumento del prezzo del biglietto dell'autobus a San Paolo ad innescare la protesta divampata in Brasile con l'avvio della Confederations Cup di calcio. 250 Mila brasiliani indignati hanno quindi manifestato nei giorni scorsi contro il caro trasporti e contro le spese folli per i mondiali di calcio del 2014: 15 miliardi di dollari, una cifra enorme in un Paese in cui persistono forti disuguaglianze sociali e i servizi sociali sono carenti.
La presidente brasiliana Dilma Rousseff ha dichiarato ieri che le massicce proteste che hanno scosso il Paese rappresentano una richiesta legittima per servizi pubblici migliori e per un'amministrazione più reattiva a tutti i livelli. Rousseff ha affermato che il suo governo resta impegnato nel cambiamento sociale e ascolta in maniera attenta tutte le lamentele espresse dai dimostranti.
Il corteo più numeroso è stato organizzato a San Paolo. I dimostranti - in gran parte studenti, che si sono dati appuntamento tramite Facebook - hanno organizzato iniziative analoghe anche a Brasilia, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Fortaleza, Salvador e in altre città del Brasile dove attualmente è in corso la Confederations Cup di calcio.
I manifestanti hanno contestato l'uso eccessivo della forza dal parte della polizia contro i dimostranti scesi in piazza la settimana scorsa a San Paolo, sui quali sono stati sparati proiettili di gomma.
Secondo quanto riporta Reuters, le manifestazioni degli ultimi giorni rappresentano la più grande espressione di dissenso collettivo in Brasile dalla crisi economica e dallo scandalo corruzione di 20 anni fa.
Quella divampata in molte città brasiliane è una protesta contro le alte spese previste per l'organizzazione dei Mondiali di calcio del 2014, ma anche per denunciare gli scarsi servizi sanitari, di educazione e di sicurezza, malgrado l'aumento della pressione fiscale.
Eppure il presidente della Fifa Joseph Blatter, presidente della Fifa, minimizza e rilascia una sconcertante dichiarazione: “il calcio è più forte dell'insoddisfazione popolare”.
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