di
Vesna Tomasevic
12-01-2012
I continui rincari dei combustibili si riflettono sui prodotti agro-alimentari: proprio il costo del trasporto incide per il 35-40 per cento sul prezzo finale di tali prodotti. A lanciare l'allarme è la Cia (Confederazione italiana agricoltori) preoccupata per il futuro dell'imprenditoria agricola.
Il 'caro-benzina' spinge all'insù i prezzi dei prodotti agro-alimentari (soprattutto frutta e verdura), che dal campo alla tavola viaggiano per oltre l'80 per cento su gomma, e mette a serio rischio il futuro di tantissime serre e aziende agricole, per molte delle quali si prospetta addirittura la chiusura. Solo nel 2011 le imprese del settore primario hanno sostenuto un costo aggiuntivo di oltre 2 miliardi di euro, proprio a causa dei continui aumenti dei carburanti, ormai arrivati a livelli record.
A lanciare l'allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori, preoccupata per un'escalation che avrà conseguenze devastanti per l'imprenditoria agricola, già costretta a sostenere gravosi oneri produttivi e contribuitivi con i provvedimenti contenuti nella manovra del governo Monti.
Il rincaro del gasolio agricolo (che ha superato abbondantemente un euro a litro) ha assunto dimensioni dirompenti non solo per le serre (dove c'è un utilizzo elevato del carburante), che in questi ultimi mesi hanno subito danni drammatici, ma anche per le altre aziende è profonda emergenza. Se la tendenza non si arresterà, per l'agricoltura - avverte la Cia - si prospetta un aggravio dei costi superiore ai 2,5 miliardi di euro nel 2012.
La Cia ricorda che la situazione per il settore agricolo si era fatta difficile fin dal novembre del 2009, quando furono abolite le agevolazioni (l''accisa zero') sull'acquisto di gasolio per le serre. Per questo motivo, la Cia si appella al governo affinché provveda, nei confronti del settore primario, all'introduzione di una sorta di 'bonus' produttivo sia per le serre che per tutte le aziende agricole, garantendo così costi meno onerosi. Altrimenti, si esce dal mercato, con pesanti riflessi sociali ed economichi.
Il problema del 'caro carburante' si fa sentire pure sulle tavole. I prodotti agroalimentari - rimarca la Cia - rischiano di lievitare, visto che proprio il costo del trasporto incide per il 35-40 per cento sul prezzo finale. Un discorso che vale in particolare -sottolinea la Cia- per frutta e verdura che, essendo prodotti facilmente deperibili, hanno bisogno di essere subito trasportati presso i mercati e questo avviene ormai esclusivamente su gomma. Ma anche per tutti gli altri alimenti, dal latte ai formaggi, dalla carne alla pasta e al pane, l'effetto dei rincari petroliferi non sarà certo leggero. La spesa delle famiglie è così destinata a lievitare e questo si ripercuoterà sui consumi che già registrano una costante flessione.
Fonte: Il blog di ASPO-Italia
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