«Un quarto di persone in più rispetto a quanto stimato» affermano i ricercatori. Ma pare che i numeri siano comunque ancora sottostimati e c’è chi pensa che a essere costretti a vivere con meno di 2 dollari al giorno siano 2,5 miliardi di persone sul pianeta. Le classi sociali più povere (i senza casa o chi vive in situazioni di guerra e di grande pericolo cui i ricercatori non hanno avuto accesso) non rientrano nel calcolo. Elizabeth Stuart, la prima firmataria del rapporto, ha dichiarato al sito web World Socialist che la non totale aderenza alla realtà dei dati su povertà e mortalità infantile e materna è già di per sé un elemento significativo. Se si definisse povertà vivere al di sotto dei 5 dollari al giorno, allora quattro miliardi di persone nel mondo, cioè due terzi della popolazione planetaria,vi ricadrebbe. Eppure, come commenta la giornalista Zaida Green, i multimiliardari intramontabili continuano a guidare auto di superlusso, ad avere lo yacht e un numero record di appartamenti costosissimi. La Banca Mondiale ha fatto la sua scelta e cioè di praticare continuamente iniezioni di enormi quantità di denaro nei forzieri dell’aristocrazia finanziaria mentre il grosso dell’umanità lotta per la sopravvivenza tra povertà, austerità e guerre.
In marzo Forbes ha riportato che il patrimonio netto dei miliardari nel mondo ha raggiunto nel 2015 un nuovo record: 7,05 trilioni di dollari. Dal 2000 il loro “benessere” è aumentato di otto volte. La rivista ha raccontato che malgrado la caduta dei prezzi del petrolio e la debolezza dell’euro, l’indice della ricchezza in mano a pochi nel mondo continua ad aumentare. La quantità di ricchezza controllata dall’1% della popolazione è maggiore di quanto posseduto dal 99%, stando ai dati Oxfam.
Nei giorni scorsi il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso il suo World Economic Outlook, secondo cui non si farà più ritorno, per un periodo indefinito, agli indici di crescita economica registrati prima della crisi finanziaria del 2008. Cioè, chiariamoci e definitivamente, la crescita di prima NON TORNERA’ MAI PIU’.
Malgrado le multinazionali abbiano un sacco di soldi, gli investimenti privati sono crollati e il rapporto dice chiaramente come governi, banche centrali e decisori politici pensino, in generale, soltanto all’arricchimento della elite finanziaria globale, a spese delle forze del mondo produttivo e delle popolazioni.
Ad inibire studi che mostrino la faccia sconvolgente della povertà sono gli abissali livelli di disuguaglianza, lo spreco di risorse in infrastrutture, l’erosione degli standard di vita di lavoratori e giovani. Perché non c’è l’interesse a che tutto ciò si sappia.
Lo studio ODI sottolinea anche come oltre 100 paesi non abbiano un sistema funzionante di egistrazione delle nascite o delle morti, non calcolino cn accuratezza i dati sulla mortalità infantile e materna. Ventisei nazioni non raccolgono i dati sulla mortalità infantile dal 2009. Le stime della povertà sono poi ulteriormente inficiate dal disaccordo che c’è sulla definizione stessa di povertà. Acune organizzazioni non governative hanno fissato la loro soglia. In Thailandia la soglia ufficiale è di 1,75 dollari al giorno,mentre comunità urbane l’hanno fissata a 4,74: ovviamente questo porta a percentuali di povertò che variano dall’1,81% al 41,64%. Le guerre e altri conflitti violenti hanno un effetto devastante, creano zone impenetrabili dove accade di tutto. I soldi spesi per le guerre potrebbero servire ad alleviare la miseria. Gli Stati Uniti hanno speso 496 miliardi di dollari per la difesa l’anno scorso; secondo la United Nations Food and Agriculture organization «il mondo avrebbe bisogno di 30 miliardi di dollari all’anno per eradicare la fame».
Diciamo quindi "grazie" al sistema capitalistico, il cui solo obiettivo è di arricchire l’oligarchia finanziaria che domina la società a spese della stragrande maggioranza dell’umanità.
Si ringrazia Zaida Green