di
Alessandra Profilio
03-11-2011
Il primo ministro greco Georges Papandreou ha annunciato pochi giorni fa la sua intenzione di indire un referendum sul piano di salvataggio della Grecia concordato con Bruxelles. Un annuncio, quello del premier greco, che ha diviso il Governo di Atene e incontrato la ferma opposizione dei leader della zona euro. In tempi di crisi la 'democrazia' fa paura?
“Il popolo greco ha la saggezza e la conoscenza per prendere le decisioni corrette che garantiscano la permanenza del paese nell'eurozona”. È quanto ha affermato il primo ministro greco Georges Papandreou che qualche giorno fa ha annunciato la sua intenzione di indire un referendum sul piano di salvataggio della Grecia concordato la scorsa settimana con Bruxelles.
Un annuncio, quello del premier greco, che ha diviso il Governo di Atene. Il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, si è detto fortemente contrario al referendum in quanto considera l'appartenenza della Grecia all'Euro “una conquista storica del popolo greco che non può essere rimessa in questione”.
Un 'no' alla consultazione sul piano di riforme concordato con l'Ue per arginare la crisi finanziaria greca arriva anche dal ministro greco dello Sviluppo, Michalis Chryssohoidis, che ha chiesto una rapida ratifica del piano europeo di riforme concordato con l'Ue da parte del parlamento di Atene, opponendosi così di fatto alle intenzioni di Papandrou.
E l'annuncio del primo ministro greco ha scatenato le critiche delle massime autorità politiche europee, contrarie alla consultazione popolare in Grecia.
Nel corso del mini-vertice tenutosi ieri, alla vigilia della tre giorni del G20 a Cannes, i leader della zona euro hanno parlato apertamente per la prima volta di una possibile uscita della Grecia dalla moneta unica, cercando di aumentare le pressioni su Atene e di tutelare l'euro in caso di un voto contrario in Grecia.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno riferito che l'Eurozona si sta attrezzando per minimizzare i danni della possibile uscita della Grecia dalla moneta unica. Merkel e Sarkozy hanno quindi chiesto che se ci sarà un referendum sia sull'adesione all'Unione e non sull'accordo salva-euro raggiunto lo scorso 27 ottobre a Bruxelles. La permanenza o meno della Grecia dovrà inoltre essere nota in tempi brevi: se ci sarà il referendum dovrà svolgersi tra un mese, il 4 dicembre, e non a gennaio come annunciato.
Il Presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere che l'Eurozona si trova ora in una situazione molto difficile dal momento che deve occuparsi della stabilità dell'Euro anche in previsione di un'eventuale uscita dal sistema della moneta unica da parte della Grecia.
Nell'attesa delle consultazioni popolari la tranche da 8 miliardi degli aiuti alla Grecia, che aveva da poco ricevuto il via libera dell'Ue, è stata sospesa.
È un clima di grande incertezza e forte tensione, dunque, quello che si respira nel giorno di apertura del summit di Cannes. Quest'ultimo avrebbe dovuto concentrarsi sulle riforme del sistema monetario globale ma le notizie dalla Grecia hanno inevitabilmente preso il sopravvento.
Da Atene intanto arriva la notizia che il governo greco ha perso la maggioranza che aveva in Parlamento con 152 deputati su 300. In discussione non è dunque soltanto la consultazione popolare greca ma anche la stessa permanenza del premier Papandreou.
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