Grecia. Il referendum che ha spaventato l'Ue

Il primo ministro greco Georges Papandreou ha annunciato pochi giorni fa la sua intenzione di indire un referendum sul piano di salvataggio della Grecia concordato con Bruxelles. Un annuncio, quello del premier greco, che ha diviso il Governo di Atene e incontrato la ferma opposizione dei leader della zona euro. In tempi di crisi la 'democrazia' fa paura?

Grecia. Il referendum che ha spaventato l'Ue
“Il popolo greco ha la saggezza e la conoscenza per prendere le decisioni corrette che garantiscano la permanenza del paese nell'eurozona”. È quanto ha affermato il primo ministro greco Georges Papandreou che qualche giorno fa ha annunciato la sua intenzione di indire un referendum sul piano di salvataggio della Grecia concordato la scorsa settimana con Bruxelles. Un annuncio, quello del premier greco, che ha diviso il Governo di Atene. Il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, si è detto fortemente contrario al referendum in quanto considera l'appartenenza della Grecia all'Euro “una conquista storica del popolo greco che non può essere rimessa in questione”. Un 'no' alla consultazione sul piano di riforme concordato con l'Ue per arginare la crisi finanziaria greca arriva anche dal ministro greco dello Sviluppo, Michalis Chryssohoidis, che ha chiesto una rapida ratifica del piano europeo di riforme concordato con l'Ue da parte del parlamento di Atene, opponendosi così di fatto alle intenzioni di Papandrou. E l'annuncio del primo ministro greco ha scatenato le critiche delle massime autorità politiche europee, contrarie alla consultazione popolare in Grecia. Nel corso del mini-vertice tenutosi ieri, alla vigilia della tre giorni del G20 a Cannes, i leader della zona euro hanno parlato apertamente per la prima volta di una possibile uscita della Grecia dalla moneta unica, cercando di aumentare le pressioni su Atene e di tutelare l'euro in caso di un voto contrario in Grecia. Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno riferito che l'Eurozona si sta attrezzando per minimizzare i danni della possibile uscita della Grecia dalla moneta unica. Merkel e Sarkozy hanno quindi chiesto che se ci sarà un referendum sia sull'adesione all'Unione e non sull'accordo salva-euro raggiunto lo scorso 27 ottobre a Bruxelles. La permanenza o meno della Grecia dovrà inoltre essere nota in tempi brevi: se ci sarà il referendum dovrà svolgersi tra un mese, il 4 dicembre, e non a gennaio come annunciato. Il Presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere che l'Eurozona si trova ora in una situazione molto difficile dal momento che deve occuparsi della stabilità dell'Euro anche in previsione di un'eventuale uscita dal sistema della moneta unica da parte della Grecia. Nell'attesa delle consultazioni popolari la tranche da 8 miliardi degli aiuti alla Grecia, che aveva da poco ricevuto il via libera dell'Ue, è stata sospesa. È un clima di grande incertezza e forte tensione, dunque, quello che si respira nel giorno di apertura del summit di Cannes. Quest'ultimo avrebbe dovuto concentrarsi sulle riforme del sistema monetario globale ma le notizie dalla Grecia hanno inevitabilmente preso il sopravvento. Da Atene intanto arriva la notizia che il governo greco ha perso la maggioranza che aveva in Parlamento con 152 deputati su 300. In discussione non è dunque soltanto la consultazione popolare greca ma anche la stessa permanenza del premier Papandreou. LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI SULLA CRISI GRECA

Commenti

Mi volete spiegare come è possibile passare sotto silenzio, e così lasciar impunemente dire sia al governo greco come ai vari plenipotenziari europei ed affini,il fatto che la costituzione greca, come del resto quella italiana, vieta espressamente il referendum abrogativo di leggi fiscali? Mi volete dire e spiegare se e dove sta scritto che le limitazioni di sovranità che ciascun paese aderente ed euro(moneta)dipendente ha concesso all'Unione Europea comprende tale cessione? Chi ha un minimo di onestà intellettuale deve porsi queste domande senza paura alcuna di doversi poi addentrare nelle dichiarate critiche e accuse di "impasse" e ritardo dell'Europa nel passaggio dalla fase di unione monetaria a quella di unione politica e..fiscale. Vogliamo sapere se questa cessione c'è -e se quindi la discussione sul referendum è legittima- e cosa è previsto in cambio. E' chiaro che se non c'è, l'Unione Europea si smaschererebbe in squallida unione di banche e multinazionali più o meno allargate e gravitanti.
Franco, 03-11-2011 05:03
e" chiaro che il referendum su la uscita da l euro della Grecia e" sacrosanto per loro,e se vince il si la Grecia potra" ricominciare un capitolo nuovo della sua storia dato che nessun sacrificio extras nell euro potra" ridurre la sua non competivita" cronica, certo sara" durissimo per i poveri previligiati greci perdere i privilegi ottenuti con una economia VUDO che dura da piu" di 30 anni che rendono i popoli cosi disuguali, e questo di certo vale anche per l Italia dove i previligiati sono molto di piu" della popolazione greca
stefano, 04-11-2011 03:04
Egregio Stefano, hai visto (rinuncia di Papandreu alla proposizione del referendum,riduzione del tasso di interesse da parte della BCE)come i fatti hanno tolto la maschera alla propagandata ...fandonia del referendum, utile soltanto al gioco delle "montagne russe" in cui la speculazione di borsa si è dedicata in questi tempi di rapina del risparmio dei...fessi ( accorsi a togliere liquidità alle banche ritirando i depositi dai conti correnti solo per l'ennesima furberia sulla falsa diffusione dell'intenzione di prelievo forzoso)? Dobbiamo renderci conto che il sistema liberistico-capitalista ha talmente corrotto e corroso l'economia reale del lavoro e della produzione, che anche i governi degli stati si muovono come giocatori al tavolo del poker. Dobbiamo capire che una cd "caduta di borsa" va analizzata per titoli (bancari,energetici, assicurativi, etc.)e che le grandi vendite (dismissioni) e le grandi riprese (acquisti) sono spesso favori di scambio tra speculatori della stessa cricca (io vendo e così il titolo -che invece è fondamentalmente forte e sano- scende di prezzo;tu lo ...rastrelli comprandolo a basso costo e quando, poco dopo, per effetto della...tardiva analisi e difesa, il titolo risale magari più del dovuto, lo vendi incassando tanto di più di quello che hai pagato per acquistarlo. Una forte tassazione dei guadagni derivanti da tali operazioni, limiterebbe le operazioni puramente speculatorie se non truffaldine e darebbe una qualche garanzia ad un investitore sano.Ma le resistenze all'applicazione di tale rigorosa tassazione sono praticamente insormontabili. E il perchè sarebbe facile capirlo ove si riflettesse che in ultima analisi costoro giocano al poker con i soldi del nostro lavoro e sono pronti a giocarsi, nei vari "vedo" e "rilancio", i "beni di famiglia", non quella poligamica loro ma quella nostra, della terra, acqua, sole, mare e vento del nostro Paese. Meno male che sta aumentando il numero di quanti, "draghi ribelli" compresi, hanno capito che ogni assenso al sistema della civile convivenza può essere dato soltanto dietro prestazione di garanzie reali di immediata esigibilità in caso di insolvenza. Mancanza di fiducia, di ottimismo, di coraggio? NO. Soltanto rifiuto della stupidità, della credulità e della temerarietà.
Franco, 04-11-2011 11:04
caro Franco sono daccordo con te su quello che dici, il poker delle borse certo e" sempre esistito durante la mia vita ,pero i draghi ribelli italiani prima di calmare e aggiustare le borse dovrebbero pensare come fare per togliere i cancri de i politici attuali con i loro previligiati e i loro corrotti per dare un lavoro a tutti con il sistema della meritocrazia , una pensione uguale per tutti,una sanita" ugule per tutti etc etc pagando con i guadagni che si merita il paese che lavora , nel frattempo di sicuro ci potra" essere tempo per scovare i soliti ignoti che sempre sfuggono
stefano, 05-11-2011 03:05
D'accordo con Stefano. Intanto mandiamoli tutti a mettere la firma alla legge di iniziativa popolare sulla equiparazione degli emolumenti dei parlamentari e amministratori pubblici alla media aritmetica dei colleghi europei. La proposta giace in attesa delle firme presso i rispettivi uffici comunali, ma la stampa e la televisione si guardano bene dall'avvisare i cittadini. E anche i parlamentari politici che l'hanno già firmata ne fanno solo una questione di distinzione...interna, guardandosi bene dal propagandarla non dico dai loro giornali e media di riferimento ma nemmeno personalmente. Chissà perchè. Andiamo a firmare!
Franco, 05-11-2011 01:05

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