L’istat ci informa, dati alla mano, che gli italiani hanno sempre più soldi e, oltre a ciò, esiste un sommerso non dichiarato che è gigantesco. Se ci fossero davvero milioni di disoccupati e il paese alla fame, non si spiegherebbe perché non si verifichino assalti ai forni e la guerra civile non sia ancora scoppiata. Gli unici assalti di cui si ha riprova sono quelli ai negozi di elettrodomestici quando svendono o le catene di moda e abbigliamento firmato durante i saldi. Notoriamente prodotti commerciali che, anche se cotti al forno, non risultano commestibili.
Nelle campagne c’è un sacco di lavoro che renderebbe dignitosamente e darebbe la possibilità di sfamarsi, ma in questo periodo in molti uliveti non si trovano persone per raccogliere le olive. Eppure mettendosi d’accordo con i proprietari si ottiene in cambio olio che si può rivendere. Certo un pochino di fatica bisogna farla…..
Siamo circondati da una opulenza vergognosa con famiglie che buttano centinaia di euro l’anno di cibo commestibile e si prodigano in ogni spreco possibile e immaginabile. C’è un costante bombardamento di pubblicità di automobili che purtroppo aumentano le vendite (in tempi di crisi e di fame!), di moda, di diamanti e viene da chiedersi chi sano di mente in tempi di carestia compri queste assurdità. Non sembra proprio la fotografia di un paese allo stremo. Provate ad aprire un qualsiasi giornale di gossip (in ogni edicola ce ne sono qualche decina di tipi diversi), che notoriamente viene acquistato da classi medio povere, e scoprirete che non hanno pubblicità di generi di sussistenza, di prodotti che in qualche modo facciano risparmiare soldi o energia ma sono piene di pubblicità di orologi di lusso, gioielli, moda, auto nuove, cosmetici, profumi, tutte cose che in teoria chi non ha i soldi per tirare avanti non potrebbe comprare mai e invece guarda caso queste riviste ne sono strapiene.
Diffusamente di soldi ce ne sono pure troppi e vengono sprecati, utilizzati male o letteralmente buttati dalla finestra, quello che veramente manca è il tempo di vivere.
Le persone costantemente indaffarate a guadagnare di più, ad accumulare, a comprare, a fare rate, mutui e farsi prendere in giro con ogni tipo di strozzinaggio finanziario, credendo in quello che gli dice la pubblicità, hanno perso ogni senso umano e si ritrovano a non avere più tempo per sapere chi sono, cosa fanno e perché. Non hanno nemmeno più tempo per stare con chi amano, tempo per riflettere, tempo per vivere.
Il tempo è infatti l’ultimo bastione che i padroni del denaro vogliono conquistare, dopodichè avranno tutto di noi. Già facendoci credere di essere nati per comprare, ci hanno convinto a lavorare sempre di più per il denaro rubandoci gran parte della nostra vita. Ora soprattutto grazie alle tecnologie informatiche, ci rubano anche il tempo al di fuori del lavoro, lavoro che prosegue sempre, senza più pause e interruzioni visto che siamo costantemente connessi. E costantemente connessi significa essere costantemente sotto l’influsso della pubblicità che ti spinge a comprare cose superflue che servono solo a farti dire che devi lavorare. E se non raggiungi il tal reddito che non ti consente di cambiare l’auto ogni tre anni, entri di diritto nella categoria dei poveri.
Per vivere non serve molto e se ci si fermasse a riflettere profondamente , si scoprirebbe che quello che ci tiene in vita sono le cose che nella pubblicità non ci vendono perché costano poco o nulla. Serve una vita sobria e dalle poche spese, serve stare a contatto con la natura, creandosi il più possibile autosufficienza alimentare ed energetica. Serve avere tempo per gli amici, per le persone care, avere interessi culturali, essere di supporto agli altri, ricostruire e avere il sostegno della comunità.
Tutto questo costa assai poco ma ci rende tanto, più di qualsiasi investimento in banca, ci rende la vita.