«La crisi è una benedizione»: può apparire un’affermazione provocatoria, ma gli autori assicurano che non è per nulla campata in aria. È il messaggio che si trae dal libro “Solo la crisi ci può salvare” che sarà presentato domani, venerdì 13 maggio, in anteprima nazionale a Villanova D’Asti alle ore 20.45 a Palazzo Richetta, in piazza Supponito, alla presenza degli autori. Sabato 14 invece approderà al Salone del libro di Torino allo stand dell’editore Punto d’Incontro.
La chiave di lettura del libro?
Eccovi un assaggio del capitolo da titolo “La crisi è una benedizione: l’economia dei beni non monetari”.
«Vogliamo iniziare questa trattazione da una frase di Luca Zaia, esponente della Lega Nord e governatore del Veneto, il quale – dopo l’ennesima alluvione con tanto di morti – ad un intervista a Repubblica, rispondendo a una domanda sulla cementificazione del territorio, disse queste testuali parole:
Ora c’è la Crisi e il problema della cementificazione non c’è nemmeno più.
Forse non si è nemmeno reso conto di quello che ha detto, ma ha lo stesso involontariamente centrato il problema. Anche lui, infatti, dimostra che la Crisi è una benedizione, perché interviene efficacemente per limitare un problema come quello della cementificazione. Zaia ammette implicitamente che la cementificazione è un problema, ma la cementificazione aumenta il PIL, quindi se ne deduce che Zaia sia nemico del progresso e del bene del paese. Insomma, una frase che è un concentrato di contraddizioni, ma che rende però ben chiara la schizofrenia della situazione in cui da una parte si vuole la crescita del PIL, ma la crescita del PIL porta problemi, quindi meglio non avercela; e se poi non ce l’abbiamo siamo in crisi, ma la Crisi porta bene, perché non c’è la cementificazione, ma la cementificazione porta anche bene perché aumenta il PIL; e così via, in un avvitamento di contraddizioni insanabili. Contraddizioni insanabili, perché siamo di fronte ad un postulato completamente sbagliato cioè che la Crescita generi intrinsecamente dei benefici. Ma è ovvio, lo capirebbe chiunque: più Crisi c’è e meno aumenta il PIL; di conseguenza, si cementifica meno, si producono meno rifiuti, si sprecano meno risorse, si produce meno inquinamento, si risparmiano soldi, si sta meglio anche sanitariamente (visto che Big Pharma è una gigantesca macchina per fare soldi, che con la salute delle persone ha poco a che vedere). Quindi è evidente che più la Crisi si aggrava e maggiori benefici reali otteniamo, noi e l’ambiente. Anzi: di Crisi ce n’è pure poca. Dovrebbe inasprirsi sempre di più, un po’ come il costo dei combustibili fossili, che finché rimane troppo basso non darà possibilità di indurre grossi cambiamenti al modo in cui ci spostiamo. Visto che tanto l’argomento che tocca tutti più da vicino è “il soldo”, quando un litro di benzina costerà venti euro, forse ci renderemo conto e saremo costretti a cambiare qualcosa nelle nostre abitudini di mobilità».
Gli autori
Paolo Ermani, scrittore, facilitatore, formatore, consulente energetico, presidente dell’associazione PAEA Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente, tra i fondatori del giornale web Il Cambiamento e dell’Ufficio di Scollocamento; da venticinque anni si occupa di economie alternative, stili di vita, energie rinnovabili e risparmio energetico. Si è formato e ha lavorato nei maggiori centri europei per le tecnologie alternative.
Andrea Strozzi, ex-manager di direzione in banca per quindici anni, una mattina del 2014 non si ripresenta in ufficio e, da quel giorno, dedica competenze ed energie al progetto divulgativo e formativo “Low Living High Thinking”, da lui stesso fondato e ispirato a decrescita, bioeconomia e downshifting. Oggi scrive per il Fatto Quotidiano, il Cambiamento e altre testate.
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