"Troppa finanza fa male". Lo strano studio del Fondo monetario internazionale

Un rapporto del Fondo monetario internazionale nota che i paesi che hanno sviluppato un settore del credito privato eccessivamente grande rispetto al Pil, come l'Islanda prima del 2008, hanno accusato maggiormente la crisi economica. Una verità evidente, che stona nella bocca di un ente tanto conservatore. A meno che non abbia lo scopo di avallare le strategie europee di austerità.

All'inizio, nel leggere la notizia, sono sobbalzato sulla sedia. Il Fondo monetario internazionale che pubblica un rapporto in cui ammette che “troppa finanza danneggia l'economia”. Ma come, mi dicevo, proprio loro che si sono fatti ormai da diversi anni promotori del modello di sviluppo neoliberista che è stato la causa principale della “finanziarizzazione dell'economia” fanno retromarcia e puntano il dito contro ciò che fino a ieri osannavano. Ma tant'è - pensavo – il fatto che alla fine se ne siano accorti anche loro non fa altro che confermare quanto scontata e lapalissiana sia questa verità. In effetti, scorrendo le pagine dei giornali online mi accorgevo che in molti avevano adottato la mia stessa istintiva lettura. “Usurai divisi: troppa finanza fa male” titolava Rinascita, in un articolo che iniziava con questa frase: “Il bue che dice cornuto all’asina o in alternativa le lacrime di coccodrillo. Queste le metafore che danno il senso dell’ultimo rapporto del Fondo monetario internazionale”. Ma approfondendo la questione, leggendo il rapporto, la mia prospettiva è cambiata. Lo studio, intitolato “Too much finance?”, si concentra soprattutto sul credito del settore privato. Ovvero il credito concesso dagli istituti bancari a cittadini o imprese. Ne emerge che i paesi in cui il credito al settore privato si è gonfiato troppo sono anche quelli che hanno avvertito maggiormente la crisi. Nel dettaglio sono stati analizzati i dati macroeconomici relativi a 64 stati nel cinquantennio che va dal 1960 al 2010. A partire dal 2006 tutti questi paesi avevano un credito al settore privato che superava il 50 per cento del Pil; 27 di essi lo avevano di oltre il 90 per cento del Pil; 17 oltre il 113 per cento. Il record spettava all'Islanda, il cui credito privato arrivava a ricoprire il 260 del Pil. Non a caso proprio l'Islanda è stato nel 2008 il primo paese ad essere travolto dalla crisi scatenata dai mutui subprime statunitensi. Sulla veridicità delle affermazioni dei tre studiosi dell'Fmi c'è molto poco da contestare. È evidente che una bolla speculativa o un'eccessiva circolazione di credito vada a danneggiare l'economia reale. Soprattutto in assenza di leggi che aggancino il credito alla produzione o lo vincolino al lavoro. Ciò che non comprendevo era il perché di questa affermazione. Che fosse frutto di un vero ripensamento? Difficile da parte di un ente che da anni si è specializzato nel negare l'evidenza. Allora quale poteva essere il motivo? Forse aveva qualcosa a che fare con le nuove strategie politico-economiche dell'Europa? In effetti condannare l'eccessivo credito ai privati significa anche avallare indirettamente le strategie di austerità che sono parte integrante degli attuali piani “anti-crisi” europei. Assieme alle solite privatizzazioni, smantellamento dello stato sociale, etc. Uno studio che afferma che troppo credito ai privati fa male, insomma, può essere in questo momento storico un'ulteriore arma nelle mani dei poteri forti per dire che dunque è provato che l'unica via d'uscita dalla crisi è l'austerità. Se la condanna del troppo credito fosse stata allargata a tutto il sistema finanziario, se cioè si fosse detto che la finanza ha smesso da tempo di essere quel punto di incontro fra chi ha denaro in eccesso da investire e chi ha bisogno di credito per avviare un'attività; se vi si affermasse che essa è diventata un enorme contenitore che ruba risorse a chi avrebbe realmente necessità di credito per svolgere attività produttive, allora l'analisi avrebbe uno spessore diverso. Ma lo studio si ferma nel punto in cui è più funzionale al sistema. Fa capire fra le righe che la crisi attuale è soprattutto dovuta all'eccesso di credito, e che dunque una contrazione del credito come quella voluta dalla Ue sarà solo salutare all'economia. Ciò che non si dice è che una contrazione del credito porta automaticamente anche al fallimento delle piccole e medie imprese e dunque ad una concentrazione delle ricchezze ancora maggiore. Insomma, sul fatto che la finanza è stata e resta uno dei problemi principali della società attuale non vi sono dubbi. Ma a volte persino le verità più scontate possono trasformarsi in armi pericolose nelle mani del potere sbagliato.

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LE AZIENDE CHIUDONO, LA DISOCCUPAZIONE AUMENTA, LE MISURE PER LA RIPRESA VENGONO PUNTUALMENTE IGNORATE, NEL PARLAMENTO EUROPEO I FIGLI DELLE NAZIONI NON SI BATTONO PER RENDERE LA BCE PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA, I POLITICI NON VEDONO, NON SENTONO, NON PARLANO ED INVECE DI DIFENDERCI FANNO SPUDORATAMENTE GLI INTERESSI DELLE STESSE BANCHE CHE HANNO FATTO A PEZZI LA GRECIA. 2 luglio 2012 Egregio prof. Mario Monti, dovrebbe sentirsi offeso per il bailamme adulatorio e scomposto dei soliti ipertrofici "pennidondolo" della carta stampata che La esaltano per una semplice proposta da Lei formulata in Europa che oltretutto ha portato a un nulla di fatto. Perché Lei è perfettamente a conoscenza del baratro verso cui stiamo precipitando per la perversa determinazione di impedire l' utilizzo degli euro-bond e dei project-bond da parte di noti centri finanziari che temono la ripresa avendo da tempo programmato di distruggere l' economia europea bloccando il credito alle aziende, creando disoccupazione, gettando le popolazioni nell' incertezza del domani e nella miseria per poi comperare a prezzi di liquidazione le aziende attive e mettere le mani sui depositi aurei dei vari stati artatamente indebitati con la collaborazione degli assoldati delle varie nazioni, autentici traditori dei loro popoli. Alcuni editorialisti, affetti da servilismo sublimato, in quanto la loro testata annovera fra i maggiori azionisti banche ed assicurazioni, si sono spinti al punto di definire l' euro moneta democratica benché gravata d' interessi imposti da privati, notoriamente costruita fuori degli stati da gruppi di potere finanziari che nessuno conosce e nessuno ha votato ed attualmente affidata alla gestione di fidelizzati alle strutture della grande finanza, imposti senza alcuna consultazione democratica a gestire questa moneta straniera a debito che ha devastato la vita e l' economia del popolo greco, erode pesantemente le conquiste sociali della società spagnola ed incombe sulla testa di noi Italiani destinati alla stessa fine se non reagiamo con misure urgenti che ostacolino l' avvitamento recessivo. La invitiamo a dare prova di volere aiutare concretamente la ripresa italiana prendendo urgentemente provvedimenti fattibili ed a costo zero: - arginare da subito la moria e il fallimento di piccole e medie aziende, che continua senza sosta privando il paese della ricchezza prodotta da questi virtuosi microcosmi, con il ricorso immediato alla liquidità inutilizzata e giacente presso la Cassa Deposito e Prestiti, per pagare quanto dovuto alle aziende creditrici dello stato. L' immissione di liquidità farebbe riprendere e rilanciare le produzioni, assumere manodopera, attivare la domanda di beni innestando la ripresa; - riformare a costo zero la funzione delle banche, imponendo loro di collocarsi in ruoli speculativi o in ruoli ordinari finalizzati a finanziare le piccole e medie aziende, tessuto portante del nostro paese. Le banche ordinarie debbono svolgere la funzione sociale di fornire crediti per lo sviluppo alle imprese e finanziare le famiglie; - interrompere il predominio della Germania e della Francia che non hanno più diritti degli altri paesi europei ed affermare la democrazia convocando le nazioni aderenti a votare per approvare con le maggioranze legali decisioni ed interventi; - denunciare i veri motivi per cui il presidente Angela Merkel prima ha lasciato affondare le Grecia ritardando i soccorsi finanziari, danneggiandoci direttamente per decine di miliardi ed oggi impone austerità. Non vi sono motivi nobili ma quelli disumani di calpestare la vita dei Greci per favorire spudoratamente gli interessi delle banche tedesche piene di titoli assicurativi che incassano i premi solo se alla Grecia si farà fare una brutta fine. La denuncia di questa aberrazione è avvenuta per bocca del coraggioso prof. Paolo Savona, che con giovanile vitalismo si batte per indicare soluzioni alternative per evitarci di entrare nel tunnel della recessione e del fallimento; - far valere la Sua esperienza affinché la BCE non stampi moneta per prestarla all' 1% alle banche che a loro volta la prestano agli Stati al 4 o 6 % ed alle aziende ed alle famiglie al 10-12% , ma diventi banca degli stati europei prestatore di ultima istanza per bloccare la recessione che sarà fatale sia per gli incolpevoli popoli europei che per l' Italia già esposta alla rapacità di coloro che mirano, tramite questi vessatori ed impuniti giochi finanziari, a ridurci in miseria per acquistare a prezzi fallimentari le nostre aziende di cui Lei pare abbia già approntato un elenco apprezzato dai Tedeschi; -approvare la legge che preveda la responsabilità diretta e personale dei pubblici amministratori per i danni procurati a chi vuole iniziare un' attività che produca ricchezza ed occupazione, perseguitati da eccessive richieste certificatorie spesso pretestuose ed offensive perché inutili e demenziali, e per le ingiustificate lungaggini nelle risposte che al coperto dell' impunità spesso sono frutto di indolenza e protervia. Tali comportamenti scoraggiano soprattutto gli investimenti di imprenditori stranieri che fuggono inorriditi dall' Italia sapendo che i loro stati invece incoraggiano, agevolano e finanziano le imprese. La responsabilità diretta dei pubblici amministratori non è problema secondario ma nodale che solo il governo tecnico può affrontare poiché la classe politica, essendo incapace di formulare regolamenti ed articolati, lascia alla libera fantasia dei Direttori dei vari distretti l' emanazione di testi applicativi astrusi ed oppressivi. Egregio prof. Mario Monti, oggi il confronto fra continenti rende sempre più necessaria la costruzione dell' Unione Politica dell' Europa affinchè si possano far valere i postulati della sua profonda civiltà dei diritti che pone l' uomo al centro della storia e dell' evoluzione. Questo postulato urge che sia applicato anche alla moneta, strumento per promuovere il progresso e la pacifica convivenza delle comunità e non arma per miserabili e subdole azioni espropriative contro altri popoli. Nel Suo attuale percorso di condurre fuori dalla crisi l' Italia distrutta da una classe politica incolta, corrotta ed inconcludente, Le auguriamo di immergersi nello spirito dei Padri Costituenti che hanno vergato la nostra Carta fondamentale e rivivere la determinazione di coloro che hanno riscattato il nostro paese dall' abiezione fascista mettendosi in gioco e sacrificando la propria vita. Metta a frutto per il bene comune del Suo paese, alla cui Costituzione è vincolato da un giuramento di fedeltà, la Sua esperienza acquisita presso la Trilaterale, il gruppo Bilderberg e la Goldman Sachs ed imponga scelte congrue per la salvifica ripresa che difenda non solo l' Italia ma l' Europa da scorribande predatorie di gruppi di potere finanziario di cui nessuno meglio di Lei conosce i volti e le intenzioni. Distinti saluti Francesco Miglino segretario del partito internettiano
francesco miglino, 03-07-2012 09:03
La truffa stà nel binomio Credito = Crescita che equivale a Banche = crescita Il credito è sempre una forma di Usura . Basterebbe passare da una finanza creditizia a una finanza partecipativa , ma questo ovviamente sarebbe la fine delle Banche , delle Multinazionali , ma avremo una società più etica e solidale con una ridistribuzione della ricchezza verso il basso , cioè verso tutti. Un'utopia ?
claudiuo, 06-11-2012 07:06

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