'Avanti Tutta', Simone Perotti ci racconta il suo cambiamento

Il suo 'Adesso Basta' è stato più di un caso letterario, un libro tra le cui pagine si sono riconosciute migliaia di persone. Simone Perotti, considerato ormai un pioniere del downshifting in Italia, non ha bisogno di introduzioni. Lo abbiamo intervistato all'indomani dell'uscita del suo nuovo libro, 'Avanti Tutta', che del primo rappresenta un po' il seguito.

'Avanti Tutta', Simone Perotti ci racconta il suo cambiamento
Simone Perotti non ha bisogno di 'introduzioni'. Il suo Adesso Basta è stato un caso letterario, un successo enorme quanto inaspettato. Noi lo abbiamo conosciuto circa un anno fa e con lui è iniziato il processo che ha portato alla nascita de Il Cambiamento. Come i nostri lettori sanno, Simone cura una rubrica su 'queste pagine' che prende proprio il nome dal suo ultimo libro, uscito ieri 20 gennaio 2010. Lo abbiamo intervistato per scoprire come è nato e che cosa propone questo suo nuovo libro. Dopo il successo di Adesso Basta esce 'Avanti tutta'. Verrebbe da dire Simone Perotti colpisce ancora. Com'è nata l'idea di scrivere questo 'seguito'? Non era stato detto tutto. Io pensavo di sì. Adesso Basta nasceva come nota mia, personale, non doveva neanche essere pubblicato. Poi l’incontro con Fazio, Chiarelettere, ha cambiato le carte in tavola. Non immaginavo tanto clamore intorno alla mia storia. Ho capito che il fenomeno era grosso, riguardava milioni di persone, e i temi erano tanti, le sfumature quasi infinite. Ho cominciato a ragionarci mentre nella vita vissuta, quotidianamente, prendevo atto delle tante sorprese che mi capitavano. Non avevo previsto molte cose lasciando il lavoro e cambiando vita. Buone e cattive. Occorreva raccontare la seconda parte del film, che per alcuni sarà una delusione, per altri una piacevole sorpresa. Comunque, si può fare, questo conta. In questi mesi hai ricevuto oltre 50.000 mail! Le hai lette davvero tutte? Cosa ti ha colpito di più delle mail che hai ricevuto? In realtà sono ormai oltre 80.000, e continuano. Adesso Basta è diventato un long seller da quasi 1000 copie a settimana, e non cala più. Avanti Tutta sembra partire a razzo, almeno a giudicare da quel che sta succedendo oggi, giorno di uscita in libreria. Arriveranno ancora molte lettere, ne sono certo. Sì, le leggo tutte, e se ormai non riesco più a rispondere a una per una però l’80% di chi mi scrive, circa, riceve una risposta. Difficile non farlo. Qui la gente ti scrive come a un fratello. I miei libri, anche Uomini Senza Vento o perfino i romanzi precedenti, sembrano entrati in risonanza con le onde emotive di un bel po’ di gente. Ti immagini che gioia per uno scrittore… Come faccio a non rispondere? E poi che storie che emergono… che Paese questo, pieno di risorse, ma anche pieno di gente a pezzi. Fa male a volte. Però io sono ottimista, molto, e vedo che tanta gente è felice di non essere compianta. Io tiro anche dei gran calci negli stinchi. Se mi scrivono pietendo io li alzo da terra. Sono loro a scrivermi, io rispondo quello che penso. E io odio la gente che si lamenta, che vede nero, che dice "non si può". Quale la mail più significativa? Molte sono quelle che resteranno nella memoria. Ne ho pubblicate tante. In questo libro un bel po’ di gente si troverà pubblicata. Senza nome, solo l’iniziale o la città, quando si sa da dove scrivono. Impossibile fare graduatorie. Da quando hai 'mollato il lavoro' sei davvero più libero? Beh, in modo incommensurabile! Non sarò mai totalmente libero, questo l’ho capito, ma lo sono in modo assoluto rispetto a prima. Pago prezzi, ma il premio è enorme. E ho anche capito che non riesco, non riuscirò mai a descrivere cosa vuole dire la libertà, la mancanza del peso sul cuore, della gerarchia sulle spalle. È assolutamente f a n t a s t i c o. Il sottotitolo del tuo libro è "manifesto per una rivolta individuale". Ce lo spieghi? Fa il verso all’Uomo in Rivolta di Albert Camus, a cui ogni uomo libero deve un quotidiano tributo. Io dico questo: il Sistema coercisce, propone imponendo in modo coatto, e soprattutto stende reti invisibili, ci blocca. Ma lo fa con garbo, senza polizia, senza manganelli. Così finisce che siamo noi stessi i responsabili della nostra schiavitù. Carcerieri e schiavi allo stesso tempo. Però, a pensarci bene, questo offre un’opportunità. Quella della rivolta. In questa epoca per essere liberi occorre rivoltarsi, smettere di obbedire alle leggi del mercato, impoverire il capitalismo uscendo senza rientrare in stanza. E si può fare. Come tutti i grandi leviatani, questo Sistema è fragilissimo. Sembra imbattibile, ma se metti una tavoletta di legno dolce nell’ingranaggio le ruote si bloccano e tu attraversi la strada fischiettando. Oddio, no… non è proprio così, però è decisamente più battibile di quanto noi non lo riteniamo. E questo l’ho visto in pratica. Io sono tre anni e mezzo che vinco contro il sistema, e lui tre anni e mezzo che le prende. Mica male no?! Dopo il tuo libro, tutti parlano di 'Downshifting', di lasciare il lavoro e cambiare vita. Secondo te, tutta questa attenzione nasce da un interesse autentico delle persone al cambiamento reale o è più un parlare per il gusto di farlo? Entrambe le cose, ma anche chi parla per dire, senza alcuna intenzione di cambiare veramente prima o poi, sta male, e lo sa. La motivazione è vera, autentica, da parte di tutti. Poi, naturalmente, qualcuno farà e qualcuno no. Ma questo vale sempre nelle cose umane. È normale. Però vedi, già parlarne, farsi prendere dall’entusiasmo sentendosi dei Davide con qualche chance contro il Golia che ci minaccia, sembra un successo enorme in questa epoca. Quando per una società cominciano a circolare decine, migliaia di potenziali rivoltosi, pronti a mettere un sasso nell’ingranaggio del Sistema… può succedere di tutto. Ricordiamoci che le idee circolano, le testimonianze fanno germogliare coraggio. E poi le cose cambiano. Ma sempre perché l’uomo si è mosso, il singolo si è dato da fare, da solo. Un uomo da solo fa molta più paura di un esercito di omologati. Anche se hanno il bastone in mano. Nei tuoi libri e nei tuoi interventi parli spesso di Cambiamento. Qual è il cambiamento più importante che vorresti nella tua vita? Quello che ho messo in pratica. La libertà. E quale per l'Italia? Che gli italiani, ma non come popolo, come individui, inizino a porsi il problema della loro condizione di schiavitù. Un tempo questo era un popolo di individui. Oggi è un esercito di omologati. Troppa gente senza coraggio. Così non mi piace il nostro popolo. Ne ho un’idea più alta. Noi siamo meglio di così. Vuoi aggiungere qualcosa? Comprate il mio libro in formato eBook. Sono l’unico autore italiano che si fa gli eBook da solo. Ne sono molto orgoglioso. E poi si risparmia.

Commenti

DA poco tempo uso il PC per studiare,e per confrontarmi,mi piacerebbe' conoscere lo srittore Simone Perotti.potrei raccontarle da quanto tempo ho scelto di vivere fuori dalle simbologie,e quanto e' alto il prezzo da pagare.Il guaio e'che non posso smettere di lottare per un dovere civico emorale .Grazie 'SOS'Francesca
francesca chiovaro, 02-02-2013 10:02

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