Green Night, anche il divertimento notturno può diventare ecosostenibile

Divertirsi rispettando l’ambiente con poche regole e con l'aiuto di buone pratiche che possono contribuire a vivere meglio evitando sprechi, riducendo consumi ed inquinamento. Questo è il senso del progetto Green Night, iniziativa volta ad una conversione sostenibile dei locali notturni.

Green Night, anche il divertimento notturno può diventare ecosostenibile
Il tempo dedicato al divertimento troppo spesso inquina. Secondo dati recenti, in Italia, ogni anno vengono emesse 45 mila tonnellate di anidride carbonica durante concerti, festival ed eventi simili. Nei locali notturni l’amplificazione, i riscaldamenti, l’illuminazione e gli spostamenti generano i maggiori consumi energetici ed hanno grossi impatti sull’ambiente. Ma ci si può divertire anche rispettando l’ambiente con poche regole e con delle buone pratiche che possono contribuire a vivere meglio evitando sprechi, riducendo consumi ed inquinamento. È questo il senso dell’iniziativa portata avanti del progetto Green Night, ideato e promosso dal Centro Antartide di Bologna con la collaborazione di Legambiente Reggio Emilia, del WWF Rimini, della cooperativa Millepiedi con il sostegno della Regione Emilia Romagna. Un’iniziativa che mira alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente nel mondo del divertimento attraverso una duplice azione, quella sull’industria e sui suoi operatori e quella, non meno importante, sull’utenza, in genere, rientrante in una fascia di età troppo poco sensibilizzata alle tematiche dell’educazione ambientale. L’idea dei promotori del Progetto Green Night, che già opera in alcuni locali di Bologna, Reggio Emilia e Rimini, è quella di condurre dell’audit preliminari nei locali per poi dar vita ad un percorso di miglioramento e ad una programmazione che porti gradualmente ad una 'conversione green' del locale e all’ottenimento di un marchio green night che ne certifichi l’ecosostenibilità. Concretamente, guardando ai progetti sinora condotti, i locali emiliani aderenti hanno provveduto alla sostituzione dei sistemi d’illuminazione con lampade a led che permettono di ridurre di circa il 60% le emissioni di CO2, hanno fatto ricorso all’uso di fonti rinnovabili per la produzione di energia e per il riscaldamento con l’installazione di pannelli fotovoltaici e pannelli solari termici ma anche di riduttori di flusso per ridurre il consumo dell’acqua; ed ancora bicchieri e piatti riciclabili, nuove politiche di gestione dei rifiuti e di raccolta differenziata. Dal lato trasporti, che rappresentano il 70% delle emissioni di un locale, per ridurne l’impatto, oltre ad offrire dei servizi di navetta gratuiti per i clienti e oltre a sensibilizzare l’uso del trasporto pubblico, gli utenti sono stati incentivati all’utilizzo delle bici per recarsi nei locali con sconti sulle consumazioni. Infine, tra le varie iniziative ci sono anche i menu vegetariani e quelli a km zero. Può essere questo il futuro delle nostre notti di divertimento? Lo si spera. Di certo, per un verso, occorrerà lanciare un’operazione di educazione ambientale e di sensibilizzazione in grado di spingere a mutare i comportamenti, le consuetudini e le abitudini acquisite dal cittadino-cliente ma, per altro verso, occorrerà fare breccia sulla volontà e la capacità dei gestori dei locali di investire ed investirsi in una progettualità green che inevitabilmente comporta interventi strutturali e gestionali. Il cammino sembra ancora lungo rispetto ad altre realtà straniere, ma è importante che anche in Italia cominci a diffondersi l’idea di divertimento ecosostenibile e che si vivano le prime concrete sperimentazioni di un nuovo modello di locale notturno.

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