Dottoressa Mezzera, cosa fare dunque dopo l’allarme lanciato dallo IARC?
«In realtà che la carne faccia male e che abbia un'influenza sul tumore a livello intestinale è una cosa nota già da tempo. Magari si può anche decidere di continuare ad usarla nella propria dieta, ma senza dubbio, a mio parere, bisognerebbe parlare di alimentazione in termini complessi e approfonditi. Le persone che da adesso inizieranno ad evitare la carne rossa sostituendola con quella bianca o pensando che tutto il resto dei cibi che consumano vada bene, sbagliano comunque. Ma non è colpa loro se non c’è informazione su questi argomenti».
Qual è allora l’informazione che manca?
«Un’informazione dal punto di vista alimentare dovrebbe essere fatta a largo spettro: bisognerebbe parlare di grassi animali in generale, di cereali raffinati, di zuccheri. Anche lo zucchero, per esempio, è cancerogeno. Ci sono studi che dimostrano come le cellule tumorali crescano alimentate dallo zucchero. Quindi è inutile eliminare la carne per poi continuare a mangiare tutti i giorni pane e cioccolato».
Come ci si dovrebbe comportare?
«Bisognerebbe essere consapevoli che tante sostanze possono agevolare l'insorgenza di un tumore e che serve un’alimentazione sana per tutelare la propria salute. Ciò significa un'alimentazione fatta di cereali, meglio se integrali, con un uso moderato di zuccheri, di latticini e con un aumento dei legumi e delle verdure. Di certo l’alimentazione vegetariana fa meglio in generale. Tant’è che io sono vegetariana da anni. Anche in questo caso però bisogna imparare ad equilibrare le varie sostanze e cercare di essere informati su ciò che si mangia e su ciò di cui abbiamo bisogno. Mangiare carne tutti i giorni fa male. Ma non pensate che la carne bianca sia meno dannosa di quella rossa. Tra l’altro è addirittura più inquinata».
Secondo la Fao, in Italia il consumo di carne è aumentato di oltre il 190% dal 1961 (31 kg pro capite l’anno) al 2011, con 90 kg pro capite l’anno. E ai primi posti ci sono proprio le carni incriminate (lavorate o insaccate) preferite da sempre più adulti e anche dai bambini. Prevede un cambio di rotta?
«Suppongo di sì. Tutto questo risalto alla notizia dell’Oms in questo senso non può che far bene. Per esempio, può far riflettere tutti coloro che fino all'altro giorno ritenevano impensabile non mangiare carne quotidianamente. Oppure può incentivare una riflessione sull’alimentazione dei bambini. I bambini sono i primi che dovrebbero ridurre l'uso di carne. Ma, ribadisco, ridurre non significa sostituire la carne rossa con quella bianca».
Si può vivere senza carne?
«Certo! Ci sono milioni di persone che vivono benissimo senza carne».
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