di
Inge de Boer
28-12-2012
Quanti di noi, al risveglio, sentono il profumo del pane appena sfornato? Oggi, a differenza di quanto succedeva in passato, la produzione alimentare avviene in posti dislocati altrove rispetto alle nostre abitazioni. Da catalizzatore sociale il cibo è diventato anonimo. E noi abbiamo totalmente perso il controllo su ciò che mangiamo.
Lo sapete da dove viene il vostro cibo? Quali ingredienti ed additivi vengono usati per quel prodotto? Dove è stato fatto? Queste domande, riguardanti l’origine del vostro cibo, sono poste frequentemente oggigiorno. È difficile incontrare qualcuno che elabori gli alimenti, mentre tutto il cibo che mangiamo ha subìto una trasformazione alimentare. Ma come possiamo verificarlo?
Incominciamo con un po’ di storia. Molto tempo or sono, le persone vivevano come nomadi, mettendo su i loro accampamenti in zone strategiche dove il terreno era fertile ed il bestiame poteva sopravvivere. Poi alcuni gruppi decisero di fermarsi e di stabilirsi definitivamente. Nacque la prima città. Per secoli il cibo veniva traslocato a piedi (bovini, capre, pecore) o a dorso di un cavallo.
I battelli permisero di mercanteggiare su distanze più lunghe, come ad esempio venne fatto dall’Italia con i paesi del Nord-Africa e dai Paesi Bassi al tempo delle colonie (Compagnia delle Indie dell’Est). I cittadini facevano le loro compere ai mercati giornalieri o settimanali. Dopo la rivoluzione industriale fu possibile trasportare cibo per maggiori distanze e – grazie al refrigeratore e al congelatore - di conservarlo più a lungo. Mi concentrerò su quest’argomento questa settimana.
Lo spostare la produzione di cibo al di fuori delle città aveva diversi motivi. Il motivo forse piú importante era l’igiene. Prima che un animale sia pronto per la consumazione, bisogna far fronte ai rumori che produce, agli sgradevoli odori e agli escrementi. Anche la macellazione ha degli effetti collaterali che non vengono apprezzati da molti di noi.
Ci sono gli scarti di macellazione dell’animale, quali la pelle, le ossa ed il sangue e dagli edifici di macellazione sale un odore penetrante. A parte i vantaggi per il vicinato, questa nuova strategia ha permesso alle autorità di rafforzare la regolamentazione per la trasformazione dei prodotti alimentari per assicurare che il nostro cibo fosse più sicuro che mai.
Dopo il motivo dell’igiene un'altra ragione importante per la dislocazione della produzione al di fuori delle città furono gli affitti. Già dopo la Seconda Guerra Mondiale gli urbanisti iniziarono un movimento nel quale vi era una netta divisione tra aree destinate all’abitazione ed aree destinate alla produzione (modernismo). Le città iniziarono ad allargarsi e tutte le industrie vennero dislocate alle periferie delle città. Attualmente gli edifici industriali avanzati vengono riutilizzati per trasformare queste aree in nuovi quartieri vivibili (vedi New York’s Meat Packing District).
Ora come ora la produzione alimentare avviene in posti molto lontani così che non dobbiamo preoccuparci più di odori persistenti o rumori fastidiosi, ne abbiamo totalmente perso il controllo. Il controllo è stato attualmente rilevato dalle autorità, ma si è visto che questo non é sempre sufficiente. Inoltre non abbiamo nessuna idea di come il nostro cibo venga prodotto, non sentiamo il profumo del pane appena sfornato al nostro risveglio, non sappiamo chi abbia prodotto il nostro cibo, etc.
Le opportunità di lavoro nelle città sono andate perse e con esse anche le persone che davano al cibo una funzione sociale nella nostra vita. Il cibo è diventato anonimo. Non possiamo comunicare con la persona che lo ha preparato facendole un complimento. Possiamo solo lamentarci scegliendo prodotti di un altro produttore senza dire al precedente come migliorare il procedimento.
Per questo dovremmo cercare di avvicinarlo di nuovo di piú a noi. Andate dal panettiere e fategli un complimento sul pane. Passate dal verduraio e chiedetegli come conservare al meglio le verdure che avete appena acquistato. Andate a trovare il macellaio che vi spiegherà come preparare uno stufato d’autunno perfetto. Non abbiate timore di loro. Non vi morderanno.
Traduzione di Anna Noaro
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