di
Daniela Sciarra
18-07-2011
Dalla lampuga al pesce sciabola, dal sugarello al barracuda, passando per il pesce serra o la sardina. Il consumo sostenibile impone di svincolarsi dalle mode e da modelli culturali ormai consolidati. Al ristorante Antica Biblioteca Valle di Roma si impara a degustare specie pregiate di pesce dimenticato attraverso un menu sostenibile e di qualità.
Secondo l’ultimo rapporto della FAO, la percentuale di stock mondiali valutati, per i quali sono stati raggiunti o superati i quantitativi massimi di pesca sostenibile, a livello mondiale, è superiore all’80%. Inoltre, delle 700 specie marine commestibili, solo il 10% arriva sui banchi delle pescherie e sulle tavole dei consumatori, eppure questo non significa che altri pesci non vengano pescati. Al contrario, molte di queste specie risultano comunemente catalogate dagli operatori del settore come "catture accessorie", da rigettare in mare.
Così mentre il 35% delle risorse ittiche è attualmente sovra pescato, a causa di mode culturali o alimentari ormai consolidate, noi consumiamo solo una trentina delle specie ittiche esistenti. Un quarto del pesce pescato, circa 27 milioni di tonnellate, infatti, viene preso accidentalmente e rigettato in mare ormai morto, semplicemente perché non riesce ad entrare nel mercato ed è cioè privo di valore commerciale.
A mettere nero su bianco questa situazione e a tentare un’inversione di tendenza, ci pensa il progetto Fish Scale che è stato promosso dall’Acquario di Genova, Legambiente, Lega Pesca, ACGI Agrital, Softeco Sismat e Coop Liguria, con il supporto della Commissione europea - attraverso lo Strumento finanziario Life + - e dalla Regione Liguria che ha deciso di attivare un circolo virtuoso che favorisca la distribuzione sul mercato delle specie ittiche minori, favorendone la domanda e il valore commerciale ma anche rendendo remunerativa la loro cattura per i pescatori e la loro commercializzazione per gli operatori del settore.
Un’attività di sensibilizzazione che si sta già concretizzando. Al ristorante Antica Biblioteca Valle di Roma è già stato lanciato il menu sostenibile e lo chef ogni martedì propone specialità gastronomiche che prevedono la cucina di specie ittiche minori - dal pesce sciabola al pesce serra, dalla lampuga al barracuda, piuttosto che il cefalo o il tombarello – che sono raccontate agli ospiti per educare al consumo sostenibile.
Secondo Legapesca, il progetto si pone anche l’obiettivo di sensibilizzare non solo i produttori ma anche e soprattutto i consumatori e la piccola e grande distribuzione al consumo delle specie meno conosciute, che abbondano nei nostri mari e che non hanno nulla da invidiare al pesce cosiddetto "pregiato" in termini di sapore, gusto e proprietà nutrizionali. Specie fortemente legate ai territori, la cui valorizzazione può dare un contributo alle economie costiere, soprattutto se si riuscirà a fare rete con il turismo, l’enogastronomia, la ristorazione e gli altri attori dello sviluppo locale.
Per maggiori informazioni www.pesceritrovato.it
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