di
Alessandra Profilio
02-05-2012
Con cinquantaquattro vittime dall'inizio dell'anno, il femminicidio rappresenta in Italia un'emergenza sociale che non può più essere ignorata. Dopo l'uccisione di Vanessa Scialfa, Se non ora quando e Lorella Zanardo hanno deciso di lanciare la petizione Mai più complici, che sta raccogliendo molte adesioni. Intanto 'TILT', una rete fatta di giovani donne e uomini, ha indetto un sit-in nel pomeriggio a Montecitorio, per chiedere azioni concrete.
Strangolata dal suo fidanzato per aver pronunciato il nome del suo ex in un momento di intimità. È questa la tragica fine che è toccata a Vanessa Scialfa, ventenne di Enna brutalmente uccisa e poi gettata sotto un ponte dal suo convivente, reo confesso. La tragedia di Vanessa non costituisce purtroppo un caso isolato: il suo è l'ultimo nome di un drammatico elenco di donne uccise nell'indifferenza.
Un sentimento malato, un uomo sbagliato, un raptus di gelosia. Con cinquantaquattro vittime dall'inizio dell'anno, il femminicidio rappresenta in Italia un'emergenza sociale che non può più essere ignorata. 127 le donne uccise nel 2010, 137 nel 2011.
Rashida Manjoo, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne in visita nel nostro paese alla vigilia dell’8 marzo scorso, ha sottolineato che in Italia si deve ormai parlare di 'femminicidio', neologismo coniato per indicare la distruzione fisica, simbolica, psicologica, economica, istituzionale della donna.
Ogni due giorni una donna viene uccisa, spesso per mano di un uomo a lei vicino. Un ex, un fidanzato, un marito.
A fronte dell'ennesimo femminicidio etichettato come 'omicidio passionale' Se non ora quando e Lorella Zanardo, autrice del documentario Il Corpo delle donne, hanno deciso di lanciare la petizione Mai più complici, che sta raccogliendo moltissime adesioni: da Susanna Camusso a Livia Turco, da Renata Polverini ad Anna Finocchiaro, dalla scrittrice Rosetta Loy a Roberto Saviano.
“Le notizie – si legge nel testo che invita a firmare la petizione - li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. È ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza.
Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi femminicidi. È tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà”.
Il testo dell'appello riporta poi alcune frasi significative che le ragazze scrivono in rete: “con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia (...) Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla”.
E sulla scia della petizione, la rete di giovani donne e uomini 'TILT' ha deciso di organizzare un flash mob che si terrà oggi, 2 maggio, alle 17 davanti a Montecitorio. Per ricordare le 54 vittime del 2012 saranno presenti in piazza i cartelli con il nome e l'età di queste donne. L'intento è quello di lanciare un appello alla politica affinché smetta di ignorare quest'emergenza sociale e si impegni per porre fine ad un simile orrore.
TILT chiede alle istituzioni e alla società civile di smetterla di limitarsi all’indignazione e alla condanna, ma di avviare piuttosto una riflessione profonda e trasversale a tutti i generi e tutte le età, supportandola nei fatti da una concreta azione di governo. Secondo l'associazione si potrebbe iniziare dal potenziamento dei fondi destinati a questo settore e avviare una compagna informativa che vada oltre i pregiudizi e gli stereotipi di genere.
La redazione del Cambiamento aderisce alla petizione
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