di
Paolo Ermani
21-11-2011
Nel 2006 l'ex edificio postale di Bolzano è stato completamente ristrutturato con standard di casa passiva. L'eccezionale risultato ottenuto indica che quella della ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio italiano è una strada che le amministrazioni pubbliche potrebbero, e dovrebbero, percorrere per affrontare la crisi.
Altro che crisi, le amministrazioni pubbliche i soldi li hanno eccome e sono quelli che ad esempio pagano nelle loro bollette energetiche.
Prendiamo uno degli innumervoli esempi per i quali si capisce che basterebbe intervenire sugli sprechi per trovare immense risorse e smetterla di tagliare lo stato sociale o svendere il patrimonio pubblico con la scusa che non ci sono soldi.
Ogni sindaco nel proprio ufficio dovrebbe avere accanto alla foto del presidente Napolitano, la foto dell'edificio ex poste di Bolzano che è nei pressi della stazione ferroviaria.
È un grande edificio pubblico sede di uffici della provincia di Bolzano ristrutturato completamente nel 2006 con standard di casa passiva e che ha raggiunto l'eccezionale risultato di un consumo di 7 kWh/mq all'anno contro gli oltre 200 kWh/mq annui precedenti, che poi sono il consumo abituale di un edificio simile in Italia. Questo risultato ha consentito di passare da un costo annuale di gasolio di 90 mila euro ad un costo di 4 mila (!). Il maggiore costo di investimento è stato del 10% rispetto ad una normale ristrutturazione e si ammortizza in cinque anni, dopodiché i guadagni sono assicurati.
I tempi di ritorno dell'investimento sono guarda caso simili al periodo di una legislatura. Un sindaco illuminato potrebbe iniziare interventi di questo tipo ad inizio mandato e alla fine mostrare risultati estremamente positivi. In fondo non è difficile, basterebbe copiare adattando i procedimenti di cui sopra alle proprie esigenze locali.
A questo punto però non si metta per favore in campo la giustificazione che la Provincia autonoma di Bolzano ha i soldi, è ricca, etc. perché dalla Sicilia in su, ogni Regione, ogni Provincia ha degli sprechi vergognosi in qualsiasi campo e settore. Ormai iniziano ad esserci enciclopedie sugli sprechi delle nostre amministrazioni pubbliche. Ci sono scrittori e giornalisti che scrivono fiumi di reportage su questi argomenti. Il problema non è quindi se c'è chi ha i soldi e chi non li ha, bensì piuttosto se c'è chi i soldi li usa bene e chi li butta via.
Vi immaginate poi interventi del genere in tutto il patrimonio edilizio pubblico italiano con una politica ad hoc? Altro che finanziarie di sacrifici, crisi terribili, spauracchi di crack economici, lacrime e sangue, sarebbe la volta di interventi intelligenti, mirati, economici e a vantaggio di tutti (forse tranne di chi ha interesse a vendere gasolio, gas o simili).
Quali benefici da questi interventi?
Ambientali: diminuzione complessiva dell'inquinamento
Economici: meno spese per le casse dell'amministrazione pubblica e conseguentemente poter migliorare i servizi ai cittadini.
Occupazionali: si crea nuova e numerosa occupazione in settori qualificati e qualificanti.
Energetici: riduzione dei consumi e quindi direttamente meno importazione o acquisto di combustibili fossili.
Ogni comune, anche il più piccolo, dovrebbe fare questi interventi e se veramente si volesse agire con intelligenza dal punto di vista statale, si dovrebbe immediatamente partire con una campagna a tappeto di supporto e sensibilizzazione nazionale per la ristrutturazione energetica del patrimonio pubblico, coinvolgendo imprenditori, artigiani, tecnici e cittadini.
Per fare ciò non servono certo i marziani, né vagonate di soldi, che i comuni comunque continuano a sprecare per le cose più assurde e inutili. In ogni caso anche se non li avessero potrebbero chiedere prestiti alle banche che, visti i tempi di ritorno e il guadagno certo di interventi del genere, difficilmente rifiuterebbero. Quali investimenti ad oggi infatti avrebbero ritorni notevoli e sicuri come questi piuttosto che continuare a giocare a Monopoli con alchimie finanziarie degne della strega Amelia?
Come se non bastasse, le amministrazioni pubbliche potrebbero poi chiedere di intervenire alle Esco, cioè quelle ditte che investono loro i soldi nei vari interventi e si ripagano con il risparmio energetico ottenuto.
Le possibilità sono molteplici e per ogni problema c'è anche più di una soluzione, quindi la questione non è se si può intervenire ma se si vuole intervenire.
La testa è fatta per essere usata bene, non per sbatterla sempre contro lo stesso muro costruito con i mattoni dell'inefficienza, dello spreco e dell'ignoranza.
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