di
Virginia Greco
28-06-2011
Lo scorso 23 giugno la Defkalion Green Technology ha annunciato in conferenza stampa che i primi dispositivi basati sul catalizzatore di energia (E-Cat) inventato da Andrea Rossi arriveranno sul mercato all’inizio del 2012, con il nome di Hyperion. Due le linee di prodotti: unità domestiche da 5-30 kW e moduli industriali da 1,5-3,5 MW. Gli scetticismi restano, ma l’interesse cresce.
La marcia di Andrea Rossi verso la commercializzazione della sua invenzione prosegue, così il suo reattore E-Cat, in grado di produrre una gran quantità di calore per mezzo di una reazione tra nichel e idrogeno (presumibilmente per fusione fredda), potrebbe arrivare a breve nelle case, in formato compatto.
Ad annunciarlo è stata la Defkalion Green Technology, azienda greca detentrice del diritto di industrializzazione e messa in commercio dei prodotti basati su tale tecnologia, in una conferenza stampa tenutasi lo scorso giovedì (23 giugno) a Palaio Faliro, in Grecia. A presenziare l’evento c’erano, oltre allo stesso Rossi, alcune autorità greche e vari giornalisti (soprattutto locali).
In tale occasione la Defkalion, che è stata fondata specificatamente per fabbricare e vendere il catalizzatore di Rossi, ha dichiarato il piano di produzione e di ingresso sul mercato.
Il catalizzatore di energia, noto come E-cat, costituisce il nucleo dei dispositivi che saranno realizzati, il nome commerciale dei quali sarà Hyperion. Al momento sono previste due linee di prodotti:
- unità da 5-30kW, di piccole dimensioni, ossia (55x45x35)cm, previste per applicazioni domestiche e negli uffici;
- unità da 1,15-3,45 MW, di dimensioni dell’ordine di (600x600x600)cm, per impieghi industriali.
Ciascuna delle due classi di prodotti è modulabile, singole unità possono quindi essere connesse in serie o in parallelo per aumentare la potenza o alimentare più impianti contemporaneamente.
Una prima fabbrica costruita a Xanthi è in fase di conclusione e sarà operativa, secondo quanto dichiarato da Defkalion, alla fine del 2011. Essa occupa una superficie di 6000m2 ed ha una capacità di produzione annuale di 300mila unità (divise tra modelli da kW e da MW). I primi prodotti domestici (5-30kW) saranno disponibili per gli acquirenti greci entro il primo trimestre del 2012.
Una seconda fabbrica (di 12000m2 e maggior capacità produttiva) sarà realizzata entro il prossimo anno, anch’essa a Xanthi.
Esse, appartenenti a Defkalion, produrranno tutto il dispositivo, nei suoi vari modelli, eccezion fatta per il cuore del reattore, quello su cui vige il segreto industriale. Ad occuparsene è infatti una seconda azienda connessa, chiamata Praxen Defkalion Green Technology (Global) Ltd., basata a Cipro.
Il lavoro congiunto di queste due imprese porterà alla commercializzazione del prodotto finito in un primo momento solo in Grecia, ma rapidamente anche nella regione dei Balcani e, a seguire, in tutto il mondo.
La Defkalion potrà concedere ad aziende estere il diritto di costruzione dell’Hyperion (in cambio di royalties), ma il cuore sarà comunque fabbricato da Praxen e venduto in formato assemblabile.
Il primo blocco Hyperion da 1MW sarà inaugurato entro la fine dell’anno e andrà ad alimentare proprio la fabbrica di Xanthi (nello specifico, esso costituirà l’unita di base di una matrice di dispositivi).
Di per sé il catalizzatore produce solo energia termica (ossia calore), ma l’elettricità può essere facilmente generata associando il dispositivo a turbine e micro-turbine a vapore, così da creare unità CHP (calore e potenza associate), quelle che saranno per l’appunto commercializzate.
In conferenza stampa è stato ribadito che i prodotti Defkalion, basati sull’invenzione di Andrea Rossi, garantiscono una produzione di calore - e quindi energia - da 6 a 30 volte maggiore a quella immessa (ossia impiegata per attivare la reazione), così da permettere un risparmio in termini economici del 90%.
La reazione fa uso di idrogeno, una piccola quantità di nickel, e un catalizzatore, la cui formula è tuttora coperta da segreto industriale. Nessun metallo prezioso o elemento radioattivo è però utilizzato e il processo non genera radioattività, né emette gas serra o sostanze dannose per l’ambiente.
Peraltro, sempre secondo quanto dichiarato da Defkalion, la Grecia detiene una grande riserva di nickel, pari all’83% dei depositi europei.
“Per mettere in funzione il reattore”, afferma Rossi “è sufficiente premere un interruttore, non sono necessarie capacità particolari e il dispositivo funziona in assoluta sicurezza. Basta seguire le istruzioni. La ricarica prevista è di una volta ogni sei mesi e sarà effettuata dallo stesso rivenditore.”
Di fronte a tali dichiarazioni, sembra che una nuova era della produzione energetica stia per iniziare e che presto non saremo più dipendenti dai combustibili fossili.
Di fatto, però, non è stata ancora data una spiegazione teorica del fenomeno che si verifica nel reattore di Rossi. Del resto il segreto imposto sulla formula del composto catalizzante non facilità la formulazione di ipotesi. L’assenza di un background teorico soddisfacente impone una certa cautela. A tal proposito Rossi ha dichiarato che ci sono degli accordi in corso con l’Università di Bologna per l’apertura di un progetto di studio sul suo reattore.
A scanso di equivoci, nel documento rilasciato da Defkalion (il “white paper”), l’azienda parla di una generica reazione “esotermica”, ossia che produce calore, prendendo le distanze dalle etichette di “fusione fredda” e “reazione nucleare a bassa energia”, che sarebbero state attribuite dai media.
Vero è che quel che funziona, funziona. Sicuramente la strategia commerciale si basa su questo. Ma vari detrattori di Rossi temono la truffa, sia perché l’inventore è un filosofo ma lascia che lo si appelli ingegnere, sia, soprattutto, per una vicenda spiacevole che l’ha visto protagonista negli anni Settanta.
Rossi dichiarò di aver scoperto un modo per produrre combustibili fossili a partire dai rifiuti solidi urbani in maniera vantaggiosa (ossia producendo più energia di quella che impiegava). Una società, la Petroldragon, fu fondata per sfruttare questa invenzione, ma i risultati non arrivarono mai (al contrario, ci furono vari problemi giudiziari). Un’inchiesta giornalistica riguardo a questa vicenda è stata condotta da Angelo Saso per RaiNews24.
Una macchia sul curriculum, se pur grossa, di certo non implica che sicuramente dietro al reattore E-Cat ci sia un imbroglio, anche perché per il momento non si hanno elementi per sostenerlo. Lo scetticismo è pero comprensibile. Soprattutto perché, se è vero che la scoperta può arrivare prima della spiegazione, comunque la teoria deve seguire a ruota e il processo deve essere ripetibile indipendentemente e “alla luce del sole”.
Un atteggiamento che si ponga nel mezzo tra una totale fiducia e la completa negazione della possibilità è probabilmente il più saggio, ossia l’accordarsi ad un sano principio di cautela non ottusa.
Note
(*) Architettura semplificata di un’unità Hyperion da kW. A è il reattore, in cui è presente il nickel e il composto catalizzatore. L’idrogeno pressurizzato alloggia in B. La reazione avviene in A. In un circuito termico chiuso scorre un fluido (glicole) che asporta il calore prodotto nella reazione. Una gruppo di resistori fornisce il calore necessario a innescare la reazione (consumando meno di 0,5kW/h). Nell’area C alloggia l’elettronica di controllo e la pompa che fa circolare il fluido nel circuito termico.
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