di
Carlo Carlucci
19-05-2011
In Toscana una percentuale rilevante di energia elettrica consumata viene prodotta tramite lo sfruttamento dei bacini geotermici presenti nella regione, in particolare da Larderello all'Amiata. Tale fonte energetica, tuttavia, non può essere definita né rinnovabile né pulita. Da Carlo Carlucci, esperto di geotermia, la descrizione del quadro che vede coinvolte l'Enel e la Regione Toscana.
La geotermia si può ben dire che è nata in Toscana, a Larderello per la precisione. Diciamo che è un marchio di fabbrica tutto italiano. In Italia ha visto il suo ambiente in Toscana da Larderello all’Amiata. Fornisce qualche punto percentuale (in termini di produzione elettrica) a livello nazionale, mentre in Toscana supera abbondantemente il 20%.
È una fonte rinnovabile e sostenibile come il vento e il sole? Beh, non proprio. Un pozzo di estrazione dura venti, trent’anni. A Larderello dopo settanta e passa anni di sfruttamento è stato stimato che i pozzi abbiano due anni di vita.
È energia pulita? Non proprio. Nel mondo le centrali amiatine sono tra le più inquinanti. Fanno a gara con due centrali per il cocktail di gas tossici.
Una centrale geotermica, inoltre, ha bisogno del calore sotterraneo e dell’acqua che si trasforma in vapore a contatto con le rocce magmatiche. Per l’appunto l’Amiata, Mons ad meata, sopperisce al fabbisogno idrico di 700.000 persone e sino ad un po’ di tempo fa l’Enel aveva la vita facile: le acque superficiali alimentano il bacino idrico e quelle profonde il bacino geotermico profondo. Gli ambientalisti sollevavano parecchi dubbi, ma Enel e Regione Toscana (titolare dei diritti di concessione) tiravano via diritto: i due bacini non sono collegati fra di loro. Punto e basta.
Invece con l’istallazione di una centrale da 20 MGW, Bagnore, le perplessità e i dubbi che nascevano dalle centrali di Piancastagnaio hanno trovato ulteriore conferma. La percentuale di arsenico nell’idropotabile raggiungeva livelli sempre più alti, oltre la soglia ammessa dall’OMS e, dato nuovo e incontrovertibile, le riserve idriche amiatine subivano un drastico ridimensionamento (si parla del 40-50 %). E il bilancio idrico (cioè il calcolo dell’acqua che entra ed esce)? Promesso più 10 anni fa non è stato ancora fatto dalla Regione (anche perché se si accetta la tesi dell’Enel che non vi è interferenza fra i due bacini, sarebbe superfluo). Però lo promettono.
Ogni tanto si tira fuori la storia gloriosa del know how dell’Enel. Ma chi la contesta? Si contesta che fino ad oggi Enel ha avuto la strada spianata. Si sa che negli USA costruisce, lontano dai centri abitati, centrali a ciclo binario - cioè con dispersione zero di fumi e reimmissione del vapore, diventato acqua - ma da noi in Italia non si possono fare. Così sostengono gli ingegneri dell’Enel.
Malgrado questo quadro poco confortante, la Regione ha sottoscritto un Protocollo con Enel per l’aumento della geotermia. Sull’Amiata assieme a un piano di riassetto delle centrali di Piancastagnaio, è prevista sempre a Bagnore una centrale da 40 MGW accanto a quella da 20 MGW.
I compensi per la Regione Toscana? Non si capisce bene il valzer delle cifre, ma pare che questi compensi siano centuplicati rispetto a prima. La Regione si è accorta che si faceva pagare troppo poco ("questi comunisti idealisti"...), e l’Enel ha improvvisamente allargato i cordoni della borsa. Se l’affare va conviene così. Basta che non pretendano centrali costose tipo quelle installate negli USA.
E poi c’è la faccenda dei certificati verdi, trattandosi di energia ‘verde e pulita’. Enel per la geotermia li riscuote eccome. E ancora, per tot KW prodotti con la geotermia (energia sostenibile, no?) Enel può dismettere centrali a metano (costoso) e metterci centrali a carbone, sommamente inquinante, ma molto conveniente. Autorevoli esponenti del Pd come Violante, responsabile di una fondazione made in Enel, intervengono contro certi PM (come è accaduto in quel di Rovigo) quando vogliono vederci chiaro in questi lacchezzi. Ci pensa Alfano.
Meditate gente. E votate bene.