Carta, da Greenpeace una guida all'acquisto responsabile

Perché mandare a rotoli le foreste per un fazzoletto? Ce lo chiede il 'video virale' girato da Greenpeace per sensibilizzare e promuovere una guida all'acquisto responsabile di carta igienica, rotoloni, tovaglioli e fazzoletti. Uno strumento in più per evitare di acquistare interi pezzi di preziose foreste pluviali.

Carta, da Greenpeace una guida all'acquisto responsabile
Sono poche le aziende produttrici virtuose come Coop e AS (Gruppo Schlecker). A rischio, nella fascia rossa, i prodotti di Auchan, Sma e Pam. Tra i non classificabili, i prodotti della multinazionale Georgia Pacific, come quelli a marchio Tenderly e Tutto. Per promuovere la guida Greenpeace ha girato il video virale 'Deforestation Nightmare' interpretato dall'attrice Barbara Tabita, testimonial della campagna Deforestazione Zero di Greenpeace e protagonista della serie televisiva I Cesaroni. Negli ultimi anni la richiesta di polpa di cellulosa per la produzione di carta sta pericolosamente accelerando la distruzione degli ultimi polmoni del pianeta, minacciati dall'irresponsabilità di aziende come Asia Pulp and Paper (APP) e dai loro clienti. Anche l'industria cartaria italiana ha le sue responsabilità: mantenendo rapporti commerciali con multinazionali coinvolte nella deforestazione, anche le aziende italiane rischiano di immettere sul nostro mercato prodotti che causano fenomeni come la distruzione delle foreste e il cambiamento climatico. Tra le carte igieniche valutate nella guida Foreste a rotoli sono solo cinque i prodotti riciclati al 100%: Coop Vivi Verde, Grazie Lucart, Esselunga Riciclata, Carrefour Ecoplanet e AS. Prima di acquistare, però, si deve fare attenzione al nome completo del prodotto: questo perché alcuni marchi, come Carrefour ed Esselunga, producono anche altre tipologie di carta igienica, valutate come insufficienti o addirittura pericolose. Soltanto Coop e AS utilizzano per tutti i propri prodotti esclusivamente carta riciclata e certificata FSC (Forest Stewardship Council). E i peggiori? Consultando la guida più dell'80% dei prodotti non raggiungono la sufficienza. Tra i non classificabili, infine, Tenderly e tutti i prodotti dall'azienda Georgia Pacific che si è formalmente rifiutata di fornire a Greenpeace le informazioni necessarie per l'inserimento in classifica. Le etichette dei prodotti che abbiamo valutato sono molto spesso fuorvianti. Denominazioni come: 'ecologico', 'eco', 'green' fioriscono su prodotti che invece non contengono affatto fibre riciclate o certificate FSC o ne contengono bassissime percentuali. In tutti questi casi c'è poco 'green' e molto 'greenwashing'. Per realizzare la guida, abbiamo valutato più di 200 prodotti di circa 30 aziende scegliendo tra quelli più distribuiti negli scaffali dei supermercati. Alle aziende produttrici identificate è stato inviato un questionario nel quale veniva chiesto di indicare le percentuali di fibra riciclata e certificata FSC (Forest Stewardship Council) utilizzata nella produzione e nelle informazioni sul processo di sbianca.

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