di
Legambiente
02-02-2011
La Commissione Ambiente ha approvato ieri a maggioranza una risoluzione non vincolante per la modifica della normativa sul benzo(a)pirene. Legambiente: "È una presa in giro a spese dei cittadini che continuano a respirare un pericoloso cancerogeno".
"Oggi la Commissione Ambiente ha votato a maggioranza una mozione che, invece di chiedere perentoriamente al Governo la modifica della norma sul benzo(a)pirene, si limita timidamente a chiedere al Ministero dell’Ambiente la possibilità di rivedere il decreto legislativo 155/2010. Si tratta di un’evidente presa in giro da parte dei deputati del Pdl e della Lega verso quei cittadini che oggi nel nostro Paese continuano ad essere esposti a questo potente cancerogeno".
Così Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente ha commentato il voto di ieri pomeriggio in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati sulla modifica della normativa sulla qualità dell’aria che riguarda anche il benzo(a)pirene. Questa legge, pubblicata in gazzetta in pieno agosto, ha rimandato al 2013 il raggiungimento dell’obiettivo di un nanogrammo per metrocubo di benzo(a)pirene in aria.
"La maggioranza in Commissione Ambiente continua incredibilmente a prendere tempo interrogandosi sull’opportunità di cambiare un decreto che, come è noto, per le sue ricadute su Taranto è stato definito 'salva Ilva' – hanno aggiunto Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto -. Intanto i dati a Taranto confermano che l’esposizione dei cittadini è ancora rilevante, basti pensare che nei primi 10 mesi del 2010 nel quartiere Tamburi è stata registrata una media di 2 ng/m3 di concentrazione di benzo(a)pirene".
"Ma nonostante le proteste di migliaia di persone che hanno firmato la petizione di Legambiente 'Liberiamo l’aria dal benzo(a)pirene' e hanno manifestato in tutti i modi il proprio dissenso, si impone ai tarantini e agli abitanti di altre città italiane di continuare a respirare un pericolosissimo cancerogeno. Quanto altro dovremmo aspettare, dunque, perché la salute dei cittadini sia messa al primo posto nelle scelte di chi li rappresenta in Parlamento?".