di
Alessandra Profilio
01-06-2011
Secondo le stime dell'Agenzia Internazionale per l'Energia nel 2010 le emissioni di CO2 hanno raggiunto un livello record, sorpassando del 5% il precedente record del 2008. Si tratta di una grave inversione di tendenza che costituisce un freno consistente per la lotta contro i cambiamenti climatici.
“Il mondo è molto lontano dal raggiungere l'obiettivo di un aumento massimo di 2° della temperatura globale”. Così Connie Heddegaard, Commissaria europea per l'azione climatica, commenta i dati emersi dal World Energy Outlook 2010 dell'Iea (International Energy Agency).
Secondo le stime dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, infatti, nel 2010 le emissioni di CO2 hanno raggiunto un livello record, sorpassando del 5% il precedente record del 2008. Si tratta di una grave inversione di tendenza, legata alla ripresa dei consumi post crisi economica, che costituisce una forte battuta d'arresto nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Come si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'Agenzia, “dopo un abbassamento delle emissioni nel 2009 causato dalla crisi finanziaria mondiale, queste sono salite sino al livello record di 30,6 gigatonnellate, un aumento del cinque per cento rispetto al precedente record nel 2008, quando i livelli hanno raggiunto le 29,3 gigatonnellate”.
Il dottor Fatih Birol, capo economista presso l'IEA che supervisiona l'annuale World Energy Outlook, ha spiegato che il mondo è incredibilmente vicino al confine del livello di emissioni che non dovrebbe essere raggiunto entro il 2020, se si vuole rispettare il target dei 2° C. Pertanto, a meno che non vengano prese con urgenza decisioni coraggiose e concrete, sarà estremamente difficile riuscire a raggiungere l'obiettivo globale concordato a Cancun.
Come rileva il rapporto, in termini di combustibili, il 44% delle emissioni stimate di CO2 nel 2010 provenivano da carbone, il 36% dal petrolio e il 20% dal gas naturale.
L'Agenzia Internazionale per l'Energia stima che nel 2010 il 40% delle emissioni globali proviene dai Paesi Ocse, questi Paesi hanno rappresentato soltanto il 25% della crescita delle emissioni rispetto al 2009. I Paesi non-Ocse, guidati da Cina e India, hanno visto un aumento molto più forte delle emissioni, data la loro crescita economica accelerata. Tuttavia, su base pro capite, i paesi Ocse hanno collettivamente emesso 10 tonnellate, a fronte di 5,8 tonnellate per la Cina e 1,5 tonnellate in India.
Come conclude l'IEA, “la sfida di migliorare e mantenere la qualità di vita per le persone in tutti i paesi, pur limitando le emissioni di CO2 non è mai stata più grande”.