di
Claudia Bruno
30-03-2011
Nel mare di Fukushima sono stati registrati tassi di iodio radioattivo superiori 3.355 volte i limiti legali. Lo rende noto l'agenzia per la sicurezza nucleare giapponese. E all'orizzonte non si vede la fine della crisi nucleare giapponese. A dirlo è stato lo stesso governo nipponico che oggi ha comunicato anche che saranno rivisti i sistemi per la sicurezza degli impianti nucleari del paese e sarà dato più spazio alle rinnovabili. Greenpeace chiede informazioni più chiare e il blocco immediato per la costruzione delle nuove centrali.
27.500 tra morti e dispersi dopo il terremoto, migliaia le persone rimaste senza un tetto sotto il quale dormire. Ma il Giappone non ha potuto dedicare loro la giusta attenzione, troppo preso dalle nubi radioattive che dopo lo tsunami hanno sovrastato la centrale Daiichi di Fukushima, quella che più di tutte è stata danneggiata.
All'orizzonte non si vede la fine della crisi nucleare giapponese. A dirlo è stato lo stesso governo nipponico che oggi ha comunicato anche che saranno rivisti i sistemi per la sicurezza degli impianti nucleari del paese. "Non siamo in una situazione in cui possiamo dire avremo la cosa sotto controllo entro un dato periodo", ha detto il segretario di gabinetto Yukio Edano. Intanto, Obama ha annunciato di voler inviare dei robot nella centrale di Fukushima, e Sarkozy ha detto che domani sarà in visita a Tokyo. Tuttavia, anche se il Giapppone accetterà l'aiuto di Stati Uniti e Francia per il 'contenimento' della radioattività, nessuno per ora è in grado di dire entro quando la situazione dell'impianto potrà essere definita stabile e fuori pericolo.
La notizia del giorno, però è un'altra. Nel mare di Fukushima, a largo, davanti all'impianto dove è avvenuto l'incidente nucleare peggiore dopo quello di Chernobyl del 1986, sono stati registrati tassi di iodio radioattivo superiori 3.355 volte i limiti legali. Lo rende noto l'agenzia per la sicurezza nucleare giapponese. Un dato interpretato immediatamente come prova aggiuntiva che ci siano perdite di radioattività dai reattori di Fukushima danneggiati gravemente dallo tsunami di venerdì 11 marzo.
Già il ritrovamento di plutonio, nell'area interessata dall'impianto si Fukushima, ha risvegliato l'allarme ieri e a tal proposito l'associazione Greenpeace - che sul posto ha mandato una squadra di attivisti per rilevare i reali livelli di radioattività - ha sollevato l'attenzione sull’immediata necessità di evacuare i cittadini giapponesi dalle aree circostanti la centrale.
Adesso la preoccupazione collettiva si sposta sull'ecosistema marino e sullo stesso oceano che rischia di essere irreversibilmente contaminato, insieme al pesce. Quella degli alimenti resta una questione delicata. Sono già diversi i paesi confinanti con il Giappone che hanno bloccato le importazioni di prodotti alimentari ed è di queste ore l'annuncio da parte del team di Greenpeace attualmente sul posto, di voler monitorare oltre alla radioattività presente nell'aria, anche quella presente in latte e verdure.
"Mentre le nostre prime misurazioni confermano i dati delle autorità giapponesi, le stesse autorità non riescono a proteggere adeguatamente la popolazione e non forniscono sufficienti informazioni", ha dichiarato oggi in conferenza stampa a Tokyo, Jan van de Putte, esperto in sicurezza da radiazioni. "È nostro obbligo morale comunicare adesso i nostri risultati. La maggior parte delle persone vive ancora in aree contaminate come Iitate, dove bastano pochi giorni per essere esposti alla dose massima di radiazione consentita in un anno."
In merito alle dichiarazioni di oggi del Capo di gabinetto giapponese Yukio Edano, secondo il quale il Giappone sarebbe intenzionato a investire in fonti di energia rinnovabile nel quadro del piano di ricostruzione, poi Greenpeace ha sollecitato un atteggiamento più deciso.
"Siamo felici che il Governo intenda investire in un futuro di energie pulite. Tuttavia, se il Giappone vuole seriamente evitare un'altra crisi come quella di Fukushima, il Governo deve immediatamente bloccare i progetti di costruzione di nove nuove centrali entro il 2020 e concentrare gli investimenti sul risparmio energetico e sull'utilizzo di fonti di energia sicure e rinnovabili come il fotovoltaico" ha dichiarato Hisayo Takada, responsabile della campagna clima di Greenpeace Giappone.
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