di
Alessandra Profilio
23-02-2012
A Fukushima scimmie e cinghiali verranno utilizzati come 'cavie' per verificare i livelli di radioattività nell'area colpita dall'emergenza nucleare. Intanto, su 54 reattori presenti su tutto il territorio nazionale giapponese, attualmente ne restano attivi soltanto due, destinati ad essere spenti entro un paio di mesi.
Non bastavano le 'altre' vittime del disastro di Fukushima, abbandonate e lasciate morire nei pressi della disastrata centrale. Come reso noto dal giornale francese Le parisien, le autorità giapponesi hanno ora deciso di sacrificare scimmie e cinghiali che verranno utilizzati come 'cavie' per verificare i livelli di radioattività nell'area colpita dall'emergenza nucleare. A tal fine, i primati saranno muniti di GPS, contatori Geiger e dosimetri.
Il vicepresidente dell'Università nipponica, Takayuki Takahashi, ha spiegato che l'utilizzo di questi animali selvatici permetterà di creare una mappa accurata dei livelli di radiazione nel cuore delle foreste che coprono il 71% della prefettura di Fukushima e talvolta sono difficili da raggiungere.
Gli scienziati sperano in tal modo di conoscere il livello di esposizione degli animali e l'impatto delle radiazioni sulla fauna selvatica che vive nei pressi dell'impianto. Ciò che si vuole determinare, in particolare, è “il movimento di radioattività” nelle foreste che si teme possano essere altamente contaminate. Gravi sono infatti le conseguenze che potrebbe comportare la contaminazione delle foreste, principali fonti di legno, acqua e cibo a Fukushima.
A preoccupare, tuttavia, non sono soltanto le foreste. La centrale di Fukushima è infatti situata in riva al mare e le analisi sui fondali del porto davanti al quale sono allineati i reattori hanno riscontrato una “concentrazione relativamente alta” di materiali radioattivi. Ecco perché la Tepco ha deciso di ricoprire il fondale di cemento e betonite al fine di evitare che i fanghi sottomarini altamente radioattivi possano sollevarsi spargendo così la contaminazione nucleare.
Intanto il Giappone, sino a pochi mesi fa fortemente dipendente dall'atomo, sta praticamente vivendo senza nucleare. Al momento, infatti, su 54 reattori presenti in tutto il territorio nazionale, ne sono attivi soltanto 2, che peraltro verranno spenti entro un paio di mesi. In seguito al disastro di Fukushima, le diverse centrali sono state spente per effettuare gli stress test. Anche dopo i controlli, però, nessuna delle strutture disattivate è stata riaccesa.
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