Il ritrovamento di Plutonio, sostanza tossica oltre che radioattiva, rilasciato dall'impianto di Fukushima rende ancora più urgente l'immediata necessità di evacuare tutti i cittadini giapponesi dalle aree circostanti la centrale.
“La notizia del ritrovamento di Plutonio rilasciato dalla centrale di Fukushima è agghiacciante. Il plutonio è una sostanza tossica oltre che radioattiva che se inalata o ingerita può danneggiare gravemente gli organi interni, in particolare lo scheletro, i polmoni e il fegato”, denuncia Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace.
Questa notizia rende ancora più urgente l’immediata necessità di evacuare i cittadini giapponesi dalle aree circostanti la centrale. “Il governo del Giappone ha accusato Greenpeace di fornire dati non accurati sulla contaminazione delle aree attorno a Fukushima, ma purtroppo - continua Onufrio - i nostri dati (da 7 a 10 microSivert/ora a 40 km dalla centrale) non fanno che confermare quelli del Governo della Prefettura di Fukushima”.
Il 27 marzo scorso, infatti, nello stesso villaggio di Iitate dove Greenpeace ha misurato questi tassi inaccettabili di radiazioni, la Prefettura di Fukushima rilevava livelli di 8,2 microSievert/ora. Il 15 marzo i valori erano di ben 44,7 microSievert/ora.
L’unica differenza tra Greenpeace e il governo del Giappone è sul livello di protezione da garantire a chi vive in aree dove in pochi giorni si supera la soglia (1000 microSievert) massima di radiazioni tollerabili in un anno, considerando la sola esposizione esterna alle radiazioni e non considerando quelle delle particelle che che vengono inalate o ingerte. Inoltre, la squadra di radioprotezione di Greenpeace ha potuto verificare che solo una piccola proporzione degli abitanti dell’area si è allontanata, mentre gli altri continuano a restare in una zona pericolosa, soprattutto per bambini e donne in gravidanza.
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