di
Alessandra Profilio
04-02-2011
Il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo continua a frenare gli allarmismi. L'ultima dichiarazione, in particolare, è stata che l'incidente avvenuto l'11 gennaio scorso a Porto Torres "si può dire sostanzialmente risolto". Intanto, però, le immagini satellitari rivelano un dato inquietante sullo sversamento di idrocarburi: quel giorno l’olio combustibile era già in mare sei ore prima che scattasse l’allarme. Perché?
L'incidente avvenuto l'11 gennaio scorso a Porto Torres e causato dalla perdita in mare di migliaia di litri di olio combustibile “si può dire sostanzialmente risolto senza che, allo stato delle conoscenze, si possa parlare di disastro ambientale”. Secondo il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo la questione è dunque di fatto archiviata. E la marea nera? Scomparsa: “non risultano più presenti sui litorali ispezionabili da terra, grumi di olio combustibile solidificato” e anche in mare “non sono più presenti tracce di inquinamento”.
Il Ministro ha concluso quindi che la Sardegna non ha bisogno di “ingiustificati allarmi” anche perché quello avvenuto durante le operazioni di scarico di una nave cisterna nella centrale termoelettrica E.On di Fiume Santo è stato “un piccolo sversamento senza conseguenze per il mare e il paesaggio”.
Nel frattempo però le immagini satellitari della marea nera rivelano un dato inquietante circa il “piccolo sversamento” verificatosi a Porto Torres: l’olio combustibile era già in mare sei ore prima che scattasse l’allarme. Alcune immagini satellitari - immagini Sar, elaborate dal team Emergency di e-Geos (societa' Telespazio/Asi) e inviate a Terra dal satellite Ers 2 dell' Agenzia spaziale europea (Esa) – mostrano infatti che alle ore 10,13 dell'11 gennaio la chiazza di olio combustibile aveva già un'estensione di 0,97 chilometri quadrati.
Perché, dunque, l’allarme è stato dato soltanto alle 16.45?