di
Alessandra Profilio
11-01-2012
La Corte dei diritti dell'Uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia per la cattiva gestione della crisi dei rifiuti in Campania. La Corte ha riconosciuto infatti la violazione del diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare: lo Stato non può costringere i suoi abitanti a vivere tra l'immondizia e la sporcizia. Intanto, i rifiuti di Napoli viaggiano verso gli inceneritori olandesi.
La Corte dei diritti dell'Uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia per la cattiva gestione della crisi dei rifiuti in Campania. La Corte ha riconosciuto infatti la violazione del diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare: lo Stato non può costringere i suoi abitanti a vivere tra l'immondizia e la sporcizia.
Secondo la sentenza dell'organismo europeo, che però non è definitiva, lo Stato italiano, a partire dal 1994, non è stato capace di gestire adeguatamente l'emergenza rifiuti in Campania. Non è stato però riconosciuto un danno alla salute.
Il ricorso era stato presentato alla corte 4 anni fa, il 9 gennaio del 2008, da 18 cittadini di Somma Vesuviana che sostenevano peraltro l'esistenza di una relazione tra un aumento dei casi di cancro e la gestione dei rifiuti in Campania.
Il ricorso invocava gli articoli 2 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (rispettivamente, il diritto alla vita e quello al rispetto della vita privata e familiare), sostenendo che, non adottando le misure necessarie per garantire il buon funzionamento del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti in Campania, le autorità pubbliche hanno gravemente nuociuto all'ambiente della loro regione mettendo in pericolo le vite e la salute dei cittadini, senza informarli dei rischi.
La Corte ha riconosciuto che c'è stata violazione dell'articolo 8 per quanto riguarda “l'incapacità prolungata delle autorità italiane ad assicurare il funzionamento regolare del servizio di raccolta, trattamento ed eliminazione dei rifiuti, incapacità che ha danneggiato il diritto dei cittadini al rispetto della loro vita privata e del loro domicilio”, mentre ha riconosciuto allo Stato di avere informato, nel 2005 e nel 2008, la popolazione coinvolta.
Il giudizio di condanna della Corte non è definitivo in quanto nei prossimi tre mesi ogni parte può impugnare la sentenza della Corte davanti alla Grande Camera: decorso il periodo o rigettata l'istanza, la sentenza viene considerata definitiva.
Ieri, intanto, sono state avviate le operazioni di carico dei rifiuti a bordo della nave Nordstern, la prima nave proveniente dall'Olanda che trasporterà i rifiuti da Napoli per bruciarli in un inceneritore olandese. La Nordstern era partita dal Mare del Nord lo scorso 29 dicembre e, in base a quanto stabilito dall'accordo, sono previste due partenze di cargo carichi di rifiuti alla settimana.
L'Olanda ha accettato di 'accogliere' l'immondizia di Napoli e provincia in quanto è uno dei Paesi europei che si trova con una capacità impiantistica superiore alla quantità di rifiuti destinati all'incenerimento. Come ha spiegato Michele Bertolino di Legambiente, “l'Olanda accoglie di buon grado i rifiuti napoletani perché non dispone più di sufficienti quantitativi di combustibile per i propri inceneritori”.
Tale situazione, piuttosto diffusa anche in altri Paesi europei, si è venuta a creare in quanto il progressivo incremento della raccolta differenziata ha gradualmente ridotto la quantità di materiale da bruciare negli inceneritori.
“È un problema comune a molti impianti d'Europa, e dal quale avremmo dovuto imparare anche noi”, ha commentato Bertolino. Eppure “invece che imparare dagli sbagli altrui, continuiamo a costruire impianti sovradimensionati rispetto alle nostre esigenze”.
Quello che segue è un video-anteprima dell'inchiesta 'Sporchi da morire', dedicata proprio alla gestione dei rifiuti in Italia, che dopo le proiezioni di Roma e Napoli si appresta ad uscire nelle sale:
[video|sporchi_da_morire_anteprima]
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