Il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento ha lanciato un appello a tutta la popolazione pugliese per il sit in che si è tenuto giovedì 16 aprile sotto la Procura di Lecce «per chiedere di fermare ruspe e motoseghe e perché si accertino tutte le responsabilità di questa mostruosa vicenda che vuole il Salento e i suoi millenari ulivi e ogni specie vegetale e d'insetto cancellati per sempre compiendo un vero e proprio biocidio senza il minimo scrupolo».
Il piano del commissario del governo è stato ideato dopo la diffusione della xylella, un parassita sul quale si sono concentrati allarmi. Da giorni ormai centinaia e centinaia di cittadini presidiano le campagne giorno e notte a difesa degli ulivi e per impedire la diffusione di pesticidi chimici. Il Forum chiede «un intervento urgente della Procura di Lecce e non solo per sequestrare i cantieri volti al taglio degli alberi d’ulivo a Oria, a Veglie, come in altri paesi del Salento; vogliamo il sequestro dei cantieri per il taglio della flora spontanea lungo i canali, fossi, strade, nelle aree verdi; vogliamo il divieto di irrorazione di insetticidi, pesticidi e erbicidi in nome della xylella; vogliamo che venga impedita la distruzione delle piante bloccate ingiustamente all’interno dei vivai, nonostante esse siano completamente sane come risultato dalle analisi. Un’assurdità la loro distruzione prevista nel piano anti-xylella, come i divieti dei reimpianti in Salento delle innumerevoli piante ulivi, mandorli, rosmarino, alaterno, acacia, oleandri, albicocco, pesco, pruno, malva. Chiediamo alla magistratura di approfondire come sia stato possibile inserire all’interno di atti e decreti pubblici queste follie».
«In questo momento in cui è evidente che le istituzioni hanno smarrito la luce della ragione – prosegue il Forum - chiediamo alla magistratura di riportare razionalità, logicità, legalità, scientificità e, soprattutto, moralità nella nostra terra che è stata messa assolutamente in ginocchio non dal batterio, ma da quanto da taluni è stato mostruosamente costruito intorno ad esso. Sono già stati tagliati ulivi verdissimi e in fiore ad Oria (Br) dove gli esecutori di questa pura follia hanno dirottato la loro azione su alcuni grandi alberi all'interno di un campo recintato per neutralizzare il cordone pacifista di tantissime persone presente in loco. Le operazioni di massacro sono state compiute in pochi minuti barbaramente, ovviamente, senza alcuna profilassi fitosanitaria, a ulteriore conferma di quanto sia tutto una messa in scena mediatica strumentale; non a caso erano state convocate in loco le televisione di mezzo mondo e, a dimostrazione ancora del pressappochismo di tutta questa intollerabile operazione, senza il rispetto di alcuna norma di sicurezza per gli stessi operatori taglialegna».
«Tanti esposti sono stati già precedentemente depositati in Procura a Lecce da innumerevoli cittadini e associazioni-comitati in merito alla questione xylella e agli innumerevoli punti poco chiari che stanno ammantando l’intera vicenda, sottolineando la sproporzione e l’inammissibilità di numerosi dei punti contenuti nel piano anti-xylella, in particolare:
· -eradicazioni di olivi, nonostante il fatto che ovunque gli alberi colpiti da sintomatologia di secco di alcuni rami abbiano dimostrato grandi capacità di ripresa e rivegetazione con ritorno a una piena produttività;
· -uso di pericolosi pesticidi per la salute umana e di ogni essere vivente, che, come segnalato in numerosi comunicati della LILT (Lega Italiana Lotta contro il Tumori) e di ISDE (Medici per l’Ambiente, uccidono insetti utilissimi come le api scompensando completamente il nostro ecosistema e con la ratio, inammissibile, di cancellare una specie dell’entomofauna salentina quale il cicadellide Philaenus spumarius vivente nel Salento da ben prima dell’arrivo dell’uomo, che, terroristicamente, è additato come responsabile della sintomatologia che in realtà tanti studi dimostrano essere prioritariamente collegata ad altri fattori: Il cicadellide viene considerato vettore della xylella in Salento sulla base di studi incerti e non corroborati e avvalorati da controverifiche in seno alla comunità scientifica;
· -paradossale immorale cancellazione della flora spontanea e non, lungo i margini di strade canali e fossi, margini poderali e aree verdi, pubbliche e private, con la cancellazione di ben oltre 100 specie vegetali, diserbo dell’intera flora nelle aree agricole e naturali anche con l’uso del fuoco.
La cancellazione ovunque della flora spontanea è un atto di desertificazione artificiale che significa anche cancellazione della nidificazione degli uccelli insettivori che hanno il loro nido tra arbusti e alberi, la cui distruzione comporterà la decrescita della popolazione di tali uccelli con conseguente esplosione di insetti autoctoni come la Zeuzera pyrina, rodilegno giallo, che si sa essere con certezza una delle principali cause del CoDiRO (il nome dato recentemente alla sintomatologia degli ulivi che presentano disseccamenti di alcuni rami intono alla quale è stata costruita questa assurda frode della xylella). Proprio l’incuria nei confronti degli uliveti dove sono venute meno le antiche pratiche che vedevano contadini specializzati cercare i buchi nel tronco causati dalla Zeuzera e nei quali tali esperti coltivatori inserivano un filo di metallo, detto “u zippu”, per uccidere tali bruchi, sono alla base della manifestazione del CoDiRO. Pertanto è doveroso qui evidenziare come le potature drastiche, che sono state previste e consigliate per combattere la Xylella, in realtà hanno favorito e favoriscono, come si nota sul campo, la propagazione delle infezioni fungine che, come si sa, si propagano per via di spore e che sono favorite dalle ferite dei tronchi non opportunamente protette e disinfettate e/o provocate da strumenti non adeguatamente sterilizzati. Così anche l’aver permesso l’asporto della legna secca, dicendo che la Xylella nella legna secca muore e non è elemento di ulteriore contaminazione perché non sporigena, in realtà ha favorito e favorisce la propagazione contaminante delle infezioni fungine, poiché i funghi-muffe, invece, hanno la capacità di propagarsi per via di spore; si crea, pertanto, un circolo vizioso. Che siano tali funghi responsabili del CoDiRO lo dimostra anche il fatto che si tratta degli stessi funghi che causano il mal dell’esca della vite. È inoltre grave che si presenti come un’epidemia pandemica assolutamente mai verificatasi con tale estensione quella del CoDiRO, termine di neoconiatura, quando la scienza agronomica salentina ci dice che proprio in maniera endemica gli ulivi salentini a distanza di molti decenni presentano cicliche epidemie che poi naturalmente superano, come dimostra l’esistenza di tantissimi olivi plurisecolari perfettamente vegeti e produttivi in tutto il Salento. Sarebbe anche interessante approfondire come sia possibile che nel CoDiRO, dove “Co-” sta per complesso, funghi-muffe e batterio Xylella dovrebbero collaborare insieme nell'attacco disseccante ai rami, quando solitamente proprio i funghi-muffe (questi sempre presenti negli olivi colpiti da CoDiRO) emettono notoriamente sostanze antibiotiche atte ad uccidere, o inibire, proprio la crescita dei batteri per accaparrarsi risorse alimentari e spazi, che in questo caso sono rappresentati dai medesimi vasi degli alberi. Si legge nelle relazioni ufficiali e/o presentate come scientifiche che al più la Xylella potrebbe essere un co-fattore del CoDiRO, ma non certamente la causa prima; inoltre la Xylella non compare su tutti gli alberi colpiti da CoDiRO a differenza dei funghi. Né si è mai data la giusta importanza all'indebolimento dell'ecosistema olivicolo dovuto all'uso di fertilizzanti chimici, pesticidi e erbicidi chimici, come alla scomparsa di uccelli insettivori, come il Torcicollo (Jynx torquilla), una sorta di picchio degli olivi che fa il nido nei tronchi cavi di olivo e che è, con la sua lunghissima lingua con cui cattura nei buchi del legno i bruchi xilofagi (mangiatori di legno), un grandissimo ripulitore degli uliveti dalla Zeuzera; nessuna indagine su eventuali cali della popolazione di questo uccello si son mai fatti come invece sarebbe il caso, cali forse dovuti ai pesticidi o alla pressione venatoria; un uccello insettivoro questo la cui scomparsa da sola può avere enormemente favorito la diffusione pertanto proprio del CoDiRO».
«Ragionare in questi termini agroecologici è quello di cui tutti abbiamo bisogno mentre assistiamo a scelte imposte da una politica assurda e suicida nel verso proprio di quell'agrochimica e di quei biocidi forsennati che sono le cause prime e vere, insieme ad una agricoltura orientata nel verso dell'industrializzazione, che hanno favorito quel problema, il CoDiRO, oggi così assurdamente strumentalizzato in questa frode!», dice il Forum.
Pende anche un ricorso trasferito al Tar del Lazio e gli avvocati che stanno seguendo quei ricorsi per conto dei proprietari degli uliveti dichiarano:
«Auspichiamo a questo punto un tavolo tecnico che possa tenere conto delle evidenze scientifiche depositate in atti e soprattutto dell’ultimo parere scientifico dal quale risulta che la pratica delle eradicazione degli alberi non ha dato i frutti sperati quanto alla eliminazione della Xylella fastidiosa nel mondo e pertanto così sarebbe anche in Salento».
«Suscita domande – dice ancora il Forum - il fatto che, nonostante secoli di continui traffici commerciali tra Europa e America, il batterio abbia scelto di giungere in Salento proprio dopo la sua collocazione nella lista dei patogeni da quarantena a livello europeo, batterio detto “fastidioso” proprio perché sarebbe difficile da diagnosticare e sul quale forse proprio per questo e sulla sua capacità di vivere su più piante alcune multinazionali hanno impostato strategie (vedi Brasile) per affermare le loro piante brevettate anche OGM presentate come resistenti ad un batterio che forse solo loro hanno la tecnologia per vedere! Non bisogna allora marginalizzare l’acume popolare che a questa xylella salentina ha attribuito i termini di ora “fantomatica”, ora “vantaggiosa” per alcuni. Da più parti ormai si parla sui media nazionali e internazionali di “frode della xylella”, guarda caso con un piano che sembra essere stato programmato per scattare proprio nei mesi in cui a Milano si è in procinto di inaugurare l’Expo 2015 sul cibo e l’alimentazione, contestatissima manifestazione internazionale, poiché vede da protagoniste la forte presenza delle multinazionali degli OGM e dei pesticidi. Non è un caso forse che in alcuni recenti convegni, alcune associazioni di categoria agricole abbiano visto i loro responsabili locali salentini dichiarare “porteremo la questione xylella all’Expo 2015”. E forse non è un caso che proprio quei soggetti che da diverso tempo stanno chiedendo all'Expo di aprire le porte alle multinazionali o che sono protagonisti di Expo abbiano parlato della necessità di aprire in Italia la ricerca alle bio-tecnologie per gli OGM, anche per la produzione di ulivi OGM resistenti a Xylella. Motivo per cui serpeggia sempre più nell’opinione pubblica l’idea che quella della xylella sia la prima falsa grande “carestia mediatica” costruita con il cavallo di troia fantomatico e agro-terroristico, per indicare sotto i riflettori dell’Expo nella ricerca OGM, nelle piante brevettate e negli organismi geneticamente modificati la soluzione a un falso problema, (facendo così aprire all’Italia, che ha da sempre chiuso le porte agli OGM, le porte a questi), che invece cittadini e agricoltori salentini stanno dimostrando essere un problema facilmente superabile con il ritorno ai metodi della tradizione: potature minime delle parti colpite, poltiglia bordolese contro gli attacchi fungini, alberi che rinascono rigermogliano e tornano produttivi in breve tempo. Non meraviglia pertanto che questi bravi operosi contadini siano additati sulla stampa denigratoriamente come santoni; questi salvifici contadini che stanno smascherando la truffa. Si vuole presentare come unica speranza proprio gli OGM in modo che siano i cittadini a richiedere al Governo di aprire le porte al business delle multinazionali. Un piano che pare persino ancorato a business speculativi locali legati alle biomasse facili, da distruzione degli alberi, e alla liberazione di suolo per varie speculazioni cementizie o di altro genere, in più facendo giungere tanti fondi pubblici per “emergenza” e “calamità”. È assurdo che ci sia chi sta affossando l’immagine del Salento e dell’intera Puglia con un assurdo procurato allarme che ha portato già la Francia e l’Algeria e regioni italiane, come la Sardegna, a tentare di chiudere le loro frontiere a numerosi prodotti agricoli e vivaistici pugliesi».
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