di
Romina Arena
05-05-2011
Si chiamerà Legge della Madre Terra e riconoscerà ben undici diritti civili della Natura. Da risorsa sfruttata e depauperata, l’ambiente diventerà vera e propria persona fisica da tutelare per legge contro lobbies 'arraffone' e comunità indifferenti.
Che l’America Latina sia un laboratorio nel quale ogni giorno si sperimentano nuove forme di partecipazione civile è una cosa che dovrebbe essere ormai chiara a tutti. Come dovrebbe essere conclamata la consapevolezza che proprio da lì, da un subcontinente troppe volte bistrattato e umiliato, partono le idee più brillanti e proposte d’avanguardia da fare impallidire noi che da questo lato ci vantiamo di essere “il mondo sviluppato e progredito”.
In quel piccolissimo paese incastonato nel cuore più povero del subcontinente, la Bolivia, si è cominciato a guardare alla Natura con occhi diversi: prima era soltanto una risorsa da sfruttare, adesso sarà tutelata come un essere vivente.
La Bolivia si è dimostrata così sensibile alle sorti dell’ambiente ed alle conseguenze della mano dell’uomo su di esso da discutere un provvedimento denominato Legge della Madre Terra, in cui si riconosceranno i diritti civili della Natura per salvaguardare l’ambiente. Succede quindi che la natura non è più considerata come qualcosa di diverso dall’essere umano, anzi, sancendone dei diritti civili la Bolivia compie un gesto inedito e sensazionale: equipara l’ambiente all’uomo.
L’ambiente diventa in tutto e per tutto persona fisica. Le intenzioni dichiarate sono quelle di controllare lo sfruttamento sfrenato delle risorse naturali da parte dell’industria e contribuire in questo modo anche al rallentamento dei cambiamenti climatici in corso.
La logica boliviana è questa: dal momento che l’ecosistema che ci accoglie ha un valore incalcolabile a livello universale e dal momento che molte comunità e lobby ignorano la sua esistenza, oppure si comportano in modo disinteressato rispetto alla cura e alla salvaguardia dell’ambiente, il Paese sudamericano vuole mettere in evidenza il valore reale della Natura scrivendolo a chiare lettere su un documento ufficiale, che una volta diventato legge costringerà tutti al rispetto delle regole di Madre Terra.
Parlavamo di laboratorio e infatti questa legge è ancora singolare nel suo genere. Unica al mondo, stabilisce per l’ambiente undici nuovi diritti: alla vita, all’esistenza, allo sviluppo e di seguire i giusti cicli vitali senza forzature, condizionamenti o sofisticazioni per mano dell’uomo. La legge sancisce anche il diritto dell’ambiente all’acqua pura ed all’aria pulita, a non essere inquinato né geneticamente modificato.
Questa della Legge di Madre Natura non è una trovata estemporanea: il culto di Pachamama, la Madre Terra, è uno dei pilastri più solidi della cultura andina, che fa dell’interrelazione tra l’uomo e la natura il punto nevralgico dell’armonia cosmica. E infatti la legge, che secondo il vicepresidente Alvaro García Linera “stabilisce una nuova relazione tra l'uomo e la natura, la cui armonia deve essere preservata come garanzia della sua rigenerazione”, si inserisce nel contesto del rinnovamento voluto e promosso da Evo Morales.
Il vento del cambiamento ha iniziato a soffiare con il varo della nuova Costituzione, nel 2009, con la quale si riconoscono le numerose etnie esistenti sul territorio boliviano, si rendono ufficiali le lingue dei popoli nativi e, di recente, si tutelano anche i culti locali. Con questa legge la Bolivia non solo presterà fede alla propria cultura ed alle proprie tradizioni ancestrali, ma darà un vero e proprio esempio al mondo intero su cosa significhi davvero agire per difendere concretamente la Madre Terra, Pachamama.