La Consulta "stoppa" il nucleare: sulle centrali vanno ascoltate le Regioni
di
Redazione
02-02-2011
Per poter ospitare centrali nucleari sul territorio serve il parere delle Regioni: lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che in una sua decisione dichiara "l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31" (quello sulla 'Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi').
ROMA - Per poter ospitare centrali nucleari sul territorio serve il parere delle Regioni: lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che in una sua decisione dichiara "l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31" (quello sulla 'Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi').
Nello specifico, la Consulta nell'articolo in questione ravvisa illegittimità "nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all'intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari".
Sulla questione della localizzazione delle aree dove realizzare siti per la produzione di energia nucleare si e' aperto un conflitto istituzionale tra Stato e Regioni, con il primo che in nome dell'interesse nazionale sostiene di poter decidere dove realizzare impianti e procedere alla costruzione, e con le seconde che invece chiedono di essere consultate.
Lo scorso anno il Governo impugno' le leggi regionali - contrarie all'atomo - di Campania, Puglia e Basilicata, aprendo di fatto lo strappo tra Governo centrale e Regioni. Adesso il presidente della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, fa sapere che la parte contestata dell'articolo 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 "contrasterebbe con gli articoli 117 e 118 della Costituzione cosi' come interpretati dalla giurisprudenza costituzionale, nonché con il principio di leale collaborazione".
Come spiega De Siervo, "nel settore energetico, caratterizzato dalla interconnessione tra attribuzioni costituzionali dello Stato e delle Regioni, la 'chiamata in sussidiarietà di funzioni amministrative' in materie di competenza regionale dovrebbe prevedere necessariamente un'intesa con la Regione direttamente interessata che e' incisa dal provvedimento autorizzatorio".
L'intesa con la Conferenza unificata, quindi, "potrebbe costituire strumento sufficiente solo in relazione alla adozione di norme legislative e di disposizioni generali, indirizzi e linee guida". La Consulta sottolinea quindi la necessita' di un "parere obbligatorio, seppur non vincolante, della Regione stessa". Accolte in parte, dunque, le censure mosse dalle Regioni.
Fonte Agenzia Dire
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