L'Ue ha bandito dal commercio i biberon al Bisfenolo A. Dopo Canada, Stati Uniti, Australia, Danimarca e Spagna adesso si aggiungono alla lista i restanti Stati membri dell'Ue. La sostanza in questione è stata individuata da tempo come possibile causa di alterazioni dello sviluppo cerebrale e del sistema immunitario, oltre che della comparsa di tumori.
Dopo anni di battaglie di ambientalisti e consumatori il 25 novembre scorso l'Unione Europea ha messo al bando i biberon al Bisfenolo A. I 27 paesi dell'Unione "sono arrivati ad un accordo su una proposta di direttiva della Commissione europea che proibisce il bisfenolo A nei biberon" ha reso noto l'esecutivo Ue. Un accordo sofferto che ha visto coinvolti i servizi della Commissione, l'Efsa, gli Stati membri e i rappresentanti dell'industria. I biberon al Bisfenolo A non potranno più essere prodotti in Europa a partire dal 1 marzo 2011, mentre dal 1 giugno non potranno più essere commercializzati né importati. Non si potranno vendere i biberon di plastica trasparente in cui non sarà presente la scritta "bisfenolo free", ovvero molti di quelli attualmente in commercio.
Nonostante il bisfenolo A fosse ritenuto dannoso per la salute già negli anni Trenta, solo oggi arriva il divieto assoluto di utilizzo. In base a nuovi studi, secondo quanto dichiarato da John Dalli, commissario europeo alla salute e alle Politiche dei consumatori, il bisfenolo “potrebbe avere ripercussioni sullo sviluppo cerebrale, sul sistema immunitario e sulla predisposizione ai tumori” in particolare alle mammelle per le donne, mentre per gli uomini malattie sessuali e sterilità. Si tratta di una sostanza organica, amata dall'industria, che si presenta come un ormone sintetico che imita gli estrogeni femminili, e che una volta ingerito può interagire con il sistema ormonale già presente.
Il bisfenolo è presente non solo nelle plastiche come il policarbonato – il materiale con cui sono prodotti buona parte dei biberon – ma anche nelle vernici che stanno all'interno delle lattine e in imballaggi utilizzati per la conservazione di prodotti alimentari, bevande e prodotti farmaceutici. Nonostante i dubbi e nonostante nel 1996 la Commissione europea classificò la molecola come una sostanza dai “preoccupanti effetti” sulla salute umana, l'Efsa non aveva disposto alcuna revisione sul limite di assunzione di bisfenolo A rimasto a 0,05 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo.
A vietare l'uso della dubbiosa molecola sono stati per primi Canada, Stati Uniti, Australia e alcuni paesi europei, in particolare Danimarca e Spagna. Adesso si sono accodati, per fortuna, gli altri Paesi membri dell'Ue. Il WWF ha commentato positivamente questa decisione rilanciando però l'invito per un’ulteriore azione da parte dell’Unione Europea. “Si tratta di un passo sicuramente importante per la legislazione europea in difesa della salute dell’uomo e dell’ambiente; crediamo però – commenta Eva Alessi del WWF Italia – che la Commissione europea debba ora puntare verso misure più restrittive e allargare il divieto a tutti i materiali a contatto con gli alimenti, in primis i rivestimenti, e infine a tutti gli altri prodotti rilevanti per l'esposizione umana e ambientale”.
Anche Greenpeace commenta soddisfatta la messa al bando della sostanza imputata. “La decisione dell’Unione europea di proibire la produzione di biberon contenenti BPA dal prossimo marzo – sostiene Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace – è una vittoria per i nostri bambini in primis. Attendiamo a questo punto che dal primo giugno venga vietata la commercializzazione e l’importazione dei biberon in policarbonato”. “Sostanze così pericolose non dovrebbero essere utilizzate nemmeno nei prodotti destinati agli adulti. Ogni giorno siamo esposti a un cocktail di composti chimici da cui non possiamo difenderci – conclude Polidori – se non con un’attenta e assoluta prevenzione nel loro utilizzo”.
Una lista dei prodotti realizzati senza Bpa si trova sul sito www.babygreen.it