di
Andrea Marciani
01-02-2012
Il cibo è la prima vera fonte energetica rinnovabile. In Italia disponiamo di decine di migliaia di km quadrati di tetti e lastrici solari che possono ospitare tutto il fotovoltaico di cui il paese ha bisogno, senza sottrarre terra all'agricoltura. Ora, l'articolo 65 comma 1 del decreto sulle 'liberalizzazioni' sancisce la fine degli incentivi al fotovoltaico in terra agricola.
Come già anticipato dal Ministro all'agricoltura Mario Catania, l'articolo 65 comma 1 del decreto sulle 'liberalizzazioni' sancisce la fine degli incentivi al fotovoltaico in terra agricola, negli altri comma si innalzano gli incentivi per istallazioni su serre, a condizione che la copertura non sia tale da pregiudicare le coltivazioni sottostanti (inferiore al 50%). Naturalmente già si leva la protesta dei grandi installatori, ma ci auguriamo che il governo sappia resistere con la medesima fermezza dimostrata contro pensionati e piccoli contribuenti.
La Toscana ha subito una forte offensiva da parte di grandi speculatori intenzionati a realizzare impianti industriali anche di centinaia di ettari, in particolare nella provincia di Pisa e Grosseto ma, al contrario della vicina Montalto di Castro, dove sono stati coperti quasi 800 ettari di fertile terra di pianura, la promulgazione di linee guida regionali restrittive ha impedito sinora la loro realizzazione.
Purtroppo nulla ha potuto fermare il fiorire di impianti 'agricoli' inferiori a 1MW, che pur se parcellizzati in appezzamenti di 'soli' 3 ettari hanno prodotto molti guasti al paesaggio rurale.
Ora dopo oltre due anni di battaglie passa il principio che caldeggiavamo fin dall'inizio e con la fine degli incentivi per impianti a terra, ci adeguiamo a quanto fatto in Germania dalla Merkel già nel luglio del 2009.
Ricordiamo che l'Italia ha fatto scempio del suo territorio, cementificandone oltre il 30% della superficie ed abbiamo a disposizione decine di migliaia di km quadrati di tetti e lastrici solari che possono ospitare tutto il fotovoltaico di cui il paese ha bisogno, senza sottrarre più terra all'agricoltura. Sui tetti si può produrre corrente ma non si possono coltivare patate.
Ricordiamo che l'agricoltura produce la prima fonte energetica rinnovabile, sia per importanza che per cronologia - il cibo - e che gli agricoltori dovrebbero essere aiutati a perpetuare le loro conoscenze in questo settore strategico, invece di essere di volta in volta trasformati in albergatori o produttori elettrici a seconda della moda e dei finanziamenti pubblici del momento.
Nonostante tutte queste trovate, negli ultimi 10 anni l'Italia ha perso un terzo dei suoi contadini.
La crisi più severa con cui ci confronteremo con la fine delle energie fossili sarà quella alimentare e non sarebbe bello farsi trovare del tutto privi della capacità produttiva agricola, quando arriverà a conclamarsi in tutta la sua drammaticità.
Commenti