Una Tobin Tax per cambiare rotta, la proposta della Commissione europea

La proposta di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie è stata avanzata per la prima volta dalla Commissione Europea. Il presidente Barroso si è detto d'accordo, e con lui Francia e Germania. Resta l'opposizione del Regno Unito. Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di Tobin Tax? E a cosa serve?

Una Tobin Tax per cambiare rotta, la proposta della Commissione europea
Come spesso accade in tempi di crisi economica, rispunta l'ipotesi di introdurre una Tobin Tax, una tassa sulle transazioni finanziarie ipotizzata per la prima volta dal premio Nobel per l'economia James Tobin nel 1972. La differenza è che questa volta a proporla è stata proprio la Commissione europea, con l'appoggio forte di Francia e Germania. Lo ha annunciato il 28 settembre scorso il presidente dell'esecutivo Manuel Barroso, sostenendo che se la tassa venisse applicata a partire dal 2014 garantirebbe un gettito annuo di 55 miliardi di euro. Le aliquote minime sarebbero dello 0,1 per cento per quanto riguarda le operazioni spot, dello 0,01 sui derivati. Ma che cos'è una Tobin Tax? Si tratta, come dicevamo, di una tassa che si applica sulle transazioni finanziarie, ovvero su quelle transazioni in cui almeno una delle due parti è un'istituzione finanziaria: una banca, un istituto di credito, un'assicurazione, fondi comuni d'investimento, fondi pensioni, compagnie di leasing e SVp; insomma tutte quelle società che nascono con lo scopo di concludere una o varie transazioni finanziarie. In particolare una transazione finanziaria - definita nella direttiva Mifid (la direttiva 2004/39/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 nota come Markets in Financial Instruments Directive, ndr) - è l'acquisto o la vendita di uno strumento finanziario e include azioni, bond e altre forme di investimento oltre che opzioni, futures e derivati. Ora, perché tassare le transizioni finanziarie? Il fatto è che una delle cause dell'attuale crisi economica è secondo molti esperti il progressivo spostamento degli investimenti dall'economia reale alla speculazione finanziaria. In pratica, è successo che, soprattutto in Europa, un regime monetario restrittivo imposto per anni dalla Bce con lo scopo di rafforzare l'Euro rispetto al Dollaro ha reso poco convenienti gli investimenti. In parole povere, chi aveva dei soldi da parte ha preferito investirli nei mercati internazionali - incrementando la speculazione finanziaria - piuttosto che in attività concrete - le uniche che possono creare una ricchezza reale. Come spiega Ernesto Screpanti nel libro La finanziarizzazione dell'economia e la sua crisi, "la massiccia redistribuzione del reddito dai salari ai profitti in una situazione in cui l'economia cresce meno del suo potenziale reale, fa sì che i profitti alimentino i mercati speculativi internazionali". L'attuale crisi è anche figlia dell'esplosione di questo modello, che aveva creato enormi bolle speculative di ricchezza fasulla, cui non corrispondeva nessun valore reale. Dunque una Tobin Tax, disincentivando le transazioni a scopo speculativo, darebbe una spinta all'intero sistema verso i binari più solidi dell'economia reale. Restano però due nodi da sciogliere. Il primo è l'opposizione di alcuni stati membri, in primis la Gran Bretagna, che si suppone farà valere il suo diritto di veto sulla proposta. Il secondo riguarda invece il dove indirizzare i proventi di questa tassa. Un'associazione come Attac, ad esempio, che da anni si batte per l'introduzione della Tobin Tax, prevede che questa sia utilizzata per riattivare lo stato sociale, riaffermare i valori della dignità umana e della protezione dell'ambiente, opporsi alle politiche neoliberiste. L'introduzione della tassa senza che sia affiancata da politiche di questo tipo spunterebbe in parte la sua capacità di azione.

Commenti

trovo l'articolo molto interessante
licia, 24-10-2011 08:24

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