di
Banca Popolare Etica
28-10-2010
Il Presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, risponde alle affermazioni del presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione) in merito alla presunta non esistenza della finanza etica.
Il presidente dello IOR (Istituto Opere Religiose), Ettore Gotti Tedeschi, ha recentemente affermato che: "La banca etica e la finanza etica non esistono. Quando ascoltate queste affermazioni vi stanno imbrogliando, perché uno strumento in sé non può essere etico, ma è l'uomo che gli dà il valore etico". Queste dichiarazioni, ampiamente riferite dai mezzi di stampa, hanno creato profondo sconcerto in tutto il movimento italiano per la finanza etica.
"Un conto è affermare che non sono gli strumenti di per sé ad essere etici, ma l'uso che se ne fa – afferma Ugo Biggeri, presidente di Banca popolare Etica, primo istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica –. Tutt'altra cosa è affermare che la finanza etica non esiste. Dire questo significa ignorare l'ampissimo movimento internazionale che sta intercettando la richiesta di un numero crescente di cittadini di vedere banche e istituzioni finanziarie capaci di operare sui mercati al servizio della collettività, allontanandosi dalle logiche di puro profitto di breve periodo, per trovare strade sempre nuove per coniugare la giusta remunerazione degli investimenti e del risparmio con il perseguimento del bene comune. Recentemente Eurosif, network dei forum europei per la finanza sostenibile, ha pubblicato dati che mostrano un aumento dell'87% in due anni dei patrimoni investiti in Europa secondo criteri di responsabilità sociale e ambientale, quasi 5mila miliardi di euro. Cifre di questo genere mostrano con evidenza che la finanza etica esiste ed è in forte crescita. Consapevoli che non basta appiccicare una patente di eticità agli strumenti finanziari, gli attori che operano in questo settore sono continuamente alla ricerca di indicatori sempre più accurati per monitorare accanto alle performance economiche anche quelle sociali delle imprese".
Il presidente di Banca Etica ricorda quindi come lo stesso Papa Benedetto XVI nella recente enciclica Caritas in Veritate dica, pur richiamando al non abuso del termine, che "l'economia ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi, bensì di un'etica amica della persona. Oggi si parla molto di etica in campo economico, finanziario, aziendale. Nascono centri di studio e percorsi formativi di business ethics; si diffonde nel mondo sviluppato il sistema delle certificazioni etiche, sulla scia del movimento di idee nato intorno alla responsabilità sociale dell'impresa. Le banche propongono conti e fondi di investimento cosiddetti 'etici'. Si sviluppa una 'finanza etica', soprattutto mediante il microcredito e, più in generale, la microfinanza. Questi processi suscitano apprezzamento e meritano un ampio sostegno. I loro effetti positivi si fanno sentire anche nelle aree meno sviluppate della terra".
Biggeri sottolinea inoltre il moltiplicarsi di teorie economiche che mirano al superamento del mero calcolo del Prodotto Interno Lordo (PIL) quale indice del benessere delle società, per cercare indicatori e ricette che non si basino sul solo aumento dei consumi auspicato da Gotti Tedeschi quale via principale per l'uscita dalla crisi. "A nome dei 34mila soci di Banca Etica – conclude Biggeri – ribadisco che la finanza etica esiste, ha buone ragioni e buone pratiche, e sta al fianco di quelle organizzazioni che propongono modelli di consumo sostenibili e iniziative di alto valore sociale".
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