di
Alessandra Profilio
19-01-2012
È in atto una 'rapina alla terra' (land grabbing) compiuta da banche e multinazionali che acquistano terreni destinati all'agricoltura per realizzare i loro progetti. Sotto accusa anche Unicredit e Generali. Le banche europee continuano a contribuire alla volatilità dei prezzi nei mercati alimentari e alla fame nel mondo.
È in atto una 'rapina alla terra' (land grabbing) compiuta da banche e multinazionali che acquistano terreni destinati all'agricoltura. Sotto accusa anche Unicredit e Generali. Le banche europee continuano a contribuire alla volatilità dei prezzi nei mercati alimentari e alla fame nel mondo.
È quanto denuncia una ricerca di Friends of the Earth dal titolo Farming Money, how Europeans banks and private finance profit from food speculation and land grabs che ha stilato una lista di banche e multinazionali implicate nel fenomeno del land grabbing e delle speculazioni borsistiche sul cibo. La ricerca ha analizzato l'attività di 29 banche europee (tra cui Allianz, BNP Paribas, Dexia, Deutsche Bank e HSBC), companies di assicurazione e fondi pensione in 8 Stati membri.
Il rapporto denuncia il coinvolgimento delle istituzioni finanziarie nell'accaparramento di terre. Secondo la ricerca, dato l'impatto ambientale e le implicazioni sociali di queste attività, il ruolo delle istituzioni finanziarie europee in questo settore richiede un controllo maggiore. Scopo della ricerca è dunque quello di sensibilizzare i decisori europei e stimolare le istituzioni finanziarie a riconoscere il loro ruolo nella crisi alimentare.
Il rapporto rivela che il numero delle grandi acquisizioni di terre in Africa, America Latina, Asia Centrale e nel Sud Est asiatico è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Casi di espropriazione di terre agricole sono stati documentati in Angola, Etiopia, Kenya, Repubblica democratica del Congo, Madagascar, Mali, Mozambico, Sierra Leone, Zambia, Sud Sudan e Tanzania, così come in economie emergenti (Brasile, Argentina, Indonesia e Ucraina).
Secondo la FAO, fino a 20 milioni di ettari di terreno sono stati acquisiti negli ultimi tre anni nella sola Africa.
Come sostiene la stessa Friends of the Earth è un dovere dei governi europei ascoltare le preoccupazioni di consumatori, lavoratori, agricoltori, attivisti e tutti coloro che credono che controlli efficaci sulla speculazione finanziaria sulle materie prime agricole siano necessari per difendere i più poveri del mondo e i produttori di alimenti dall'esposizione a improvvisi aumenti dei prezzi alimentari.
Il diritto al cibo e la sovranità alimentare dovrebbero essere al centro della regolamentazione europea in materia.