Vivere senza soldi, la storia di Mark Boyle

Immaginate di scegliere di vivere senza denaro. Immaginate, in altre parole, di seguire l’esempio di Mark Boyle. Soprannominato 'the no money man', questo trentenne di Bristol ha deciso due anni fa di escludere i soldi dalla propria esistenza ed oggi è più che felice che mai.

Vivere senza soldi, la storia di Mark Boyle

31 anni e nemmeno un soldo in tasca. Una condizione comune di questi tempi. Eppure c’è qualcosa che distingue Mark Boyle da quella moltitudine di giovani che si ritrovano tristemente al verde: questo ragazzo inglese ha volontariamente deciso, nel novembre del 2008, di escludere il denaro dalla propria esistenza. Tutto è iniziato in un pub: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - ricorda Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici". Da ormai due anni, dunque, Mark Boyle vive in un caravan (messo a sua disposizione da Freecycle, gruppo di persone che si scambiano gratuitamente oggetti) parcheggiato in una fattoria alle porte di Bristol, dove lavora come volontario tre volte alla settimana. Vegetariano già da sei anni, 'the no money man', come è stato soprannominato, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare. "Ho fatto un elenco di tutto ciò che ho comprato e ho cercato di capire quali cose avrei potuto ottenere in altro modo". Ed ecco che Mark ha sostituito il tradizionale dentifricio con una miscela di ossi di seppia e semi di finocchio ed ha rimpiazzato il comune detersivo con un sapone ricavato bollendo frutta secca. "Ho avuto un’infanzia normale. Penso che in un primo momento i miei genitori si siano chiesti cosa mai stessi facendo. Ma ora mi sostengono completamente e dicono che potrebbero provare anche loro". Nel 2007 Boyle ha fondato la Freeconomy, comunità online che promuove la condivisione di abilità e proprietà e che ad oggi conta 17.000 iscritti. Ha anche pubblicato un libro, The Moneyless Man: A Year of Freeconomic Living. Come ha dichiarato Mark Boyle, ad aver giocato un ruolo determinante per la svolta della sua vita è stata la visione di un video di Gandhi: "Mi ha insegnato una lezione enorme, di essere il cambiamento che volevo vedere nel mondo. Il problema era che non avevo idea di che cosa fosse quel cambiamento". "Filosofare un pomeriggio con un mio amico ha cambiato tutto. Stavamo analizzando le questioni del mondo e mi sono reso conto che stavo guardando il mondo nello stesso modo in cui un medico occidentale osserva un paziente, osservando i sintomi senza pensare alla loro causa principale. Così ho deciso di diventare un omeopata sociale, un pro-attivista, e di indagare la causa principale di questi sintomi". E ancora, dice Mark: "Una delle principali cause di quei sintomi è il fatto che non vediamo più le ripercussioni che i nostri acquisti hanno sulle persone, sull’ambiente e sugli animali. I gradi di separazione tra il consumatore e il consumo sono aumentati così tanto che siamo completamente all'oscuro dei livelli di distruzione e sofferenza determinati dalla roba che compriamo. Lo strumento che ha causato questa separazione è il denaro". Quelle di Boyle sono dichiarazioni che fanno leva quindi su un cambiamento pratico: "Se coltivassimo da soli il nostro cibo non avremmo un terzo dei rifiuti che abbiamo oggi. Se noi stessi costruissimo i nostri tavoli e le nostre sedie, non li butteremmo via al momento di cambiare l’arredamento. Se dovessimo pulire la nostra acqua potabile, probabilmente non la contamineremmo. Quindi, essere il cambiamento che volevo vedere nel mondo, purtroppo, significava rinunciare ai soldi contanti, cosa che inizialmente ho deciso di fare per un anno”. Eppure Mark adesso è talmente felice da voler proseguire su questa strada. "Che cosa ho imparato? Che l’amicizia, non il denaro, è la sicurezza reale. Che la povertà più occidentale è di tipo spirituale. Che l’indipendenza è realmente interdipendenza. E che se non possiedi un televisore con schermo al plasma la gente pensa che sei un estremista. La gente spesso mi chiede che cosa mi manca del mio vecchio mondo di profitto e affari. Stress. Traffico. Conti bancari. Bollette. Beh, ogni tanto c’era la pinta di birra naturale con gli amici".

Commenti

Piacerebbe anche a me diventare fiscalmente invisibile :) Il problema è, per la maggior parte delle persone, che questo comporterebbe una drastica riduzione del tenore di vita... a meno che non costruissimo una specie di rete di scambi alternativa, che funzionasse a livello globale.
Christian, 16-09-2010 12:16
Sarebbe interessante sapere cosa ne ha fatto dei proventi della vendita della sua casa, e se il libro lo ha regalato od invece si acquistava. Il denaro è uno strumento... il male deriva da come lo si usa. Concordo, ad ogni modo, che la soluzione di tanti nostri problemi stia nel riavvicinarci alla terra dalla quale deriva tutto ciò che, in un modo o nell'altro consumiamo. Fare a meno del denaro è solo un modo estremo di costringersi a farlo, ma non è necessario.
Fabio, 16-09-2010 12:16
Conoscete il movimento zeitgeist? zeitgeistitalia.org e thezeitgeistmovement.com Lo troverete interessante! Propone una transizione da un'economia basata sul denaro a una basata sulle risorse, il tutto senza ridurre il tenore di vita, anzi, elevandolo per tutte le persone del mondo, senza distinzioni.
Paolo Posocco, 16-09-2010 12:16
Sono d'accordo con tutto quel che dici... fattostà che spesso, pur volendo mantenere un comportamento (ed un consumo) etico, poi il funzionamento del sistema economico ci "costringe" a scelte/compromessi che coadiuvano le componenti non etiche del sistema, ostacolando di fatto il processo di transizione. Per esempio, non so se è una mia impressione, ma le soluzioni di consumo ecologiche/etiche hanno spesso un costo (non solo monetario) superiore a quello di quelle che non lo sono... per questo dicevo che sarebbe opportuno trovare delle alternative che risolvessero o attenuassero quel problema.
Christian, 16-09-2010 01:16
a Fabio. Mark ha usato i soldi ricavati dalla vendita della casa galleggiante per creare un sito web per mettere in contatto tutte le persone che sarebbero contente di condividere le proprie cose e le proprie abilita' con altri che vivono vicini. Il sito si chiama www.justfotheloveofit.org e il movimento freeconomy. Il blog e' ricco di consigli pratici per vivere in un modo che ha un minore impatto sull'ambiente.
Francesca, 16-09-2010 12:16
@Francesca Come vedi, i soldi gli son serviti. ;-)
Fabio, 16-09-2010 12:16
Non vedo il mio commento allora lo scrivo di nuovo:) A Fabio volevo far sapere che Mark ha venduto la casa galleggiante per creare un sito per diffondere la Freeconomy. Il sito mette in contatto persone che vogliono scambiare cose e abilita' senza chiedere niente in cambio.Per esempio se in una via ci sono 10 case con un piccolo giardino e voglio mettere a disposizione il mio tagliaerba per i vicini lo posso far sapere,oppure se voglio aiutare a creare un orto o tutto quello che so fare lo voglio condividere, basta scriverlo nel mio profilo.Allo stesso modo se un giorno mi serve qualcosa che non ho posso vedere se qualcuno che abita vicino me la puo' prestare. Mark ha scritto un libro il cui ricavato andra' a finanziare la realizzazione di una comunita' che vuole vivere senza denaro. Il sito della Freeconomy e' www.justfortheloveofit.org Consiglio la visita al blog che e' ricco di consigli pratici per uno stile di vita che non abbia un impatto negativo sull'ambiente.
Francesca, 16-09-2010 01:16
@Francesca: Grazie per il sito di condivisione, stavo cercando da tempo qualcosa del genere! Mi sono già iscritto :)
Christian, 16-09-2010 02:16
@Paolo Riguardo a Zeitgeist, ho visto che nel blog di www.justfortheloveofit.org ne parla! Comunque questo sito di freeeconomy è una f***ta pazzesca :D
Christian, 16-09-2010 04:16
In una porzione di mondo basata sul denaro il gesto di Mark Boyle è tanto simbolico quanto concreto. E' concreto perché dimostra che è possibile fare a meno dei soldi, ma anche simbolico perché in realtà i soldi sono un prodotto della spregiudicatezza degli esseri umani e non il problema stesso. Se l'uomo imparasse a vivere diligentemente, in maniera ecologica, i soldi potrebbero tranquillamente essere un aspetto positivo della vita. Il fatto che tutto ciò sia attualmente utopico rende il gesto di Mark Boyle particolarmente interessante e degno di essere divulgato.
Fabio FLX, 17-09-2010 12:17
Interessante, questo Mark, quanto costa il suo libro? A parte la facile battuta, trovo interessante questa ricerca concreta, certo parziale anche perchè individuale: giovane, single, senza figli, in salute, in un paese ricco, adesso è pure famoso! L'interessante credo sia uscire dall'ekonomia, almeno quella più screditata (finanza, agrindustria, moda) riducendo i consumi energetici, specie nei trasporti con una mobilità consapevole. Il prossimo passo potrebbe essere provare a sperimentare la pratica del no-money come piccolo gruppo di persone conviventi, da soli sono buoni tutti, comunque in bocca al lupo Mark e co.
mauro, 11-10-2010 02:11
Sarebbe interessante sapere se Boyle sia stato in grado di costruirsi una famiglia e come in tal caso avrebbe affrontato i problemi dell'educazione dei figli.
davide, 11-10-2010 02:11
Ragazzi, come gia qulcuno ha citato, esiste un movimento basato su una documentazione, precisa, logicamente impeccabile fatta da un regista e attivista americano, attraverso 2 film: zeitgeist e zeitgeist addendum.quanti di voi hanno visto questi film? sicuramente, non tutti.e di conseguenza, non potete realmente comprendere la natura, e l'importanza del gesto di mark boyle senza la visione completa che possono e DEVONO DARVI questi film-documento, sulla realtà della società odierna.ecco, lo noto soprattutto dall osservazione di fabio: "il denaro è uno strumento.. il male deriva da come lo si usa." purtroppo hai assolutamente sbagliato fabio, perche forse non sai che il denaro, è il motivo è la causa principale di ogni comportamento criminale. il denaro è il motivo per cui esiste il terzo mondo in espansione, perche la scarsità delle risorse, VOLUTA da un elite criminale ai vertici dei nostri governi, la produce perche è sinonimo di profitto. il denaro è il motivo pr cui oggi non usiamo fonti di energia rinnovabile, perche purtroppo le tue parole, e le mie da sole, non sono niente, contro le industrie petrolifere, che hanno comprato i brevetti delle auto elettriche per non metterle in commercio. potrei elencare tanti motivi qui del perche dovremmo fermare questo sistema monetario che è sinonimo di PURA CORRUZIONE voi avete una visione riduttiva di questa situazione, perche non conoscete questi film. noi tutti abbiamo il diritto, e IL DOVERE, di SAPERE, quello che sta succedendo, e quello che ci stanno facendo. vedete su youtube i film di zeitgeist e riprenderemo la discussione. ;)
aVrion, 07-12-2010 01:07
Interessante esperimento sociale. Alcune considerazioni di Mark (o del reporter) sono però poco realistiche, per non dire errate. Per esempio, l'idea che sia possibile un mondo in cui ciascuno coltiva il suo orto e produce il suo cibo. Solo le economie di scala sono in grado di produrre abbastanza da soddisfare il fabbisogno di 7 miliardi di persone. Gli attuali problemi di inquinamento, sfruttamento delle risorse naturali e deforestazione sarebbero solo aggravati in un mondo in cui ognuno produce per sé, perché necessariamente la produzione sarebbe meno efficente, e perché ciascun individuo (o nucleo familiare) sarebbe in lotta con gli altri per accaparrarsi le risorse. Immaginate di avere il vostro orto, circondato dagli orti dei vicini. Vi nasce un figlio, ed avete bisogno di aumentare la vostra produzione. Chiedete aiuto ai vicini, ma sono tutti nelle vostre condizioni. Alla fine, l'unica soluzione é una bella guerra col vicino. Insomma, il modello di Boyle funziona solo perché lui é l'unico a vivere in quel modo. Condivido invece la riflessione sulla necessità di avere maggiore informazione sul ciclo di vita dei prodotti che consumiamo, e la chiamata ad un consumo responsabile che non produca sacche di ricchezza creando bolle di povertà.
Masterpiga, 12-06-2011 08:12
@Masterpiga: Ciao, relativamente a quel che dici, secondo me andrebbero fatte delle riflessioni riguardo ai presupposti dai quali parte quel che affermi: 1) E' vero che le economie di scala sono l'unico modo per produrre a sufficienza? Dovremmo aver presente che queste contribuiscono all'inquinamento e all'impoverimento del terreno, creando un circolo vizioso di scarsità alimentare. 2) La sovrapopolazione mondiale deriva tra l'altro da particolari condizioni di certe società. Non è un caso che nell'occidente acculturato si assista ad una forte diminuzione del tasso di natalità. Non conosco esattamente le condizioni sociali in base alle quali si ha un sovraffollamento o viceversa, una diminuzione delle nascite, ma sarebbe interessante saperlo, in modo da ricercare una soluzione sistemica. 3) Presupponi che la scarsità di risorse produca automaticamente violenza. Questo dipende dall'educazione della popolazione. In uno scenario nel quale attori "educati" (p.es. alla mutua assistenza) si trovino in scarsità, si potrebbe anche giungere ad una collaborazione al fine di aumentare la produzione (a parità di terreni)
Christian, 13-06-2011 01:13
@Christian: Ciao Christian, grazie per la tua risposta. Il tasso di natalitá é inversamente proporzionale al benessere di una comunitá. Questo fenomeno é documentato sia su scala planetaria (vedi paesi ricchi vs. paesi in via di sviluppo vs. paesi del terzo mondo) che su scala piú locale (le fasce piú povere di ciascuna societá sono quelle con le famiglie piú numerose). Il meccanismo alla base del fenomeno é in parte biologico, in parte socio-antropologico: piú figli = maggiore probabilitá che almeno qualcuno sopravviva, e piú figli vivi = piú forza (e potenzialmente maggior benessere) al nucleo di appartenenza. Riguardo il fatto che l'educazione possa essere un'alternativa alla violenza, permettimi due considerazioni. In primo luogo, l'educazione é un sottoprodotto del benesser. In ogni societá di cui si ha evidenza storica, l'educazione é sempre stata ad esclusivo appannaggio degli strati piú ricchi della società. La ragione é molto semplice: se devi lavorare 16 ore al giorno per garantirti la sopravvivenza, tutto sto tempo di essere educato non ce l'hai. In secondo luogo, la scarsitá di risorse necessariamente ed invariabilmente porta a conflitti, per il semplice fatto che quando si tratta di scegliere tra la sopravvivenza tua (o della tua prole) e quella di qualcun altro, quasi sicuramente non ci vai molto per il sottile. Nota bene che questo non é un fenomeno sociale, ma un fenomeno biologico. In ogni popolazione di qualsiasi specie vivente, gli individui che insistono sulle stesse risorse sono in competizione l'uno con l'altro. E organismi appartenenti a diverse specie, ma che insistono sulle stesse risorse, sono pure in competizione. E' un efficacissimo meccanismo di autoregolazione a livello di eco-sistema, che funziona proprio grazie al fatto che le risorse sono, per definizione, limitate. Le uniche societá in cui modelli di bonaria condivisione delle risorse come quello implicato dall'esperienza di Boyle (auspicabilissimi in teoria) siano applicabili sono quelle in cui le risorse disponibili sono sovra-abbondanti rispetto alle esigenze della comunitá. Gli esempi vanno da tribú isolate in aree naturalmente prosperose, a intere e moderne societá contemporanee, come quelle nord-europee, vedi Svezia e Norvegia. Qui, i fenomeni di corruzione e le altre storture del capitalismo sono molto meno evidenti che in altre societá (come quella Italiana) per il semplice fatto che le risorse economiche sono piú che sufficienti per far star bene tutti, e quindi non c'é bisogno di competere strenuamente e prevaricare. I modelli di societá che partono dal presupposto che tutti i parametri della convivenza siano in qualche modo suscettibili di essere controllati (tutti sono educati, tutti sono disponibili a condividere, tutti mettono il bene della comunitá di fronte al prossimo), perdono di vista il fatto fondamentale che le societá sono, per definizione, entitá caotiche. Detti modelli hanno solo tre possibili sbocchi: 1) morire prima di nascere, perché inapplicabili; 2) fallire; 3) degenerare (vedi fascismi e comunismi, che alle origini si proponevano solo di creare societá perfette). Invece di immaginare tanto radicali quanto improbabili modelli di societá alternative, non sarebbe piú utile cercare di impegnarsi per correggere le storture piú evidenti di quello che giá abbiamo?
Masterpiga, 13-06-2011 02:13
@Masterpiga: Grazie per le interessanti osservazioni. La mia impressione è che innanzitutto le risorse sarebbero potenzialmente sufficienti (se non abbondanti) per tutti, se si ridistribuissero equamente e si applicasse efficacemente le tecnologie disponibili a questo preciso scopo. In secondo luogo, per come intendo io l'educazione, questa serve a far emergere le componenti più evolute dell'essere umano promuovendo la predominanza di queste su quelle "bestiali". Nella scalata evolutiva si è passati dalla fase rettile, a quella di mammifero (cure parentali), a quella di ominide (sviluppo dell'intelletto e delle società complessa), fino allo sviluppo dei "valori spirituali" propri dei grandi uomini, che potenziano l'identificazione dell'essere umano con la propria componente più evoluta, e quindi meno soggetta alle leggi biologiche. In una società media si avrà una specie di gaussiana lungo la linea evolutiva appena descritta, le cui code saranno gli individui eccellenti da una parte, quelli meno evoluti e più sottomessi alla propria biologia dall'altra. L'educazione avrebbe lo scopo di spostare la gaussiana in avanti, rendendo le persone libere di scegliere. Finora la nostra società ha agito inconsapevolmente, permettendo ai fenomeni socioeconomici incontrollati di determinare il destino dei popoli (come a suo tempo facevano le leggi naturali per quel che riguardava l'alimentazione e la salute). Quando parlo di approccio sistemico intendo (concordemente con te) che non esiste la "ricetta sicura", ma come avviene nella medicina che mira alla salute dell'individuo, la cura dovrebbe coprire molti fronti, compresi quelli di cui abbiamo parlato, tenendo presente che i diversi fronti in qualche misura si aiutano a vicenda (per esempio una persona educata alla sobrietà consuma meno risorse, e quindi può vivere nell'abbondanza soggettiva, quando quella ingorda vive, a parità di risorse, in uno stato di scarsità soggettiva).
Christian, 14-06-2011 04:14
@Masterpiga. Non te ne accorgi ma ripeti molti dogmi parziali e interessati del capitalismo, a cominciare dal classico paragone con i documentari a-la- national geographic, interpretati con una dose abbondante di darwinismo sociale. La natura ha la sua saggezza (e abbiamo perso un bel po' anche di quella) ma l'obiettivo della società è superare la natura e la wilderness, non eguagliarle. Da quando Darwin è stato interpretato come un ideologo della lotta permanente e della prepotenza (ma non lo era, era uno scienziato e forniva modelli adatti a constatazioni fattuali, non politiche cultural-economiche fallimentari e classiste) travisando volutamente il suo "survival of the fittest" in un brutale "survival of the strongest", che apparirebbe puerile anche ad un animale, non abbiamo mai fatto che ripeterci, ingannandoci, che la moralità della natura non si può superare e che tali condizioni sono naturali, dunque inevitabili. Lo sforzo titanico della civiltà, quella che si vuole smarcare dalle pulsioni e dalle interpretazioni biologiche, quella con un sogno, è proprio quello di andare oltre la mentalità di un branco di lupi. E se proprio dovremmo rinunciare ad un contributo originale della razza umana alle strategie non di sopravvivenza (questa emergenza, questa penuria perenne, pretesto per ogni deroga, ogni sopruso, ogni autoritarismo, ogni spietatezza) ma di vita, potremmo non scegliere di essere lupi ma formiche. Sono anche loro "fit" pur non essendo "strong" e in ogni caso l'evoluzione non opera più sugli umani singoli o su gruppi isolati, ma sulle culture e non è affatto detto che la più adatta ad una vita soddisfacente sia la più aggressiva (ripeto, si parla di adattamento non di imposizione e di forza).
Marco B., 27-07-2011 02:27
Ciao a tutti ragazzzi, secondo me dovremmo togliere il denaro per far posto ad un sistema di crediti ovvero soldi nn materiali. Mi spiego meglio. Partiamo dal fatto che le società non devono essere private, ma della comunità italiana. Con i soldi italiani si costruiscono le fabbriche, che varanno un manager o gestore, non un proprietario. Ogni mese Verrà distrubuito, in base al livello professionale di ogni dipendente un compenso, il resto, il guadagno, torna alle casse Italiane. Con i crediti i soldi vengono gestiti da un sistema che limita l'erogazione in base alla classe lavorativa. Se un manager ha classe AA per esempio il sistema erogherà per lui 4000%u20AC al mese, su una carta che sarà di credito e conterrà altre informazioni, tipo patenti, tessere sanitarie ecc.. diciamo funzionerà oltre a carta di credito tipo memory card con tutti i dati gestiti intermanete dall'anagrafe, che poi ogni 5 anni dovranno essere rinnovati. Ogniuno ha cosi i crediti che gli spettano e in nessun modo potrà rubarne poichè le entarte mensili di ogni individuo sono proporzionali al suo livello professionale e poi i crediti non esistono fisicamente. Inoltre siccome tutte le grandi fette di guadagno delle aziende ritornano al paese, tutto il credito verrà usato per comprare materie prime e finanziare il prorpio paese, paese dove non ci sono politici che decidono per te, ma persone che studiando, elaborano delle leggi, poi tramite voto tramite internet o voto fisico, i cittadini stessi dovranno approvare o abolire la legge, poichè siamo noi coloro che ne subiranno gli effetti. Immaginate che il popolo approvi leggi sull'ambiente, sulla giustizia ecc..tramite maggioranza. Ogni stato sarà come lo vogliono coloro che ci vivono.
Free-Conscience, 15-10-2011 03:15
ma ci prendiamo per il CULO? dopo aver esposto un articolo del genere, si conclude con... "SE PENSI CHE IL CAMBIAMENTO VALGA ALMENO UN EURO AL MESE CLICCA QUI" non sarebbe piu in linea INCITARE alla distruzione di tutti I SOLDI che possediamo!! una distruzione REALE da effettuarsi di fronte alla massima istituzione Governativa della propria citta o Villaggio. E dichiarare la propria intenzione di viviere delle TERRA che calpestiamo, della terra in cui viviamo, DOVE le TASSE non esisteranno ma solo un Governo di (non INTERSCAMBIO) ma un Governo di OBBLIGO di CONTRIBUIRE con le PROPRIE risorse (il proprio corpo e non i propri soldi) al BENESSERE proprio e DELLA COMUNITA! E APPROPRIARSI delle proprie terre e decisioni! ribaltando tutto il sistema!! Sono sposato e abbiam bimba di 3 anni. Entro fine anno Di Fronte al Municipio di UDINE: taglierò in mille pezzi tutti i soldi che ho! Nonostante viva in appartamento in Affitto e non abbia terra; ho un lavoro a t. d. Un lavoro che lascerò volentieri se non mutasse da lavoro remunerato a Denaro in Lavoro prestato a scambio di un bene o servizio. !!! la_verita_ti_far@libero.it
MAURIZIO nullaTenente, 25-11-2011 10:25
@ Maurizio Capisco il tuo punto di vista, vorresti avere un sistema senza interscambio creditizio, ma solo: io lavoro, contribuisco al servizio comune, per esempio coltivo la terra, tu costruisci case, ma invece di farlo pe se stessi lo si fa per tutti così che ogni uno abbia il necessario (spero di non aver capito male). Ma devi contare che così si crea un caos a livello di risorse, conta che in un negozio, un cittadino che può prendere vestiti senza soldi ne prende tanti anziché uno solo, e per evitare questo dovrebbe esserci un sistema meritocratico, cioè chi fa di più merita di più. Abbastanza complicato. Guarda, in Italia siamo più o meno 60 milioni di persone, calcola tassare solo 200 euro al mese come unica trattenuta (togliendo i bambini) viene 8 miliardi al mese, in un anno sono 96 miliardi, in 5 anni 480. Questo per dire che i soldi ci sono, solo che finche abbiamo soldi fisici (che si possono rubare) non cambierà nulla mi dispiace. Cmq vada spero che la gente si svegli e cominci a ragionare per cambiar e il mondo da sola non chiedendo ai LADRI AL GOVERNO di cambiare qualcosa. :)
Free-Conscience, 27-11-2011 02:27
Noi ci stiamo provando www.freeworldcharter.org
FWC, 07-04-2012 07:07
Conosco il movimento Zeitgeist, è un grande movimento e ne apprezzo molte idee. Ciononostante altre non le appoggio fino in fondo. Più che firmare dei principi mi piacerebbe che fossero realizzate delle idee :)
Christian, 11-04-2012 02:11
Tratto dalla sezione FAQ: "Ci sono molte, molte questioni di cui lo Statuto non tratta. Le trattiamo come 'questioni secondarie'. Lo Statuto si concentra soltanto sulle più semplici questioni primarie che trattano di come collochiamo noi stessi nei confronti l'uno dell'altro, del nostro pianeta e della Natura. Tutto il resto è secondario a questo. Quando queste ben più importanti regole saranno condivise, il modo in cui daremo forma al nostro mondo o dirigeremo la nostra società dovrebbero essere auto-determinanti attraverso un processo evoluzionistico. Va considerato come progettare un mondo migliore partendo dal principio. Il seme non sa come sarà la pianta." Inoltre la tua giusta osservazione sulla realizzazione delle idee, sopratutto se così lontane dalla visione attuale, non possono prescindere da un forte consenso "popolare" e dalla condivisione di principi fondamentali. Da qui l'iniziativa di trovare prima una base di volori comuni. Immaginiamo di dare un aeroplano in mano ai nostri antenati. Cosa ne avrebbero fatto? Posso immaginare che come minimo, dopo la paura/stupore iniziale, lo avrebbero fatto a pezzi senza neanche rendersi conto di quale sarebbe potuto essere il suo utilizzo. Ciao
FWC, 11-04-2012 02:11
CIAO A TUTTI IO VIVO SPESSO SENZA SOLDI NON SI MUORE IO SONO UNA SENZA DIMORA DI TORINO DA ANNI NON RIESCO A RITORNARE NELLA NORMALITA'...E A VOLTE RIESCO A LAVORARE MA I SOLDI SONO POCHI E FINISCONO,PERTANTO IO NON CHIEDO ELEMOSINA NON CHIEDO E BASTA ASPETTO...NON HO SUSSIDI VIVO CON QUELLO CHE MI DANNO:UN LETTO DA MANGIARE POSSO LAVARMI,LA VITA DIMARK BOYLE MI RICORDA :ROBINSON CRUSOE,E' BELLO VEDERE CHE ANCHE IN QUESTI ANNI DI TECNOLOGIE DI FUTURO ESISTONO PERSONE CORAGGIOSE COME LUI,IO QUANDO PIANGO SONO SFINITA ODIO I SOLDI LI MALEDICO!!!UNA VOLTA SI VIVEVA CON LO SCAMBIO COME DICE BOYLE E FUNZIONA MEGLIO!! ALLORA ASPETTO ASPETTO CHE QUALCOSA SCATTI DENTRO DI ME,COSI' QUANDO STO MEGLIO LAVORO E I SOLDI MI DANNO PIU' FORZA MA ANCHE PROBLEMI PERCHE' ADESSO CHE HO RECUPERATO GLI STIPENDI DI DUE ANNI FA 2011 C'E GENTE CHE MI AGGREDISCE CHE MI PEDINA INSOMMA UN VERO THRILLER LA MIA VITA,ANCHE IO STO FINENDO LA MIA AUTOBIOGRAFIA DOPO 7 ANNI QUEST'ANNO LO PUBBLICHERO'CIAO A TUTTI***
rosana, 13-05-2013 02:13
C'è un altra persona che vive senza soldi, ma con un stile di vita un poco differente, è Elf Pavlik, è presentato in questa video: www.side-ways.net/episode1_it/ Pavlik vive senza soldi. Ex-impiegato di una start-up specializzata nel lusso basata a San Francisco, dimissiona da questo modo di vita che non gli conviene, per investire le proprie competenze in progetti utili per la società. Convinto che il denaro è fonte di manipolazione, lascia il sistema monetario. La sua relazione al lavoro e il suo rapporto agli altri ne vengono sconvolti. Diventato viaggiatore, naviga di progetti in progetti, di città in città.
Helene, 18-08-2016 05:18

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