di
Elisa Magrì
22-08-2013
L'ente internazionale dei detergenti rilancia il 'Laundry Sustainability Project' per aumentare la concentrazione dei detersivi da bucato così da ridurre imballaggi e costi di trasporto. Ma si può pensare un diverso modo di detergere con un occhio all'economia e uno all'ambiente?
Si chiama A.I.S.E. (Association for Soaps, Detergents and Manteinance Products) l'ente ufficiale che rappresenta il settore dei detergenti a livello europeo. Consta di 37 associazioni nazionali di 42 paesi diversi e rappresenta 900 aziende che vanno dalle grandi multinazionali alle piccole e medie imprese.
Scopo dichiarato dell'A.I.S.E. è quello di promuovere una serie di iniziative che rilancino la sicurezza umana e ambientale e “lo sviluppo sostenibile” nel mercato dei saponi e dei prodotti di manutenzione. Per questo motivo, a partire dal 1997, l'A.I.S.E. ha lavorato attivamente per rilanciare, in un contesto europeo, nuove pratiche che abbiano a cuore l'igiene nel rispetto della salute dell'uomo e della natura.
Una delle più recenti iniziative risale al 2006 ed è nota come Laundry Sustainability Projects: in sostanza si tratta di un progetto per la produzione di detergenti liquidi per il bucato più densi e a maggiore concentrazione, così da permettere ai consumatori di usarne meno e diminuire imballaggi e costi di trasporto. Visto il successo riscosso dalla campagna del 2006, l'idea è stata riproposta per tutti i paesi dell'Unione con l'invito ad aderire entro il 30 Giugno 2011.
Naturalmente l'adesione comporta l'impegno a mettere in produzione detersivi più concentrati, grazie ai quali un intero bucato in lavatrice (in condizioni di sporco medio e usando acqua di media durezza) verrebbe realizzato con soli 75 ml di prodotto. Riducendo a tali livelli la quantità di detergente necessaria per un lavaggio, si stima che ogni anno si produrranno 400mila tonnellate di detergenti liquidi in meno e l’imballaggio usato calerà di 16mila tonnellate, mentre 14mila saranno i viaggi di trasporto risparmiati.
L'iniziativa non è da sottovalutare, ma fermiamoci un momento a riflettere sulla nozione di 'sostenibilità' tanto auspicata e ormai stranamente in voga. Il sito ufficiale dell'A.I.S.E. offre un'utile guida alla lettura delle etichette dei prodotti, valutando la pericolosità dei reagenti chimici in funzione delle quantità a cui ci si espone. Una casa interattiva inoltre, mostra, per ciascun vano dell'abitazione, quali detergenti usare e in quali quantità, incoraggiando sì usi moderati, ma prospettando, al tempo stesso, una ben nutrita lista di flaconi e pastiglie per usi differenti.
La domanda è: abbiamo davvero bisogno di tutti questi prodotti per garantire alle nostre abitazioni le debite condizioni di igiene e salute? Non potremmo imparare a produrre da noi i detergenti indispensabili in modo sano ed efficace e provare a fare a meno di molti altri?
Questo suggerimento non vi verrà certo dall'A.I.S.E., ma da un'informazione facilmente reperibile in libreria e online, come ben mostra il caso dei Detersivi Bio Allegri, pratica guida alla preparazione dei detersivi tramite ingredienti di scarsissimo impatto ambientale, come oli naturali, bicarbonato, aceto e acqua ossigenata.
Naturalmente bisogna maneggiare ogni elemento con cautela e seguire i consigli indicati con attenzione, ma non sarebbero soltanto imballaggi e trasporti ad essere visibilmente ridotti: potrebbe essere la volta buona per acquisire un po' più di consapevolezza nei confronti delle 'cose' che costantemente usiamo, così da non dipendere solo dal marketing divulgativo.
Commenti