Rifiuti elettronici, i primi risultati dell'uno contro uno

A sei mesi dall'entrata in vigore del decreto 'Uno contro Uno' sono state più di quattromila le tonnellate di rifiuti elettronici ritirate nel 2010 dai negozianti di prodotti hi-tech. Lo fa sapere Ecolight, il consorzio che in Italia si occupa della gestione dei rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) della grande distribuzione. Un primo passo, ma la strada da fare è ancora tanta.

Rifiuti elettronici, i primi risultati dell'uno contro uno
Sono state più di quattromila le tonnellate di rifiuti elettronici ritirate nel 2010 dai negozianti di prodotti hi-tech secondo Ecolight, il consorzio che in Italia si occupa della gestione dei rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, detti anche Raee. In particolare, spiega il consorzio in una nota appena diffusa, in Italia "la raccolta è aumentata nell'ultimo trimestre del 2010: rispetto al periodo luglio-ottobre, infatti, i quantitativi di Raee ricevuti dai negozi sono raddoppiati. E nel solo mese di dicembre sono state sfiorate le mille tonnellate". Il risultato arriva a sei mesi dall'entrata in vigore del decreto 'Uno contro Uno' - attivo da giugno e che prevede per gli esercizi commerciali il compito di ritirare i rifiuti elettronici dai clienti gratuitamente al momento dell'acquisto di un nuovo prodotto - e dopo che l'inchiesta di Greenpeace aveva denunciato che a dicembre ancora il 51% dei rivenditori hi-tech intervistati non aveva adempiuto all'obbligo di ritiro gratuito degli elettrodomestici vecchi. Tra i rifiuti raccolti nei primi sei mesi dall'entrata in vigore del decreto, la maggior parte è costituita da grandi elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, forni, ecc.). I televisori raccolti sono stati oltre diecimila, mentre gli articoli che fanno più fatica ad essere restituiti sono proprio quelli cosiddetti 'di consumo' (telefoni, pc, piccoli elettrodomestici, impianti stereo, ecc.). Anche se i rifiuti elettronici ritirati in questi mesi sono un primo passo, "la strada da fare è ancora tanta" riconosce lo stesso consorzio Ecolight, che in Italia serve oltre tremila rivenditori. Le quattro tonnellate raccolte su tutto il territorio nazionale sono un "risultato significativo", spiega il consorzio, ma ancora c'è bisogno di molto impegno per raggiungere paesi come la Francia, ad esempio, dove la raccolta di Raee raggiunge il 30 per cento. "Serve che ulteriori semplificazioni siano adottate e sia risolta l'operatività per quanto riguarda la copertura a livello territoriale delle isole ecologiche comunali", spiega il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. Ma soprattutto, serve ancora spingere sulla sensibilizzazione di rivenditori e consumatori nei riguardi del percorso di smaltimento corretto di ogni rifiuto elettronico. "Solo così eviteremo la dispersione nell'ambiente di sostanze inquinanti e permetteremo il recupero di importanti materie prime seconde" riconosce lo stesso Marco Pagani, vice presidente Ecolight.

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