di
Andrea Marciani
22-02-2012
Malgrado le continue lamentele per i contenuti proposti e le proteste per il canone Rai, non tutti prendono in considerazione che è possibile sbarazzarsi della televisione. Andrea Marciani lo ha fatto e ora ci racconta il cambiamento che questa scelta ha comportato nella sua vita e in quella dei suoi familiari.
Le nostre scelte sono stimolate ed orientate dall'ambiente in cui viviamo, dalle persone che ci circondano e da tutte le informazioni che riusciamo a ricavare da queste interazioni. Con l'avvento dei mezzi di informazione e la televisione in particolare, la quantità di informazioni con cui interagire sono aumentate vertiginosamente.
La televisione, dopo una prima fase istituzionale e pedagogica, in cui la pubblicità era circoscritta in appositi contenitori di pochi minuti, ha vissuto uno sviluppo commerciale tumultuoso, fino a diventare quella dei giorni nostri in cui la pubblicità copre, in alcune reti, punte del 30/40% della programmazione complessiva, mentre il perverso meccanismo dell'Auditel impone ai palinsesti una qualità culturale in caduta libera.
Tutti noi ci riteniamo intimamente esenti dal potere coercitivo della pubblicità, da quello idiotizzante dei programmi/spazzatura ed andiamo fieri della nostra autonomia di giudizio politico, ma, come sanno bene pubblicitari e politici, così non è, ad ogni campagna pubblicitaria si riscontrano un aumento dei consumi del prodotto reclamizzato e l'occupazione permanente dei salotti televisivi conferisce ai politici innegabile notorietà e voti.
In epoca di odiosi balzelli, l'idea di risparmiare i soldi del canone ci ha sfiorato tutti e talvolta la destra populista ha minacciato apertamente lo sciopero del canone per protestare contro una supposta preminenza di programmi di sinistra, ma quasi nessuno prende al contempo in esame l'ipotesi di sbarazzarsi del diabolico oggetto.
Con la mia famiglia l'abbiamo fatto, dopo una breve trattativa con i figli ancora piccoli, abbiamo smontato la brutta antenna dal tetto, comunicato agli uffici competenti la cessazione della fruizione televisiva e richiesta l'apposizione dei sigilli all'apparecchio televisivo (vedi http://www.associttadini.org/canonerai/), sono passati degli anni da allora ma nessun ispettore si è visto per sigillare il nostro vecchio Sony Tinitron, ormai reso obsoleto anche dal passaggio al digitale terrestre.
La nostra vita ha fatto un cambiamento significativo. Ora una connessione internet h24 è il nostro vettore primario di informazione ed intrattenimento e nessuno sente la mancanza di quell'odioso elettrodomestico. La vita di famiglia è più intima e comunicativa, le nostre opinioni più originali e 'sorgive', un filtro di consapevole intenzionalità ci separa dalle brutture del mondo (decidiamo noi se proprio ci interessa visionare gli ultimi istanti di vita di Gheddafi o il bombardamento americano di Fallujia, non il primo Minzolini che passa).
E per l'intrattenimento, una comunità di fantastici utenti ci mette a disposizione in condivisione libera e gratuita (P2P) tutto quello che possiamo desiderare vedere: Cartoni, filmografie complete, cortometraggi mai passati in sala, intere serie TV o documentari che la RAI non mostrerà mai, il tutto scrupolosamente scremato dalla benché minima interruzione pubblicitaria.
Anche i nostri consumi si sono drasticamente ridimensionati, orientando le spese di casa verso gli accorgimenti di risparmio energetico di cui apprezziamo l'utilità in misura crescente man mano che la crisi avanza, anche se talvolta cediamo ancora alle richieste dell'ultimo adolescente di casa, che occasionalmente si lascia convincere dai compagni di classe di avere bisogno urgente di un paio di Converse o di altri capi d'abbigliamento artificiosamente costosi, ma la cosa, per fortuna, va scemando con l'età.
Il cambiamento di cui questo sito si fa promotore e che tutti auspichiamo, si fa a piccoli passi, ma alcuni di questi sono propedeutici alla possibilità di compierne di significativi, quello descritto in questa pagina è uno di quelli, credetemi.
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