Salperà da San Benedetto del Tronto il 17 maggio il due alberi di 18 metri Mediterranea che per 5 anni navigherà per i tre continenti europeo, asiatico e africano seguendo il periplo del Mar Mediterraneo, Mar Nero e Mar Rosso settentrionale con obiettivi di ricerca nautica, culturale e scientifica. Nata da un gruppo di appassionati di navigazione e Mediterraneo, tra cui lo scrittore e marinaio Simone Perotti, la spedizione si concluderà a Genova, tra cinque anni, dopo aver percorso circa 32.000 chilometri, facendo scalo in oltre 100 centri costieri. Tra gli sponsor, per la parte tecnica spiccano l’associazione Paea e il PeR.
Tre gli obiettivi del progetto:
•Culturale – Mediterranea incontrerà intellettuali ed artisti, filosofi e operatori culturali alla ricerca delle voci e del pensiero del Mediterraneo, materia prima preziosa per fronteggiare la crisi intellettuale, morale e civile dell’epoca.
•Scientifico – Mediterranea ha stipulato accordi di collaborazione scientifica e opererà come “laboratorio galleggiante” svolgendo ricerche ed esperimenti insieme ai ricercatori britannici del Sahfos (Sir Alister Hardy Foundation for Ocean Science), al prof. Ferdinando Boero dell’Università del Salento e Cnr-Ismar, all’università di Siena, al Cmcc (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici)
•Nautico - una spedizione a vela mai effettuata per riportare l’attenzione sul mare, sulla navigazione, sui valori della marineria.
Mediterranea percorrerà 32mila chilometri per incontrare la gente, i luoghi, i sapori, i pensieri, ascoltare le storie del Mediterraneo, «un'area resa omogenea dalla sua vicenda millenaria, resa fertile dalle diversità, resa inesauribile dalla ricchezza culturale, magnifica dall'arte e dalla natura. Un'area ambientale minacciata, ma sempre più ricca e inesauribile dei suoi assalitori» dicono i promotori. «Una porzione di mondo inquieta per gli integralismi e le follie egemoniche, per l'incomprensione e i dislivelli sociali, le discriminazioni e lo sfruttamento. Un metacontinente attraversato da tragiche migrazioni, cambiamenti repentini e sanguinosi, eppure sulla soglia di straordinari appuntamenti, che non devono essere perduti».
Mediterranea porterà con sé un messaggio di pace, rispetto per l'ambiente, sdegno per la violenza e la prevaricazione, rifiuto delle ingiustizie sociali, rifiuto di ogni totalitarismo, amore per la differenza, passione per la comunicazione e il dialogo, culto della libertà.
Il progetto si propone di sollevare l'attenzione sul Mediterraneo, creare un palcoscenico da cui parlare del Mediterraneo, mettere in collegamento sponde diverse, paesi lontani, pensiero e azione del Mediterraneo e sul Mediterraneo, racchiudendolo in un'area metaforicamente collegata e omogenea attraverso la simbologia del viaggio per mare che collega e unisce.
«Il nostro metodo di ricerca sarà il più mediterraneo tra quelli escogitati dall’uomo: il dialogo socratico, l’incontro – spiegano ancora gli organizzatori e i protagonisti - Apriremo la barca a uomini del Mediterraneo, per incontrare i nostri simili, chiedere loro cosa sanno, cosa vedono dal loro punto d’osservazione, discutere con loro, per ascoltarli e capire. Incontreremo i loro pensieri e tramite loro i loro paesi, le loro prospettive. Il nostro calendario di incontri sarà mutevole. La rotta è incerta, quando si naviga. Così sarà il programma della nostra attività culturale. Ne daremo notizia periodicamente, in modo asistematico e imprevedibile, per poi raccontare quel che è avvenuto. Si potrà partecipare, ma si potrà anche seguire attraverso video, testi, fotografie. Molte delle domande che abbiamo in serbo risuonano già, dentro di noi, come domande non soltanto nostre. Questo le renderà ancora più affascinanti. Al Mediterraneo le cose d’altri sono sempre piaciute, tanto per la loro somiglianza, quanto per la loro diseguaglianza. E’ anche per questo che qui ha sempre avuto senso cercare. Per quanto riguarda il “laboratorio galleggiante”, ebbene svolgerà ricerche ed esperimenti, dal monitoraggio del plancton (la cui mappatura nella maggior parte del Mediterraneo non è mai stata effettuata), allo studio sull’alimentazione mediterranea. Opereremo direttamente e con terze parti per la difesa del mare e dell'ambiente marino del Mediterraneo, dove il 50% delle costa rischia la cementificazione entro il 2025. La nostra barca è a disposizione di scienziati, ricercatori, studenti che operino in enti pubblici e privati, università e laboratori con al centro il tema dell’ambiente, del mare, dell’aria, della fauna ittica e insulare. Inoltre vogliamo dare visibilità e favorire la diffusione della cultura nautica, una delle radici autentiche della cultura del Mediterraneo. Incontrando esperti e appassionati, fotografando e raccontando il mare e le barche, svolgendo corsi di vela e di navigazione, promuovendo visite a bordo, training, seminari lungo le coste del Mediterraneo, vogliamo aiutare ognuno dei paesi che vi si affacciano a riscoprire e riappropriarsi della relazione con la navigazione, le imbarcazioni, il mare, i suoi mestier i, le sue avventure, i suoi miti. Lavorare, dunque, a quella che gli anglosassoni chiamano Seamanship, termine non a caso intraducibile in italiano e in molte delle lingue del Mediterraneo».
Il progetto è nato da un’idea dello scrittore Simone Perotti e di un gruppo di appassionati di mare. Il team iniziale, composto da 9 persone, si è via via ingrandito, fino a dare vita a un vero e proprio gruppo di lavoro, un grande equipaggio formato da comandanti e marinai, decine di appassionati di viaggi e di mare che hanno sposato l’idea, l’hanno sostenuta anche economicamente e sono pronti a partire.
«I Mediterranei sono il gruppo di persone che ha letto, capito, chiesto e ha deciso di partecipare al progetto, sostenendo economicamente il viaggio, facendone parte nei modi più diversi attraverso la collaborazione, il lavoro, l'aiuto all'organizzazione, venendo a bordo – spiegano i protagonisti - Questo gruppo sostiene la spedizione, ne fa parte integrante, collabora e una quota di essi compone il Comitato dei Rais, che conduce la barca lungo tutto il viaggio. E’ il primo caso al mondo di Co-Sailing, ovvero di unione tra tante persone che condividono una passione e un progetto e che decidono di sostenerlo suddividendone tra loro oneri, responsabilità e investimento. Un’esperienza che consente a Progetto Mediterranea totale libertà intellettuale e di impostazione e dimostra che la sharing-economy non è solo una teoria trendy, ma una concreta opzione progettuale e operativa.
Mediterranea è dunque, anche, un esperimento di organizzazione e microeconomia. La spedizione è infatti sostenuta economicamente e organizzativamente da decine di “Mediterranei”, uomini e donne che condividono le finalità del progetto, contribuiscono economicamente con una quota e svolgeranno in prima persona il viaggio dandosi il cambio a bordo e lavorando da terra come team-appoggio».
«L’epoca del mio/tuo è finita – ha aggiunto Perotti – le nostre parole d’ordine sono: sharing-economy, collaborazione, cooperazione, economie di scala, baratto, comuni obiettivi sociali, culturali e scientifici. Occorre avere nuove idee - ha concluso Simone Perotti - coabitare, coprodurre, condividere, unire le forze e soprattutto le passioni e le energie, che grazie al cielo sono ancora un motore più potente del denaro».
Ma chi condurrà Mediterranea per 20.000 miglia, circa 32.000 chilometri? Saranno i membri del Comitato dei Rais a farlo, cioè il gruppo di tutti i comandanti, i secondi in comando e gli aspiranti secondi/comandanti che si occupano della conduzione di Mediterranea per le tante miglia della sua rotta. Sono l'equipaggio nautico effettivo di Mediterranea, uomini e donne che dedicano il loro tempo alla cura e alla conduzione di barca, equipaggi, attrezzature, dandosi il cambio a bordo nei diversi tratti del viaggio, facendo i routier quando sono a terra, studiando la meteo e informando chi è a bordo di warnings e notizie urgenti, facendo da sponda per gli adempimenti doganali, la burocrazia, il contatto con le autorità e le istituzioni di terra e di mare, nazionali e internazionali, occupandosi della ricerca di luoghi protetti, manutenzione, bunkeraggio, approvvigionamento, eccetera. Ma non solo. Il Comitato dei Rais di Mediterranea è anche impegnato in un'attività di formazione alla navigazione, ai giusti valori della marineria, al rispetto delle regole e alla tutela dell'ambiente che sono parti essenziali del Progetto.
Progetto Mediterranea è parte di Fondazione Mediterraneo e membro della RIDE - Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo Onlus.
L’imbarcazione isserà bandiere e guidoni del Comune di Lampedusa, che ha concesso il suo Patrocinio, in segno di solidarietà verso le vittime migranti e il solidale impegno della popolazione e dell’amministrazione dell’isola nella grave emergenza del confine meridionale d’Europa. Gode inoltre del patrocinio del Comune e della Lega navale di San Benedetto del Tronto, dove è stata preparata la spedizione e da cui l’imbarcazione salperà.
Patrocinano inoltre Progetto Mediterranea la Lega Navale Italiana, il Comando Generale delle Capitanerie di porto, che ha concesso l’uso del proprio logo ufficiale, e l’Istituto di cultura italiana a Istanbul. Nell’ambito dell’attività di cooperazione col mondo scientifico, Mediterranea ha ricevuto il patrocinio di Frascati Scienza, Università di Parma - Master COMET, FISPMED.
La spedizione Mediterranea ha stabilito accordi, collabora attivamente e svolge attività di ricerca a bordo con:
•SAHFOS (Plymouth, GB), nell’ambito del progetto Continous Plankton Recording;
•Università del Salento per la campagna “Occhio alla Medusa”, la Scienza dei Cittadini, lanciata dal Prof. Ferdinando Boero, una campagna realizzata grazie ai progetti CoConet, Perseus, Med-Jellyrisk e Ritmare in collaborazione con il Consorzio nazionale interuniversitario per la scienze del mare (CONISMA);
•Università di Siena e il Sustainable Development Solution Network (SDSN), collaborando al progetto “Plastic Busters”
•CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), utilizzando e facendo test sul sistema Sea-Conditions e altri servizi per la sicurezza in mare sviluppati nell'ambito del progetto di ricerca industriale TESSA, in collaborazione con LINKS SPA (capofila) e CNR- IAMC.
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