Altra notte di scosse e paura in Emilia Romagna, tra Modena, Ferrara e Bologna. Stando alle registrazioni dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), da dopo la mezzanotte alle 9 circa di questa mattina la terra ha tremato decine di volte. Gli sfollati salgono a quota 14mila.
Altra notte di scosse e paura in Emilia Romagna, tra Modena, Ferrara e Bologna. Stando alle registrazioni dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), da dopo la mezzanotte alle 9 circa di questa mattina la terra ha tremato quasi 70 volte. Alcune scosse hanno interessato anche la provincia di Mantova, in Lombardia. La maggiore è stata di magnitudo 3.8, alle ore 8.
Il bilancio per ora è di 16 morti, un disperso e circa 350 feriti (17 i morti secondo l'ANSA, ndr), si calcolano complessivamente 14 mila sfollati con quelli che si sono aggiunti agli sfollati del primo sisma del 20 maggio. "I nuovi sfollati sono circa 8.000, per un ammontare complessivo di 14.000", 6.000 dei quali relativi alle scosse del fine settimana scorso, dice il sottosegretario Antonio Catricalà riferendo in aula al Senato sul terremoto in Emilia. "Il Governo intende deliberare il lutto nazionale per lunedì 4 giugno".
"È stato il lavoro il vero epicentro del sisma". Lo dice il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, prendendo la parola nell'aula del Senato, dove si è chiusa la discussione generale sulla sua riforma ed è attesa la fiducia. Ieri la querelle tra la segretaria Cgil Camusso e il presidente di Confindustria Squinzi, sulla sicurezza dei capannoni crollati che sono costati la vita agli operai morti ieri e che erano stati fatti rientrare a lavoro dopo il sisma del 20 maggio.
"Lo Stato farà tutto il possibile nei tempi più brevi. I cittadini abbiano fiducia, l'impegno dello Stato è garantito", ha detto il premier Mario Monti a Palazzo Chigi. Il terremoto "non coglie impreparate le istituzioni", ha spiegato.
"Garantiamo un forte impegno delle forze dell'ordine - fa sapere il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri - perché le case e i beni delle persone siano protetti e garantiti. Intensificheremo il sistema di sicurezza, perché le persone che hanno lasciato le loro abitazioni non abbiano l'impressione che il territorio sia terra di nessuno".
"Per tutto quello che attiene a materiali e viveri, il sistema può rispondere adeguatamente", quindi il miglior modo per renderci utili in questa fase è quello di contribuire economicamente "perché alla fine la differenza la faranno le risorse". Lo dice, parlando a Radio Anch'io, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, rispondendo alla domanda su cosa occorra fare per dare una mano dopo il terremoto di ieri in Emilia-Romagna. Ci sono state le rassicurazioni del Governo sull'impegno economico per intervenire, "ma l'aiuto in termini di risorse, usando la linea sms solidale, è il più importante". Gabrielli conferma intanto che tutte le tende per gli sfollati sono arrivate e sono state montate, ma che si sta anche insistendo con la popolazione perché accetti la sistemazione negli alberghi, una soluzione necessaria e inevitabile, "come avviene in tutte le calamità con migliaia di persone da assistere". Gabrielli aggiunge anche che, "al di là della legittima e doverosa ripresa delle attività produttive", la nuova scossa di ieri cambia radicalmente il quadro rispetto ai controlli da fare negli stabilimenti: "Dobbiamo salvaguardare le vite umane", e con quello che è successo ieri si rimettono "in discussione prospettive, programmi e tempi" rispetto al ritorno alla normale attività produttiva.
Oltre le promesse istituzionali, dai caseifici agli stabilimenti di lavorazione della frutta, dalla cantine alle acetaie di invecchiamento dell’aceto balsamico fino ai magazzini di stagionatura dei formaggi Grana e Parmigiano ma anche case rurali, stalle, fienili, macchinari distrutti e animali morti per un totale di 500 milioni di danni sono stati provocati dal terremoto tra le province di Modena, Ferrara, Piacenza, Mantova e Bologna ma anche tra Rovigo e Reggio Emilia. È questo il primo bilancio stilato dalla Coldiretti sugli effetti del terremoto sul distretto agroalimentare italiano dove si produce oltre il 10 per cento del Pil agricolo e dal quale partono verso l’Italia ed il resto del mondo le più prestigiose produzioni agroalimentari nazionali, dal Parmigiano Reggiano all’aceto balsamico di Modena, dal prosciutto di Parma fino al Lambrusco.
Intanto, una parte consistente della società civile sta chiedendo l’annullamento della parata militare del 2 giugno, e la destinazione dei fondi impegnati a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.
Fonte: Agenzia DIRE, Ansa, Coldiretti