Stato d'allerta a Genova. Esondati fiumi e torrenti, dopo il nubifragio sono sette i morti accertati, tra cui tre bambini. Scoppia la polemica sulle scuole aperte.
Stato d'allerta a Genova. Esondati fiumi e torrenti, dopo il nubifragio sarebbero sette i morti accertati, tra cui tre bambini. Scoppia quindi la polemica sulle scuole aperte in una settimana come questa di massima allerta rispetto al rischio idrogeologico del territorio ligure, a maggior ragione dopo il dissesto che nei giorni scorsi ha coinvolto le Cinque Terre e la Toscana.
Fereggiano, nel quartiere Marassi, dov’è straripato l’omonimo torrente, una delle zone più danneggiate del capoluogo ligure. Le autorità stanno informando la cittadinanza che è consigliato non usare le automobili, spostarsi ai piani alti delle abitazioni, evitare di avvicinarsi a ponti e torrenti. La Protezione civile ha annunciato che si è riunita l'unità di crisi per valutare la criticità dell’accaduto e che da Roma un Comitato operativo seguirà gli esiti delle forti piogge che continueranno anche domani in Liguria, Piemonte e Val d’Aosta. Ma la colpa non è della pioggia, anzi proprio oggi Coldiretti ricordava che le frane ci sono anche perché a ottobre è piovuto troppo poco.
Eppure, prima ancora dei cambiamenti climatici, nel nostro paese c’è da ricordare ancora una volta che sono abusivismo, condoni edilizi e interventi autorizzati nelle aree a rischio le principali cause del dissesto idrogeologico con cui per l'ennesima volta, stupidamente, ci troviamo a fare i conti in una situazione emergenziale che conta morti, feriti, dispersi.
WWF, Legambiente e Greenpeace avevano già commentato l'emergenza maltempo in Liguria e Toscana definendola una "tragedia più che annunciata". Ma ogni anno le stesse parole continuano a depositarsi sorde, come il cemento inzuppato, che affonda sotto l’acqua delle piogge autunnali.
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